IL SUPER-INDIVIDUO

Un amico – l’ing.Ruggero Micheletto, residente a Yokohama – ha inviato un commento all’articolo “Usciamo dalla seconda preistoria” che val la pena di riassumere e di discutere.

A suo parere, il progresso rappresentato da Internet non si limita a mettere a disposizione del singolo il tesoro della “memoria collettiva”, come sostenevo io, ma “a questa invenzione è collegata anche la lenta e sotterranea creazione di una intelligenza parallela”. Non si parla di un computer geniale ma del fatto che “si può estendere la definizione di idea e intelligenza in maniera tale da considerare le idee che circolano in Internet come entità che crescono ed evolvono, maneggiate da umani ovviamente, che però sono separati nello spazio e nel tempo, e che non hanno il controllo dell’interezza di questi oggetti, ma solo parziale. Però questa entità – che evolve e si riproduce e si adatta – rimane unica come un individuo indipendente”. Un fenomeno analogo avviene col software open source (gratuito) che rischia di soppiantare i prodotti venduti delle grandi marche e che nessuno, per quanto potente, potrebbe ormai eliminare dalla rete. Infatti, se un prodotto è open source, “esistono centinaia di gruppi pronti a rimetterlo in pista! Da un certo punto di vista, sono entità indipendenti… Insomma se io estendo la mia definizione di ‘individuo’ a queste entità, questi individui sono intelligenti evolvono e si moltiplicano secondo la loro natura”.

Mi scuso per le lunghe citazioni, ma tengo ad essere certo di non falsificare le idee del mio corrispondente. 

L’ipotesi di una collettività mondiale che comincia ad agire più o meno come un super-individuo è affascinante. Dubito tuttavia che questo super-individuo sia poi tanto, tanto intelligente. Se cento analfabeti non sono in grado di risolvere un’equazione di terzo grado, non è che mille analfabeti la risolveranno in un battibaleno.

A questo punto di vista pessimistico si può tuttavia opporre l’utilità della conoscenza. A scuola può essere difficile spiegare ai ragazzini la teoria per cui 231/462 è esattamente uguale a ½, e che conviene ridurre 231/462 a ½, nei calcoli. Ma se devono percorrere una strada, e gli si mostra una scorciatoia, quella scorciatoia sarà subito capita e adottata. Perché è comprensibile e utile. Questo spiega in gran parte il progresso della scienza. La gente non ama studiare, in qualche caso rigetterebbe le conclusioni razionali per principi morali, ma in concreto la scienza ha offerto ed offre tanti di quei vantaggi, da avere cambiato la realtà di tutti. Chi nel mondo sviluppato si opporrebbe alla chirurgia, perché il corpo dell’uomo è il Tempio dello Spirito Santo?

Per la pratica dunque, ci si possono aspettare da Internet enormi progressi; invece nel campo dell’intelligenza teorica difficilmente si migliorerà il livello dell’umanità. Qui si inseriscono infatti problemi la cui soluzione è spesso influenzata dall’emotività, dagli idola, dalla religione e dalla filosofia dell’individuo. Il super-individuo potrebbe essere collettivo anche nel senso che della collettività sposa acriticamente la posizione. Per dirne una, se un singolo frequenta un forum o un giornale on line di credenti, non che ricavarne un punto di vista critico ne ricaverà un maggiore fanatismo: perché tutti gli altri lo confermeranno nei suoi pregiudizi che sono anche i loro. Chi raccontasse su un forum di scienza di avere assistito a un miracolo, ad andar bene sarebbe accolto con sorrisi di compatimento. Se lo raccontasse in un forum di credenti, si vedrebbe rispondere da altri credenti che hanno assistito a miracoli simili.

Facendo partecipare alla “discussione” moltissimi individui è molto probabile che il dato giusto venga a galla (chissà, forse si riuscirà a convincere il prossimo che il generale Custer non era un generale e che Lord Brummel non era lord): ma non è detto che il punto di vista scientifico prevalga, se cozza contro le convinzioni correnti. Provate a dimostrare su Internet che l’uomo è intelligente più degli animali, ma non diversamente dagli animali (cioè che la differenza è quantitativa e non qualitativa) e vedrete quante persone riuscirete a convincere. Analogamente, provate a dimostrare, sia pure citando Benedetto Croce, che è meglio avere governanti capaci che onesti (visto che questi ultimi, se incapaci, possono in buona fede provocare disastri maggiori di quelli che provocherebbero i disonesti), e vi troverete tutti contro. Anche il superindividuo si sente molto morale, è superficiale, è pieno di pregiudizi, per l’ottima ragione che la serie dei numeri dispari sarà pure infinita, ma contiene solo numeri dispari. 

La comunità di Internet sarà dunque ricchissima di dati concreti (quant’è alto l’Everest? Come si cura la malaria? Chi inventò la stenografia?) ma per il resto il super-individuo rischia di essere un livellamento della mentalità corrente. E, come diceva Pitigrilli, un milione di sardine non è molto più intelligente di una singola sardina.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

23 febbraio 2012

 
IL SUPER-INDIVIDUOultima modifica: 2012-02-23T16:32:11+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “IL SUPER-INDIVIDUO

  1. Il pericolo è che la congerie di fanatici si sposti poi dal mondo virtuale a quello reale, realizzando i pogrom che teorizza in rete. Potrebbe essere più deleterio dell’atomica dell’Iran.

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