IN DIFESA DI BINI SMAGHI

La prima cosa da dire, a proposito del rifiuto di Lorenzo Bini Smaghi di dimettersi da dirigente della Banca Centrale Europea, è che non sono noti i termini del problema. I giornali fanno questo riassunto: per ottenere la nomina di Mario Draghi a presidente della Bce l’Italia ha promesso che Bini Smaghi avrebbe lasciato il suo posto, in modo che nel board (se non si parla inglese nessuno ci capisce) ci fosse almeno un francese. Prima infatti c’era solo il Presidente Jean-Claude Trichet, ora, con la nomina di Draghi, ci sarebbero due italiani e nessun francese. Solo che Bini Smaghi rifiuta di dimettersi e purtroppo per il governo la sua carica è tale che egli non può essere rimosso d’autorità. Può solo dimettersi. E se dice di no, Sarkozy avrà un bell’arrabbiarsi, Berlusconi potrà fargli tutti gli occhiacci che vuole, i giornali potranno ricoprirlo di fango (ne hanno un’abbondante scorta), non c’è modo di mandarlo via. 

Il fatto che molti diano torto a un singolo non è un argomento sufficiente per dare torto a quel singolo. Se cento dicono che la Terra è piatta e uno dice che è sferica, è quell’uno che ha ragione. Dunque in questo campo la prima cosa da dire è che: se nessuna norma impone a quel signore di dimettersi; se nessuno ha il potere di mandarlo via; se infine rimanere su quella poltrona non è reato, tutti i rimproveri sono discutibili: egli sta solo esercitando un suo preciso diritto. Né gli si può dire: “Quello che fai è ingeneroso; quello che fai è contro gli interessi dell’Italia; quello che fai io non lo farei”, perché chi dice queste cose non è chiamato a dimostrare ciò che afferma. E potrebbe anche avere colpe che gli tolgono il diritto di sermoneggiare. Fra l’altro, predicare la generosità a nostro favore è un controsenso. Fa pensare alla bellissima battuta per cui “un egoista è qualcuno che pensa a se stesso e non a me!”

Ma rimane vero che l’atteggiamento di chi si aggrappa alla poltrona disturba. Dunque sarebbe bello conoscere le sue ragioni. E ce ne vogliono, per tirare dritto nel momento in cui si viene crocifissi in tutte le sedi.

Diviene dunque una sapida sfida intellettuale fare delle ipotesi per vedere quali di esse giustificherebbero il suo comportamento.

Una possibilità è che si sia negoziata la nomina di Draghi a presidente della Bce senza tenere conto di Bini Smaghi. Trattandolo dunque come qualcuno che non solo non ha il diritto di dire di no, ma non ha neanche il diritto di sentirsi consultare prima di decidere della sua sorte. O almeno di sentirsi chiedere di andar via con un minimo di cortesia. E questo sarebbe effettivamente offensivo. Sarebbe trattare un altissimo funzionario come una serva cui non si danno nemmeno i famosi otto giorni. In questo caso il grande economista sarebbe forse criticabile, ma meno criticabile di chi è stato scortese con lui.

Una seconda ipotesi, ancora peggiore, è che il governo italiano, nel momento in cui insisteva perché Draghi ottenesse quel posto prestigioso, abbia promesso a Bini Smaghi di subentrargli come governatore della Banca d’Italia. E poi, passata la festa, gabbato lo santo. Anche in questo caso si potrebbe capire che questo alto competente abbia deciso di imporre all’intero Paese da cui proviene la pessima figura che sta facendo, e che meriterebbe in questo caso di fare. L’uomo, ancora una volta, sarebbe criticabile, ma molto meno di chi fa promesse e non mantiene la parola.

In realtà non si sa nulla di ciò che bolle in pentola. Questa è un’occasione per ricordarsi di non emettere sentenze sul prossimo prima di essere in possesso di tutti gli elementi necessari per giudicare.  Come dicevano i romani, audiatur et altera pars, si ascolti anche la controparte. Il signore di cui ci stiamo occupando potrebbe essere una sorta di mascalzone come potrebbe essere un galantuomo che si serve del suo incontestabile diritto per trarre la vendetta più sanguinosa possibile per l’offesa inferta al suo onore. Il silenzio sulle ragioni per  rimanere attaccato alla poltrona fa del resto pensare che egli potrebbe essere convinto di avere delle risposte tali da aggravare la posizione dell’Italia. Tanto che tacerebbe per amor di patria.

Aspettiamo con ansia di saperne di più. E per una volta non si può nascondere una notevole curiosità.

giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

    31/10/11

 

IN DIFESA DI BINI SMAGHIultima modifica: 2011-10-31T07:52:00+01:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo