UN ENORME PUNTO INTERROGATIVO

Domande ai competenti

Ogni anno in Italia scadono tutti i titoli di Stato. Quelli che sono stati emessi un anno fa perché è passato un anno, quelli che sono stati emessi cinque anni fa perché sono passati cinque anni, quelli che sono stati emessi dieci anni fa perché sono passati dieci anni. Bisogna dunque, nell’anno, vendere altrettanti titoli. 

La somma totale del debito pubblico è di 1.900 miliardi di euro. Per ogni punto percentuale di interesse sul debito lo Stato paga 19 miliardi. Facciamo che, fino a qualche mese fa, lo Stato pagasse una media del 4%, su questi titoli: il 4% di 1.900 mld è 76 mld. Ora siamo arrivati al 7% e se, per ipotesi, entro un anno tutti i titoli fossero stati rinnovati a questo livello, l’interesse sull’intero debito passerebbe da 76 miliardi a 133 miliardi. La differenza, rispetto a prima, sarebbe di cinquantasette miliardi (19×3).

Sui giornali abbiamo letto che il governo Monti si appresta a varare una ulteriore manovra di 15 miliardi. Ora qui si chiede: se l’ordine di grandezza dei problemi è di diciannove miliardi per ogni punto in più di interesse e se oggi si parla di tre punti in più (57 miliardi in più) dell’anno scorso, che ci facciamo, con quei quindici miliardi?

Questa nota chiede agli amici più competenti di spiegare perché le cose non stanno così (se non stanno così) e come effettivamente stanno. 

Ancora una domanda. Nell’asta di ieri una parte dei Bund tedeschi è rimasta invenduta ed è dovuta intervenire la Bce. Questo potrebbe significare che lo spread con i titoli italiani e spagnoli ha raggiunto il suo limite massimo, tanto che la “sicurezza” dei titoli tedeschi è battuta dalla “redditività, se pure rischiosa”, dei titoli italiani e spagnoli? 

Personalmente reputo che la Germania stia sbagliando pesantemente nel non sostenere adeguatamente l’Italia. Potrebbe essa stessa pagarla più caro di quanto non pensi. La cosa giusta sarebbe stata da un lato garantire il debito italiano (come quello spagnolo e persino quello greco, se si vuole la Grecia nell’euro) in tutti i modi possibili: questo calmerebbe definitivamente la speculazione; dall’altro attuare in Italia una liberalizzazione selvaggia, essendo pronti ad imporla con l’esercito. Risultato: un interesse sul debito tollerabile e un’Italia che riparte come la Cina. Altre soluzioni non se ne vedono. Ma, ancora una volta, aspettiamo lumi da chi ne sa di più.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

23 novembre 2011

UN ENORME PUNTO INTERROGATIVOultima modifica: 2011-11-24T07:49:29+01:00da gianni.pardo
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