MARIO MONTI E I FLABELLIFERI

Chissà, forse il massimo di egualitarismo si trova in coloro che sono nati poveri e non sono stati favoriti in nessun modo. Non potendo chiedere i privilegi degli altri – oltre a non avere nessuna speranza di ottenerli, entrerebbero in contraddizione con se stessi – sognano che almeno tutti siano posti nelle medesime condizioni. 

Proprio per questo, il vero egalitario ce l’ha con le massime personalità: non per invidia ma perché la società si comporta in modo tale da suscitare una comprensibile protesta.  Se si intervista un grandissimo campione dello sport in materia di politica, o un politico in materia di letteratura, e se si riferiscono con rispetto le loro parole, l’egalitario si inalbera. La competenza in un campo non si riverbera affatto negli altri campi. Ciò si vede quotidianamente quando si  fanno parlare gli artisti: questi uomini, certo superiori nell’ambito che è loro proprio, in generale sono di un sinistrismo infantile, utopico e in fin dei conti  desolante. Per l’eccellente ragione che non capiscono niente né di politica né di economia. Un grandissimo pianista ha lasciato le scuole da adolescente e da allora ha speso la maggior parte delle sue ore a suonare: come potrebbe essersi fatto una cultura?

Questi semplici principi sono quotidianamente disattesi dai media. Giornali e televisioni riferiscono gli auguri di Buon Natale del capo della Cristianità cattolica rendendo insulso un uomo intelligente come Joseph Ratzinger. Gli auguri di Buon Natale sono una stupidaggine che bisogna lasciare al privato. Sono parole che dobbiamo dire al vicino di casa perché se le aspetta e penserebbe che ce l’abbiamo con lui, diversamente. Ma nessuno vorrebbe che fosse scritto sulla sua tomba, come titolo di merito: “Augurò Buon Natale a tutti”. Che anche il Papa le dica a quelli che sono venuti ad assistere all’Angelus va benissimo, ma riferirle con compunzione, quasi fossero chissà che notizia, è da malvagi. Non si rende al Santo Padre un buon servizio. Come ha detto Nietzsche, il miglior modo di danneggiare una tesi è difenderla con argomenti.

Il principio per cui non bisognerebbe mai esagerare con l’ossequio sembra sfondare una porta aperta e tuttavia non prevale mai. Fino al giorno prima, le parole dette in qualunque occasione dal sig.Bianchi, Presidente della Repubblica, sono riferite come importanti; dal giorno in cui il sig.Bianchi lascia la carica, tutto ciò che dice è sovranamente ignorato e i media si dedicano a commentare l’apprezzamento del sig.Verdi, nuovo Presidente della Repubblica, alla “prima” della Scala. È l’incompressibile istinto cortigiano. E l’egalitario  ha ragione di arrabbiarsi.

Non si sostiene affatto che tutti gli uomini abbiano uguale valore. Bisogna riconoscere i meriti delle persone eccezionali, senza invidia e addirittura senza porre limiti all’entusiasmo: ma gli atteggiamenti preconcetti di critica o di lode sono insopportabili. Silvio Berlusconi, per esempio, commetteva molti atti di cattivo gusto e si comprende che lo si criticasse. Ma l’atteggiamento era negativo in modo preconcetto e si attaccavano anche comportamenti insignificanti che a proposito di un altro non sarebbero stati nemmeno notati. Questo è difficile da sopportare. Come è difficile da sopportare l’atteggiamento pregiudizialmente positivo nei confronti, oggi, di Mario Monti. Questo Primo Ministro si comporta prevalentemente nel modo giusto, ha chiaramente l’intenzione di fare il bene dell’Italia, ma non per questo bisogna parlarne abbassando la voce come del Santissimo Sacramento. E invece i media assumono nei suoi confronti un atteggiamento tanto incondizionatamente devoto che l’egalitario si ritrova costretto, per continuare a mantenere la propria indipendenza di giudizio,  a vedere che cosa ci sia di criticabile nel nuovo feticcio. Quali delle sue parole costituiscono giuste enunciazioni e quali sono semplici sciocchezze. Perché sciocchezze ne diciamo tutti, una volta o l’altra. 

Il povero Monti, già svantaggiato dalla sua aria di primo della classe, è reso antipatico dalla claque sempre pronta a scattare. E l’egalitario, che non può per sua natura associarsi al coro dei laudatores, è spinto a fargli le pulci.

Purtroppo, essendo onesto, alla fine subisce la beffa di trovarsi costretto a tentare di pensarne il massimo bene per compensare la propria tendenza intima all’antipatia. Deve cercare di vedere tutto ciò che c’è di positivo, in lui. Deve allenarsi a ripetere: “Però, quant’è simpatico!”

Che fatica.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

9 febbraio 2012

 
MARIO MONTI E I FLABELLIFERIultima modifica: 2012-02-09T08:56:15+01:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

5 pensieri su “MARIO MONTI E I FLABELLIFERI

  1. # … per compensare la propria tendenza intima all’antipatia

    l’antipatia di solito nasce dal conflitto tra stili di vita ma a volte può essere “di pelle”: questo tipo di antipatia sfugge alla razionalità e comporta, in una persona onesta, quello sforzo intellettuale di cui Lei giustamente parla, evitando peraltro l'”effetto pendolo”
    Monti a me fa l’effetto del cambio delle lenzuola, con quella sensazione immediata di fresco e di pulito: pur nella mia limitatezza intellettuale, ne sentivo la necessità

  2. Vede, caro oude, ognuno ha la sua storia. Io sono stato da sempre – intendo dalla scuola materna – un outsider vocazionale, e dunque qualcuno che, secondo la Merkel, appare alle vecchie signore come il genero ideale è per me una persona difficile da sopportare. Anche a me piacciono le lenzuola pulite, ma ciò avviene perché sono sicuro che non posano a lenzuola pulite. Lo sono veramente. Mentre per il resto l’apparenza della virtù mi mette in grande allarme. E devo forzarmi alla simpatia. Basta il semplice conformismo a farmi rizzare il pelo.
    P.S. Lei forse non l’aveva pensato, che il barbuto vegliardo sottoscritto è, proiettivamente, un irregolare, un marginale, un contestatore non “intruppabile” 🙂 ?

  3. ” Lei forse non l’aveva pensato, che il barbuto vegliardo sottoscritto è, proiettivamente, un irregolare, un marginale, un contestatore non “intruppabile” 🙂 ?”

    Devo dedurre che Monti è vittima del suo carattere 🙂 ?

  4. caro Professore,
    La leggo volentieri proprio perché “non intruppabile”
    tuttavia non rinuncio, qualche volta, a chiederLe qualche puntualizzazione (che per altro la sua cortesia non nega mai)
    forse le nostre apparenti, lievi divergenze sono ascrivibili ad una mia maggior “fiducia” nel prossimo (a costo di fare spesso la figura del sempliciotto o forse, semplicemente, fino a prova contraria)
    un cordiale saluto

  5. Lei non è affatto un sempliciotto, caro oude. Non è che lo dice per civetteria? Scherzo.
    Avere fiducia nel prossimo un po’ più di me potrebbe anche essere segno di saggezza. Forse io eccedo, nel pessimismo. Forse lei preferisce essere sorpreso dalla negatività del prossimo, piuttosto che pensarne costantemente male, mentre io preferisco essere sorpreso dalla positività del prossimo, quando c’è.
    E sono meno generoso di lei. Lei infatti rischia di sbagliarsi più spesso di me, visto com’è il prossimo. E cionondimeno mantiene la sua apertura. Mentre io ho considerato ogni brutta esperienza una lezione indimenticabile e, quel ch’è peggio, da non dimenticare.

I commenti sono chiusi.