L’Europa diviene xenofoba?

Il voto in Svezia ha due significati: una conferma del consenso del partito di centro-destra (che ha ottenuto così un secondo mandato) e l’ingresso in Parlamento di un partito nazionalista: in sintesi, il tipo di partito che, analogamente a quanto avviene in altri Paesi europei,  dice: “La Svezia agli svedesi”.
La diffusione di questo fenomeno sta ad indicare un progressivo cambiamento di mentalità. Un tempo gli europei guardavano ai neri e agli islamici con benevolenza, figure lontane ed esotiche, come il più forte guarda il più debole e il più ricco guarda il più povero. Come fratelli minori, dopo tutto. Ma il tempo è passato. I negri sono divenuti consueti e ci lasciano indifferenti. Tutto un altro fenomeno è avvenuto con i musulmani. Innanzi tutto sono arrivati in Europa non alla spicciolata, ma già nella sola Germania a milioni; poi c’è stato e c’è l’orrore del terrorismo islamico; infine e soprattutto i maomettani non si integrano nella società che li ospita. Non solo pretendono di mantenere i loro usi e costumi ma si offendono se noi vogliamo mantenere i nostri. Per giunta in questo sono stati favoriti da una sinistra dissennatamente idealista e radical chic che ha proposto di togliere i crocefissi dagli edifici pubblici, di rinunciare al Natale e alla mortadella nella refezione scolastica, e perfino di tollerare le usanze più barbariche. Il risultato, all’inverso,  è stato che a poco a poco gli islamici si sono resi antipatici e allarmanti.
Una volta solo alcuni confessavano in privato la loro insofferenza, poi lo stato d’animo si è diffuso, si è osato manifestarlo ad alta voce, in pubblico, e infine sono nati dei partiti che sostengono questo punto di vista. Perfino la tollerante e moralmente scrupolosa Svezia ha un partito vagamente xenofobo che rischia di essere l’ago della bilancia della politica nazionale. Fino a qualche anno fa i provvedimenti che l’Italia ha adottato – pagandoli cari – per impedire l’invasione dal Nord Africa, sarebbero stati non solo criticati, ma impossibili; oggi invece il governo può vantarsene come di una benemerenza.
Da questi fenomeni si può dedurre qualcosa. Le grandi migrazioni sono sempre esistite ed anche se sul momento hanno prodotto massacri e devastazioni, col tempo si è giunti ad una nuova, pacifica sistemazione. E gli invasori si sono adattati agli invasi, non l’inverso. I Franchi erano germanici, ma arrivati in Francia si sono latinizzati. Anche i Vandali erano germanici, ma la (V)Andalusia è latina e parla spagnolo. Né l’Italia mostra tracce dell’arrivo dei Longobardi, se non nel nome di una regione.  Viceversa i musulmani sono stati espulsi dai Paesi che hanno conquistato (Spagna, Sicilia) e sono stati respinti con le armi dai grandi Paesi europei che hanno cercato di conquistare (Francia, Austria). I maomettani non si adattano alla nazione che conquistano ma adattano a sé questa nazione: e questo può avvenire quando la nazione conquistata è culturalmente debole, come il Maghreb o il sud balcanico (ma non la Grecia). In Spagna ancora oggi la Reconquista è sentita come un riscatto, un ritorno alla propria vera natura e personalità. L’Europa non è razzista. Essa accetterebbe senza problemi l’integrazione dei musulmani nella propria società. Razzisti sono i musulmani, che non si adattano a nessuna civiltà all’infuori della propria.
Con un’aggravante. La Spagna ha respinto una dominazione musulmana che allora non era né bieca né primitiva, proprio perché sentita come estranea e non integrabile. Come potrebbe l’Europa non respingere un’invasione che non ha nemmeno i caratteri positivi e “moderni” che dettero luogo alla prosperità andalusa? Gli immigranti musulmani, magari eccellenti persone, individualmente, come comunità hanno tutti i difetti delle invasioni antiche senza averne i pregi culturali.
La Svezia comincia a capire questo: non c’è modo di integrare i musulmani proprio perché loro non vogliono integrarsi. La conseguenza, come per i trapianti d’organo, è che nasce la reazione di rigetto per i corpi sentiti come estranei. Che questo possa non piacere è comprensibile: ma al Dna non si comanda.
O si inducono i musulmani, Dio sa come, ad integrarsi, o si pone un freno all’immigrazione musulmana, discriminandola rispetto alle altre. Diversamente i partiti nazionalisti avranno sempre più successo, fino a dar luogo ad un’autentica xenofobia, cui speriamo di non arrivare mai.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
22 settembre 2010

L’Europa diviene xenofoba?ultima modifica: 2010-09-22T13:56:11+02:00da gianni.pardo
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