FINI ANDAVA COMBATTENDO ED ERA MORTO

 

Settimane fa, dalle colonne di “Affaritaliani”, qualcuno ci ha accusati di ossessione anti-finiana. Invece stiamo bene, grazie. È solo che la curiosità sul comportamento di Gianfranco Fini è un inesauribile rovello. Una incompressibile voglia di comprendere l’incomprensibile, di trovare un filo razionale in un progetto che appare demenziale. Infatti, non essendo il Presidente della Camera uno stupido, il non capirlo ci fa dubitare, prima che della sua, della nostra intelligenza. Dunque non trascuriamo nessuna occasione di chiarimento, essendo pronti a riconoscere, con un sospiro di sollievo: “Ci eravamo sbagliati, finalmente abbiamo capito!”

Purtroppo, fino ad oggi ci siamo dovuti contentare della vecchia constatazione secondo la quale il comportamento umano non è guidato esclusivamente dall’intelligenza: so così fosse, gli psicoanalisti sarebbero tutti disoccupati.

Nel suo intervento alla “convention” del Terzo Polo, Fini ieri ha detto che “dar vita ad alleanze coatte rischiava di imprigionare le energie più sane della società e di cancellare una vera democrazia dell’alternanza di cui il Paese ha bisogno”. Le alleanze coatte erano costituite dalla fondazione del Pdl.  Perché questa avrebbe dovuto avere quei catastrofici effetti non è spiegato. Innanzi tutto le alleanze non erano coatte: prova ne sia che Casini ha rifiutato. Poi non è detto che fossero “le energie più sane”: prova ne sia che fra quelle “energie” c’erano anche Bocchino, Granata e lui stesso, Fini. E poi, perché il Pdl dovrebbe cancellare una democrazia dell’alternanza, se oggi tutti – incluso lui, Fini – dicono che questo governo è morto e bisognerebbe farne un altro, di segno opposto, domani? Se questo è possibile, l’alternanza è possibile anche in presenza del Pdl.

Dice Fini: tutto questo Casini l’aveva capito prima. Lui no. O lui non l’ha capito, e dove sarebbe finita, quell’intelligenza di cui poco fa gli davamo atto?, oppure ha accettato di entrare nel Pdl perché gli è stata promessa la poltrona di Presidente della Camera, cui tiene al punto di mancare alla parola data. Dunque è meglio che non dia lezioni.

Il leader del Fli ha poi auspicato che sia archiviato un “bipolarismo primitivo”, anche se questo non significa “cancellare una democrazia dell’alternanza basata su valori condivisi”. Che cosa significhi tutto questo (a partire dall’aggettivo “primitivo”) altri lo capirà meglio di noi.

Comunque, secondo l’articolo(1) del Sole 24 ore che riporta questo intervento, il progetto di Fini e Casini sarebbe quello di un’alleanza con la Lega capeggiata da Roberto Maroni: “La maggioranza indichi un nuovo premier e il Terzo polo, in questo caso, non si tirerà indietro”. Vediamo se abbiamo capito bene: sia Fini sia Casini sarebbero disposti ad allearsi con il Pdl purché il primo ministro non fosse Berlusconi. Il vecchio principio “ttb”, tutti tranne Berlusconi. È politica, questa? Come diceva Eleanor Roosevelt, “grandi menti parlando di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone”.

Ma a tutto concedere, anche accettando questa politica di ripicche e risentimenti da cantanti liriche, i due esponenti del Terzo Polo sembrano dimenticare che Berlusconi non è centrale del Pdl per virtù dello Spirito Santo ma perché i voti se li è conquistati. È lì perché gli elettori ce l’hanno mandato. E ora con quale diritto (stavamo per dire senso del reale) Fini e Casini possono dirgli: “Scostati ché ci vogliamo sedere sulla tua sedia”? Fra l’altro, se ci riuscissero, otterrebbero qualcosa di contrario a ciò che hanno voluto gli elettori.

La verità è che questi sono leader vecchio modello. Di quel genere che reputava che la politica cominciasse il giorno dopo lo spoglio delle schede. Una volta che il popolo si era espresso, si poteva anche andare contro la sua volontà. Bastava organizzare la giusta congiura di palazzo.

Naturalmente siamo abbastanza realisti (cinici?) per non scandalizzarci. In politica chi vince poi si vede dare ragione. Se dunque il progetto finiano fosse fattibile, diremmo: “Perché no?” Ma nella realtà quante probabilità ci sono che Maroni riesca a sfilare il partito dalle mani di Bossi? E quante probabilità ci sono che intenda farlo? E il giorno in cui volesse fare un governo contro il Pdl con chi si alleerebbe, dal momento che il Terzo Polo da solo non basta certo? Col Pd? E il Pd accetterebbe Fini? E Casini rischierebbe di andare (da solo, in quanto non seguito dai suoi elettori) con l’estrema sinistra?

Non è questa l’occasione in cui potremo esclamare: “Finalmente abbiamo capito!” Per oggi ci sembra che il Nostro non si sia reso conto di ciò che gli è successo. Come scriveva Francesco Berni: “E come avvien quand'uno è riscaldato, Che le ferite per allor non sente, Così colui, del colpo non accorto, Andava combattendo ed era morto”.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it
23 luglio 2011

http://komunistelli.oknotizie.virgilio.it/go.php?us=61b51add4de11e6e

FINI ANDAVA COMBATTENDO ED ERA MORTOultima modifica: 2011-07-23T16:26:57+02:00da gianni.pardo
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