UN PUNTO DI VISTA SULL’ATTUALITA’

Sul passato abbiamo dati pressoché sicuri, e anche sulle conseguenze concrete di ciò che i protagonisti hanno fatto. Il presente invece, che dovrebbe essere l’ovvio perché l’abbiamo sotto gli occhi, è in realtà avvolto nella nebbia.
Così è lecito porsi la domanda: “Che senso hanno avuto gli avvenimenti di questi giorni?” Forse per la prima volta nella storia è avvenuto che degli Stati hanno regalato montagne di denaro ad altri Stati. È vero, erano all’interno di un trattato pomposamente chiamato Unione Europea; è vero, sono per la maggior parte prestiti; rimane tuttavia il fatto che dei miliardi sono passati di mano a titolo di aiuto, e qualcuno qualcosa ci rimetterà. Qual è la spiegazione?
Le anime belle si lanciano a dire che l’Europa tende ad unirsi, ha spirito solidale, sente finalmente di costituire una comunità e proprio per questo avrà un grande futuro. L’altra spiegazione, quella dei realisti, è naturalmente meno elegante.
In occasione della crisi del Covid-19, i grandi Paesi si sono resi conto che la situazione era troppo grave per metterci la solita pezza. Per il 2020 l’Italia sta prendendo in considerazione un calo del prodotto interno lordo intorno al 12%. Qualcosa di catastrofico. Così hanno creduto di dovere scegliere: o scaricare l’Italia, pagando il prezzo richiesto per questa operazione, oppure fare un ultimo, disperato tentativo. Fare insomma quella serie di cose assurde che si fanno quando ci si sente in pericolo.
Partiamo dall’opinione che si ha all’estero di questo bellissimo ma scapestrato Paese. L’Italia è sull’orlo dell’abisso e sa soltanto sprecare miliardi. Uno di questi giorni le Borse potrebbero non comprare i suoi titoli ed essa fallirebbe. Dunque, con le sue sole forze, potrebbe non superare il momento di crisi. E questo sarebbe il meno: il fatto è che, fallendo, potrebbe tirarsi dietro l’euro e, chissà, l’Unione Europea.
Allora, si sono detti anche a Berlino, la abbandoniamo al suo destino o forniamo a questa demente la possibilità di entrare per l’ultima volta nella sala da gioco e tentare di rifarsi? Se la fortuna non l’assisterà, se perderà anche questa posta, la lasceremo affondare. Avverrà allora quello che potrebbe avvenire già oggi. Ma così abbiamo una speranza.
Certo, nessuno deve farsi illusioni. Non ci sarà una seconda occasione. Non si può sovvenzionare un ludopate per tutta la vita. Questi smette di giocare quando si è giocato anche i bottoni della camicia e non ha più un tetto. Non c’è esortazione, non c’è ragionamento, non c’è esperienza fatta da altri che possa spingerlo a cambiare strada. E tuttavia i rischi rimangono grandissimi.
Allora a Berlino e a Parigi si sono detti: “E sia. Spes contra spem, ottimismo della volontà, o comunque si voglia chiamare la nostra attuale follia, proviamoci. Chissà che stavolta, sotto il morso della necessità, la penisola non guarisca dai suoi mali”.
Personalmente, non essendo un ottimista, questo tentativo non l’avrei fatto. Non per non aiutare l’Italia, e non per risparmiare i soldi dei contributori netti, ma soltanto perché, in tutta sincerità e mestizia, non credo che l’Italia sia capace di riformarsi.
Non ce l’ho col fatuo Giuseppe Conte e i suoi disorientati amici del M5S. Anche se il governo fosse guidato da Mario Draghi, anche se fosse sostenuto dai moderati, o perfino da una Große Koalition, rimarrei scettico. All’Italia manca il senso del reale. E senza il senso del reale non si può curare nessun male che derivi dall’illusione. Chi riuscirebbe a convincere il paranoico religioso che la fine del mondo non è imminente?
E questo è il meno. La montagna di miliardi che ci è promessa dovrebbe arrivare a metà dell’anno prossimo. E come sopravvivremo, noi, fino ad allora? La panacea potrebbe esserci consegnata quando il malato è già morto. Neanche il Mes, di cui tanto si parla, è una soluzione. Perché quei soldi sono vincolati alle spese sanitarie. E gli ospedali curano, non forniscono da mangiare. Non sono ristoranti per i disoccupati.
Io dubito perfino che saremo in grado di presentare in tempo i piani “particolareggiatissimi” delle riforme che ci sono richieste. E siamo sicuri che il Parlamento le approverebbe, malgrado i tanti interessi che esse andrebbero a colpire? Tanto ci credono, i nostri stessi governanti, che non hanno nemmeno cominciato ad occuparsene. E i Paesi “frugali” si accontenteranno di qualche paginetta “pro forma”?
Come dico sempre, meno male che abbiamo Giuseppe Conte. Con un simile condottiero, non si può dubitare della vittoria.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

UN PUNTO DI VISTA SULL’ATTUALITA’ultima modifica: 2020-07-23T10:21:45+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “UN PUNTO DI VISTA SULL’ATTUALITA’

  1. Prof. da misantropo quale sono,sà quando ho iniziato ad avere paura del Covid-19, nel momento stesso in cui i governatori si vantavano della loro bravura, i virologi si svillaneggiavano tra di loro e dulcis in fundo il presidente della mia regione ha iniziato a “trombettiare”. Con buonsenso ho capito: “o billoco ll’acqua”. Saluti Prof.

  2. Io mi limito a dire che vedere Conte accolto in trionfo come Giulio Cesare di ritorno dalla Gallia
    ..per me è stato veramente troppo…

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