LA RAI È UN IMBROGLIO PUBBLICO

Su che cosa debba essere il servizio pubblico televisivo esisteranno certamente ponderosi libri.     Qui si vuol solo lanciare una discussione.
All’origine la televisione aveva altissimi costi di esercizio, era pochissimo diffusa e non aveva gli attuali grandi proventi della pubblicità: è stato dunque normale che essa fosse pubblica e che si pagasse un canone. Non era giusto che, per i pochi che potevano beneficiarne, dovessero aprire il portafogli anche gli abitanti di Bitonto o di Marsala. In partenza la televisione fu “in abbonamento”, con un termine che rinvia ad un’adesione volontaria.
Per il fatto di costituire un servizio pubblico le furono da prima assegnati particolari privilegi, particolari compiti e particolari doveri: le fu permesso di operare in regime di monopolio; le fu chiesto di avere un valore educativo e culturale (tutti ricordano la trasmissione “Non è mai troppo tardi”); infine le fu imposto di essere imparziale fra le varie tendenze politiche, culturali e religiose.
Tutto questo sembra preistoria. Oggi l’apporto economico della pubblicità è tale che una televisione non ha bisogno d’altro, come capì fra i primi Silvio Berlusconi ai tempi di Telemilano. Inoltre, dal momento che molti potrebbero voler vedere ogni televisione salvo la Rai, e visto che quest’ultima non si priva di trasmettere pubblicità, il canone non si giustifica più. Di fatto oggi il canone è una tassa sul possesso del televisore che lo Stato devolve ad un’organizzazione privilegiata, di cui all’occasione ripiana il deficit.
Inoltre, cosa ancora più grave, ben difficilmente si può dire che la televisione di Stato sia più educativa o più politicamente neutrale delle televisioni commerciali. Dunque essa non merita né denaro estorto ai cittadini canone né la definizione di servizio pubblico. Basti ricordare che il discorso di Berlusconi, oggi alla Camera, è stato trasmesso per radio da radioradicale e per televisione da Retequattro.
Assolutamente bisognerebbe abolire il canone e la finzione del servizio pubblico della Rai. Non è detto che il suo servizio migliorerebbe, ma almeno non sarebbe a spese dei molti che si indignano per certi suoi programmi.
Pardo, giannipardo@libero.it
29 settembre 2010

LA RAI È UN IMBROGLIO PUBBLICOultima modifica: 2010-09-29T14:29:46+02:00da gianni.pardo
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11 pensieri su “LA RAI È UN IMBROGLIO PUBBLICO

  1. Questo signore ignmora o finge di non sapere il fatto incontestabile che è vero che la Rai fa anche la pubblicità ma purtroppo dimentica che i tempi ad essa dedicati in RAI sono contingentati mentre quelle delle televisioni private non hanno questo vincolo. Questo signore non ha mai fatto caso che un film trasmesso da Mediaset arriva fino a tarda ora mentre quelli trasmessi dalla Rai durano la metà del tempo? E’ proprio vero che il presidente vi plagiato e vi fa pensare quello che fa comodo a lui. Molti italiani se ne sono accorti ma purtroppo tanti ancora non l’hanno capito. Povero nostro paese!!!!!!

  2. egregio gianfranco, io non sono berlusconiana e so comprendere molto bene quanto il canone tv sia ANTI costituzionale

    comprende?

  3. X Gianfranco. La sua è la solita visione elitaria snobistica preconcetta plagista antimercatista. Vede, io sono un appassionato di musica, qualunque essa sia. Di certo le posso garantire, che la rai non ha aggiunto nulla alla mia conoscenza che è invece nata da un bisogno interiore che nessun “grande fratello” avrebbe mai potuto frenare. Quando si capirà che la conoscenza nasce da questa esigenza profonda e non da un esposizione violenta, si sarà fatto un grande passo avanti proprio verso l’alfabetizzazione,quella naturale, di cui la rai si fregia nonostante i miseri risultati.
    Stiamo parlando di 40 anni fa. Oggi, poi, con la tecnologia abbinata a internet, veramente non se ne vede il motivo. Tra l’altro, la vera spinta culturale è arrivata da sky (alla fine il diavolo mercato vince sempre) dove soprattutto con la prima telepiù, si sono potuti ammirare film sconosciuti e di bellezza insuperabile che la rai nella sua lunga storia non si è mai sognata di trasmettere.
    Sarebbe allora molto meglio fornire un buono ad ogni utente, in modo che possa scegliere cosa preferisce. E’ ovviamente una provocazione che io non metterei in atto, ma sempre meglio di essere forzati a pagare un servizio di cui non si capisce l’obbligatorietà…o la si comprende troppo.
    Alla sua seguente obiezione che sky è a pagamento la risponderò non appena me la porrà.
    Saluti

  4. X Gianfranco. La sua è la solita visione elitaria snobistica preconcetta plagista antimercatista. Vede, io sono un appassionato di musica, qualunque essa sia. Di certo le posso garantire, che la rai non ha aggiunto nulla alla mia conoscenza che è invece nata da un bisogno interiore che nessun “grande fratello” avrebbe mai potuto frenare. Quando si capirà che la conoscenza nasce da questa esigenza profonda e non da un esposizione violenta, si sarà fatto un grande passo avanti proprio verso l’alfabetizzazione,quella naturale, di cui la rai si fregia nonostante i miseri risultati.
    Stiamo parlando di 40 anni fa. Oggi, poi, con la tecnologia abbinata a internet, veramente non se ne vede il motivo, anche perchè, la vera spinta culturale arriva da sky (perchè alla fine, il diavolo mercato vince sempre) dove soprattutto con la prima telepiù, ho potuto ammirare film sconosciuti e di bellezza insuperabile che la rai nella sua lunga storia non si è mai sognata di trasmettere.
    Sarebbe allora molto meglio fornire un buono ad ogni utente, in modo che possa scegliere cosa preferisce. E’ ovviamente una provocazione che io non metterei in atto, ma sempre meglio di essere forzati a pagare un servizio di cui non si capisce l’obbligatorietà…o la si comprende troppo.
    Alla sua seguente obiezione che sky è a pagamento la risponderò non appena me la porrà.
    Saluti

  5. X Gianfranco. La sua è la solita visione elitaria snobistica preconcetta plagista antimercatista. Vede, io sono un appassionato di musica, qualunque essa sia. Di certo le posso garantire, che la rai non ha aggiunto nulla alla mia conoscenza che è invece nata da un bisogno interiore che nessun “grande fratello” avrebbe mai potuto frenare. Quando si capirà che la conoscenza nasce da questa esigenza profonda e non da un esposizione violenta, si sarà fatto un grande passo avanti proprio verso l’alfabetizzazione,quella naturale, di cui la rai si fregia nonostante i miseri risultati.
    Stiamo parlando di 40 anni fa. Oggi, poi, con la tecnologia abbinata a internet, veramente non se ne vede il motivo, anche perchè, la vera spinta culturale arriva da sky (perchè alla fine, il diavolo mercato vince sempre) dove soprattutto con la prima telepiù, ho potuto ammirare film sconosciuti e di bellezza insuperabile che la rai nella sua lunga storia non si è mai sognata di trasmettere.
    Sarebbe allora molto meglio fornire un buono ad ogni utente, in modo che possa scegliere cosa preferisce. E’ ovviamente una provocazione che io non metterei in atto, ma sempre meglio di essere forzati a pagare un servizio di cui non si capisce l’obbligatorietà…o la si comprende troppo.
    Alla sua seguente obiezione che sky è a pagamento la risponderò non appena me la porrà.
    Saluti

  6. X Gianfranco. La sua è la solita visione elitaria snobistica preconcetta plagista antimercatista. Vede, io sono un appassionato di musica, qualunque essa sia. Di certo le posso garantire, che la rai non ha aggiunto nulla alla mia conoscenza che è invece nata da un bisogno interiore che nessun “grande fratello” avrebbe mai potuto frenare. Quando si capirà che la conoscenza nasce da questa esigenza profonda e non da un esposizione violenta, si sarà fatto un grande passo avanti proprio verso l’alfabetizzazione,quella naturale, di cui la rai si fregia nonostante i miseri risultati.
    Stiamo parlando di 40 anni fa. Oggi, poi, con la tecnologia abbinata a internet, veramente non se ne vede il motivo, anche perchè, la vera spinta culturale arriva da sky (perchè alla fine, il diavolo mercato vince sempre) dove soprattutto con la prima telepiù, ho potuto ammirare film sconosciuti e di bellezza insuperabile che la rai nella sua lunga storia non si è mai sognata di trasmettere.
    Sarebbe allora molto meglio fornire un buono ad ogni utente, in modo che possa scegliere cosa preferisce. E’ ovviamente una provocazione che io non metterei in atto, ma sempre meglio di essere forzati a pagare un servizio di cui non si capisce l’obbligatorietà…o la si comprende troppo.
    Alla sua seguente obiezione che sky è a pagamento la risponderò non appena me la porrà.
    Saluti

  7. Johre è prorio convinto di aver scritto cose così intelligenti da doverle postare addirittura 4 volte? A me per la verità sembrerebbe che una risultasse già di troppo.

  8. arnoldo, non sia inutilmente sarcastico. Quel signore certamente era in dubbio sul risultato dell’inserimento del suo commento. La sua osservazione mi ricorda l’irrisione di Bush,quando fu fotografato con un binocolo coi tappi davanti, evidentemente prima che se ne accorgesse. Ma il commento “intelligente” era più o meno: abbiamo un Presidente che ha una “vision”, sa guardare lontano e ci guiderà verso il futuro.

  9. Per Gianfranco.
    La Rai, in quanto servizio pubblico, non avrebbe dovutlo avere pubblicità.
    Se ha la pubblicità, che sia libera ma sia abolito il canone.
    Infatti se le televisioni commerciali (non c’è solo Mediaset) mi infastidiscono con la pubblicità, posso sempre spegnerle ma non ho da recriminare. Se invece la Rai mi infastidisce con trasmissioni faziose, mi rimane l’amaro in bocca di essere stato per giunta obbligato a pagarle, in quanto “abbonato” con la forza.
    Lei non è per l’uguaglianza di tutte le emittenti? E se non lo è, qual è la ragione per la preferenza – e i privilegi – della Rai?

  10. Arnoldo, devo dire che con i suoi interventi sta dando un grande apporto alla discussione aprendoci a nuove prospettive…ci continui ad illuminare.

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