SANTORO ESEMPLIFICA LA HYBRIS

Dopo la rottura delle trattative con Michele Santoro, TI Media (La7) si è limitata ad uno scarno commento di quindici parole quindici. Poi ha lasciato che il tribuno di Salerno dicesse tutto quello che voleva e infine ieri, forse stanca delle calunnie, forse a ciò spronata da Enrico Mentana che chiedeva “chiarezza”, ha detto la sua(1).

Innanzi tutto, come previsto, la rottura non è avvenuta per motivi economici. Avevamo scritto che in questo caso sarebbe stato più semplice spiegare: “non si è raggiunto l’accordo sul compenso”. Secondo l’Azienda invece “la rottura delle trattative è dovuta alla richiesta continua e perentoria effettuata dal dott. Michele Santoro di riservarsi il diritto, una volta individuato il tema della trasmissione, di modificare, anche in senso profondo, l`eventuale ‘premessa’, gli ospiti in studio, la scaletta, i filmati da trasmettere e quanto altro fosse necessario per gestire in totale autonomia il programma da Lui condotto, senza alcun ragionevole preavviso”. Cosa che “pone ingiustificati rischi legali di natura penale e civile (solo questi in parte manlevabili) in capo all’Editore, che non si è ritenuto di correre”. Cioè La7 non è disposta ad essere solo la serva del conduttore, cioè La7 non è la Rai.

L’Azienda non si è neppure privata di irridere le illazioni del Fatto Quotidiano. Questo giornale ha attribuito la rottura alla circostanza che “fosse scomparsa dalla manovra del governo una norma per il diritto di accesso a internet che avrebbe penalizzato Telecom Italia”. I contrasti sono nati ben prima che fosse redatta la “finanziaria”, afferma la nota. Si sa che La7 è tutt’altro che filogovernativa, ma non poteva non denunciare che la “notizia” della Gazzetta delle Procure è solo una ingenua bufala antiberlusconiana.

Santoro ha avuto un difensore in Mentana. Enrico si è battuto per averlo a La7 ma ha lo stesso sbagliato indirizzo. Quando si ha da fare con i satrapi mediorientali le genuflessioni non bastano mai. Dopo che Enrico ha addirittura proposto di accollarsi i rischi legali della trasmissione (se abbiamo capito bene) è stato compensato con questa frase lapidaria: “Pur nutrendo nei suoi confronti una enorme stima professionale, ritengo che abbiamo nei confronti del potere (economico, politico ed editoriale) atteggiamenti molto distanti. Il che ci rende diversamente liberi”. Mentana ha risposto(2) con una lettera che definire mite è eufemistico: si è sdraiato a scendiletto, cercando di ammansire il Genio Irritato, e si è limitato a confermare che favorirà l’arrivo di Santoro a La7. “Ci proverò lo stesso, insieme agli altri ‘diversamente liberi’ ”. 

Chissà che veramente non sia diversamente libero. Quanto meno da chi avrebbe dato al Superconduttore del diversamente arrogante, del diversamente presuntuoso e del diversamente e stupidamente offensivo. Ma Enrico è quello che prima si è dimesso dal Tg5, facendo la mossa della prima donna che offesa si chiude nel suo camerino. Poi, quando le sue dimissioni sono state effettivamente accettate, ha implorato di tornare in video, e infine, quando non l’ha ottenuto, ha messo in giro la voce che era stato licenziato. 

Anche se Mentana è, come persona, largamente migliore di Santoro, che brutti personaggi, che brutta storia. La vicenda sembra l’esemplificazione del concetto di hybris. Secondo i greci, gli dei erano molto, molto tolleranti, per l’eccellente motivo che non erano essi stessi modelli di virtù. Ma nella Grecia classica la virtù non era tanto costituita da un’indefettibile moralità, quanto da un’indefettibile moderazione. Moderazione nel peccare e moderazione, avrebbe detto il Molière del Tartuffe, persino nella virtù. Se si eccedeva, alla fine per questa hybris si incappava nell’ira degli dei. O perfino di quel Fato cui nemmeno gli immortali potevano opporsi.

Probabilmente questo imperativo religioso nasceva da un’osservazione pragmatica. La realtà spesso perdona gli errori, a volte ne perdona molti, ma alla lunga il colpevole di hybris ne commette uno che presenta il conto totale. Se Napoleone non avesse sfidato l’intera Europa, chissà. Se Hitler non avesse attaccato la Russia e non avesse dichiarato guerra all’America, chissà. Se Santoro non si fosse ritenuto un Genio Assoluto e Intoccabile, chissà. Ma comportandosi come si comporta, appare fatale che sbatta contro un ostacolo insuperabile. Se infine andrà a La7, non sarà alle condizioni Rai. Gli dei non sono tolleranti all’infinito.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

4 luglio 2011

(1)http://www.corriere.it/politica/11_luglio_03/santoro-la7-rottura_89917630-a584-11e0-980c-35d723c25df8.shtml

(2)http://www.corriere.it/spettacoli/11_luglio_04/lettera-mentana_75fe72ce-a603-11e0-89e0-8d6a92cad76e.shtml

 

SANTORO ESEMPLIFICA LA HYBRISultima modifica: 2011-07-04T11:57:00+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “SANTORO ESEMPLIFICA LA HYBRIS

  1. Interessante e bello il paragone della vicenda di Santoro con l’hybris greca. Infatti il conduttore ha violato la norma di quella misura, di quei limiti che l’uomo incontra nei suoi rapporti con altri uomini, con la divinità e con l’ordine delle cose. Il suo atteggiamento è palesemente rappresentativo di tracotanza, prepotenza e superiorità e si sa alla lunga queste “doti” indispongono anche le divinità. E come si diceva tempo fa ”fusse ca fusse la vorta bona” che….il “signore” vada ramengo?

  2. Un signore mi ha scritto che, parlando di hybris, in questo caso, ho dimostrato di non sapere e non capire nulla della civiltà greca antica e mi ha chiesto dove l’avessi studiata.
    Gli ho risposto che nella scuola elementare che ho frequentato non se ne è fatta parola, dunque che per favore scusasse la mia ignoranza.

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