“VEDRAI, NON CE LA PUOI FARE”

Le caratteristiche e perfino i luoghi comuni di un Paese si possono conoscere anche attraverso le fiction. Gli Stati Uniti, che con i loro prodotti ci inondano, si caratterizzano per due atteggiamenti che, a quanto pare, sono ritenuti obbligatori. Da un lato bisogna precipitarsi a riconoscere i propri torti, anche inesistenti: “È colpa mia, se quell’auto lo ha investito e ucciso. Non avrei dovuto mandarlo a comprare il giornale”; dall’altro bisogna essere sempre ottimisti, anche contro l’evidenza: “Vedrai, tutto andrà a bene”, si dice a chi si è sentito diagnosticare un cancro e “Ce la puoi fare” a chi non sa come disinnescare una bomba. Sono atteggiamenti ridicoli ma indici di una mentalità: a quanto pare gli americani non tollerano chi non riconosce i propri torti o chi non ha costantemente l’ottimismo della volontà.

L’atteggiamento in sé è positivo, soprattutto per quanto riguarda il riconoscimento dei torti. Ma l’esagerazione rende stucchevoli molti film e telefilm statunitensi. L’obbligo retorico di incoraggiare tutti, anche nei momenti più disperati, rischia di divenire grottesco o di suonare come un’irrisione. Ciò malgrado la nostra sudditanza nei confronti del mondo anglosassone sta facendo sì che quell’ottimismo panglossiano stia contagiando anche una nazione vecchia e disincantata come la nostra. 

Una prova l’abbiamo col governo Monti. Questo esecutivo è quotidianamente ricoperto di lodi non per quello che è o per quello che ha fatto ma per quello che dovrebbe fare, per quello che forse farà, anzi, per quello che certamente farà. Per quanto il compito appaia arduo e forse impossibile. Vedrai, ce la puoi fare. Tutto andrà bene, vedrai. 

Questo ottimismo retorico non è solo stupido: è persino crudele. Mentre di fatto fino ad ora il governo è riuscito a dare solo grandi prove di sussiego, si dà ad intendere agli italiani che Mario Monti e i suoi amici potranno fare quello che Silvio Berlusconi o Pierluigi Bersani non avrebbero mai saputo fare. Senza vedere che così li si dichiara sin d’ora colpevoli dell’eventuale fallimento. Mentre colpevoli non sarebbero affatto. Nella Roma antica il dittatore era responsabile delle sorti della patria perché nei suoi sei mesi di mandato aveva tutti i poteri: viceversa nella Roma attuale nessuno può essere responsabile di non evitare un disastro che non ha i mezzi per evitare. 

L’attuale governo  vive del sostegno e del beneplacito dei Capuleti e dei Montecchi, con la differenza che quelle due famiglie si odiavano per motivi per così dire sentimentali mentre qui si affrontano, per motivi molto più seri, gli eredi del comunismo e gli eredi del liberalismo economico. Famiglie che hanno concezioni opposte sul modo di salvare la casa comune dal crollo e che saranno disposte, per il bene della patria, a paralizzare quell’azione del governo che sembrasse loro dannosa. Non c’è di che stare allegri.

Come si vede non si sta affermando che il nuovo governo sia composto da incapaci o provocherà dei danni. Si sta semplicemente osservando che esso non ha i mezzi per agire e che dunque non si può contare su grandi risultati. Qualunque cosa di positivo riuscirà a fare, qualunque cosa di cui non sarebbe stato capace né un governo Berlusconi né un governo Bersani, sarà un miracolo che saremo pronti ad applaudire. Ma una cosa è applaudire un miracolo che si riteneva improbabile, un’altra è rimproverare qualcuno per non aver compiuto un miracolo. 

Benevolo verso Mario Monti non è chi si aspetta da lui la salvezza, ma chi non si aspetta niente – neppure la durata! – ed è pronto a riconoscergli qualunque merito. Anche non grandissimo. 

Il messaggio non deve essere quello dei telefilm americani, ma quest’altro: “Vedrai, non ce la puoi fare. Ma tutto quello che farai sarà tanto di guadagnato”.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

23 novembre 2011

“VEDRAI, NON CE LA PUOI FARE”ultima modifica: 2011-11-23T08:02:02+01:00da gianni.pardo
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