IL SUCCESSO PIROTECNICO DI RENZI

 

Il bello, parlando di Matteo Renzi, è che ci si sente assolutamente liberi. Riguardo agli uomini politici di solito c’è un’inevitabile prevenzione. Raramente positiva (per esempio, riguardo a De Gaulle) e più spesso negativa: e qui è inutile fare esempi. Per concedere che il personaggio positivo abbia detto una sciocchezza (“Vive le Québec libre!”), o il personaggio negativo una cosa giusta, è necessario superare resistenze intime. Viceversa per quanto riguarda Renzi da un lato ci si sente liberi di apprezzarne la schiettezza, la semplicità, perfino la spontaneità e il coraggio, e dall’altro non è necessario vincere speciali remore per dire che, in una certa misura, è un arruffapopolo.

Questo gli concede uno status unico. È come quando, nei campionati del mondo, si assiste ad una partita fra due squadre che non appartengono al nostro girone: si tifa per quella che gioca meglio, senza essere accecati da una posizione preconcetta. Analogamente, se si chiede all’italiano medio, prima ancora di sapere per quale partito vota, se al sindaco di Firenze augura di riuscire ad attuare quella svolta nella politica italiana che molti attendono da decenni, si può star certi che la risposta sarà positiva. Ma il problema è un altro: è possibile che ciò avvenga? E se è possibile, è possibile che l’attui Renzi?

La leggenda affermava che chi fosse riuscito a sciogliere il nodo di Gordio sarebbe divenuto padrone del mondo, ma nessuno ci riusciva. Quando fu il turno di Alessandro Magno ecco che il macedone lo tagliò con un colpo di spada. Soluzione altamente simbolica, per un condottiero di eserciti, ma al riguardo si può anche fare un’ipotesi più terra terra. Alessandro potrebbe aver pensato: “Se prima di me tanti ci hanno provato senza riuscirci, può darsi che non si tratti di una prova d’intelligenza o di abilità, e che la soluzione sia impossibile. Dunque il problema si risolve tagliando il nodo invece che sciogliendolo”.

Nella politica italiana si parla di riforme importanti da molti decenni, ed essendo statisticamente improbabile che tutti gli uomini politici e tutti i Presidenti del Consiglio siano stati degli imbecilli, può darsi che questo nodo sia impossibile da sciogliere. Forse  l’impresa potrebbe essere compiuta da un uomo straordinario, come De Gaulle, oppure da un dittatore illuminato, o infine essere la conseguenza di una guerra o di un evento traumatico come il fallimento dell’Italia. Se così fosse, non ci sarebbe nulla da sperare da Renzi: non per incapacità dell’uomo, ma perché il compito è sovrumano. Il sindaco di Firenze non ha, come Alessandro, una spada abbastanza tagliente.

E tuttavia, per amore di discussione, vediamo se, ammettendo che l’impresa sia realizzabile, Renzi sia l’uomo giusto per attuarla. Indubbiamente il giovane è risoluto: basti vedere come è riuscito a divenire segretario del Pd senza prima avere ottenuto il consenso degli ottimati ed anzi trattandoli da cariatidi da archiviare. Inoltre ha un forte senso del reale: ha capito che gli esponenti del Nuovo Centrodestra non possono far cadere il governo perché rischierebbero di cadere, loro stessi, nell’insignificanza e forse nell’inesistenza. Anche se tornassero in Forza Italia Berlusconi li accoglierebbe per riavere il loro elettorato, ma rimarrebbero congiurati privi di successo, e dunque dei reietti. Per questo il giovane sindaco reagisce alle loro minacce con malcelato sarcasmo. E ugualmente con ragione, dal punto di vista del senso del reale, si permette di trattare con scherno Fassina. Richiama spesso la sua investitura popolare e sa di poterla vittoriosamente opporre alla nomenclatura del partito. Ma tutte le belle qualità di questa medaglia hanno un rovescio.

In primo luogo Renzi ignora che un certo suo famoso concittadino ha insegnato che il Principe deve essere, nella sostanza, una volpe e un leone, come è lui, ma all’apparenza deve sembrare un agnello pieno di virtù. Del resto, è per non avere seguito questo consiglio che D’Alema non ha fatto la carriera che si aspettavano in molti, e soprattutto lui stesso. Farsi odiare da tutti è sempre un errore. Oggi Renzi ha contro di sé l’opposizione, il Nuovo Centrodestra, il governo di Letta, il suo stesso partito, il Presidente della Repubblica e buona parte dei giornali. Se anche riuscisse a far varare una nuova legge elettorale (dopo tutto si è obbligato a votarla), e facesse cadere il governo, poi con chi pensa che governerebbe? Si crede talmente furbo da fare i miracoli che non sono riusciti a Bersani?

Per Renzi bisogna forse rispolverare il concetto di hybris: quell’eccesso che gli dei puniscono. Chi ama il successo pirotecnico dimentica che i fuochi d’artificio durano minuti, non anni.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

5 gennaio 2014

 

IL SUCCESSO PIROTECNICO DI RENZIultima modifica: 2014-01-06T11:15:48+01:00da gianni.pardo
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