IL PROGRAMMA SOSTANZIALE DI DRAGHI

Pare che Montanelli amasse ripetere agli intimi: “Amico mio, ricordati che di vero, riguardo a quello che leggi sui giornali, non c’è neppure il dieci per cento”. La percentuale è azzardata: in realtà i fatti veri, nudi e crudi, sono ben più del 10%. Per esempio: “Quattro morti in un drammatico incidente stradale”. È il loro significato che spesso non viene spiegato. E nemmeno può esserlo. A che ci serve leggere: “Un’ora di colloquio tra il presidente americano e quello russo”? Solo la storia, anni dopo, ci informerà su ciò che si sono detti e sulle conseguenze che ne sono derivate. In questo senso i giornali non ci forniscono nemmeno il 10% della notizia.
Analogamente, malgrado ore ed ore di bla bla in televisione, in questi giorni non sappiamo nulla del perché del posizionamento dei vari partiti. E ancor meno delle loro piroette, come nel caso del M5s. Come non sappiamo nulla delle personalità che Mario Draghi intende proporre come ministri. Soprattutto non sappiamo che cosa Draghi intenda fare riguardo alle prime necessità, quali vaccini, Next Generation Ue (NGU), riforme, blocco dei licenziamenti e, come sempre, debito pubblico. Per non dire che forse in Parlamento i partiti gli metteranno i bastoni fra le ruote.
A questo punto non rimane che guardare ai pochi dati obiettivi, che però sono tremendi. Per la pandemia l’Italia ha speso centocinquanta miliardi senza cavare un ragno dal buco. Ha spazzato la sporcizia sotto il tappeto arrivando per giunta a novantamila morti. Quanto all’economia, è ferma. Il blocco dei licenziamenti scade a marzo e sarebbe un disastro tanto abolirlo quanto confermarlo. Il documento da presentare a Bruxelles per i fondi del NGU è di difficile redazione (infatti il precedente governo l’ha lasciato a bagnomaria) ed è soprattutto “divisivo”. Inoltre l’Europa condiziona l’erogazione dei miliardi alla realizzazione di grandi riforme e il Paese non ha mai saputo attuarle. Insomma il dato di cui non si tiene sufficientemente conto è che il difficile non è “con chi” fare le cose, ma “quali” cose fare.
Certo, il passato recente non aiuta. Con la scusa della pandemia, e l’avallo di Bruxelles, la filosofia del governo è stata che bisognava smettere di far di conto e soccorrere tutti coloro che sono in bisogno. Da qui i centocinquanta miliardi buttati al vento. Abbiamo fatto balzare il debito pubblico dal 134% a circa il 160% e non abbiamo affatto aiutato tutti coloro che sono in bisogno. E tuttavia è come se i prestiti che ci aspettiamo dal NGU quasi per tre quarti li avessimo già spesi.
I compiti che attendono Draghi non sono difficili: sono impossibili. Soltanto un governo di incompetenti (come quello Conte) può pensare che si possano fare debiti all’infinito. Da economista, Mario Draghi a simili fanfaluche non crede. Dunque si preoccuperà di frenare la corsa al debito pubblico e di non allarmare né i mercati né la Bce, piuttosto che travestirsi da Babbo Natale, spargendo denaro dall’elicottero.
In sostanza, non è il governo che deve suscitare la nostra curiosità, ma ciò che esso potrà fare di concreto. Noi non siamo riusciti a realizzare una seria riforma della giustizia, benché da molti decenni sia chiaro a tutti che essa è necessaria e urgente. E ciò perché il partito dei magistrati non vuol essere disturbato e non vuole che gli si tolga il potere abusivo che si è conquistato. Per questo minaccia sottotraccia chiunque osi provarci. A carico di chiunque c’è sempre la possibilità di scoprire qualche magagna, vera o immaginaria, che manderà in galera l’incauto o lo cancellerà dalla vita civile. Al riguardo, leggere “Il sistema Palamara”.
Analogamente, la riforma della Pubblica Amministrazione richiederebbe una maggiore produttività degli addetti, un’enorme semplificazione delle procedure (con conseguente riduzione del personale) e una perdita di posti di lavoro. Ovviamente ciò provocherebbe la fiera opposizione di milioni di dipendenti. Cioè di quella base elettorale che nessun partito osa alienarsi.
Qualcuno chiederà: ma allora, sia pure mantenendo la letargica organizzazione attuale, perché non si snellisce la burocrazia? Semplicemente perché il lavoro, benché inutile, rimane enorme. Per lottare contro la corruzione i Parlamenti hanno talmente moltiplicato leggi, regolamenti, bolli, firme e controlli, che alla fine, anche in base al fantomatico ologramma dell’abuso d’ufficio, il più onesto dei burocrati può ritrovarsi condannato penalmente. E allora ognuno di loro non si preoccupa più di “fare andare avanti la pratica”, ma di proteggere sé stesso dalle accuse e dalle incriminazioni. E comunque, se qualcuno parlasse di abolire il codice degli appalti, o di ridurlo a una paginetta, i Cinque Stelle e la sinistra intera lo accuserebbero di essere il capo dei truffatori dello Stato.
Sempre a proposito di riforme, parliamo di scuola. E qui non è neanche questione di soldi. I nostri studenti, come risulta dalle rilevazioni Invalsi, sono fra i più ignoranti del globo. Come porre rimedio a questa situazione? Bocciando gli asini. Ma un simile progetto è fantascientifico perché sbatte contro la convinzione nazionale che nella vita non servono le nozioni che danno gli studi, ma “il pezzo di carta” che li certifica. E infatti si comincia con le raccomandazioni sin dalla scuola dell’obbligo.
Un tempo esistevano cinque o sei facoltà. Oggi esistono le lauree nelle materie più fantasiose e tutte hanno un punto in comune: garantiscono l’ignoranza del laureato. L’Italia ha soltanto saputo ridurre gli anni degli studi da quattro a tre. Probabilmente in vista di passare da tre a zero, fino alla laurea di cittadinanza. I Cinque Stelle non l’hanno introdotta soltanto perché, non avendo mai frequentato un’università, non ci hanno pensato.
Le riforme sono impossibili. Ce ne impongono quattro e noi non siamo mai stati in grado di vararne una. E i partiti, rappresentanti del popolo, si opporranno in tutti i modi, Draghi o non Draghi. Auguri.
Gianni Pardo
giannipardo1@gmail.com
5 febbraio 2021

IL PROGRAMMA SOSTANZIALE DI DRAGHIultima modifica: 2021-02-05T15:24:09+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “IL PROGRAMMA SOSTANZIALE DI DRAGHI

  1. Tutto giusto e vero, e infatti non capisco come Draghi abbia accettato il mandato, seppur “esplorativo”. Poteva cominciare a tossire, stralunare gli occhi e fingere un incipiente Covid, seppur leggero. Perché già è cominciato il mal di pancia dei 5S e la condizione “purché ci siano politici”. Come se un “tecnico” del calibro di Draghi (che non è quello che ti ripara la lavatrice) non faccia “politica” in ognuna delle sue decisioni, quando si tratta di scegliere tra più opzioni. Ma chiaramente per “politici” si intendono i parolai, i “filosofi”, gli “ideologi”; insomma, i venditori della lozione miracolosa per i capelli. Fossi Draghi, non metterei neanche uno dei “politici”, anzi, tra i tecnici, proprio uno di quelli che riparano lavatrici, che sanno fare diagnosi giuste e fanno riparazioni durevoli; perché ragionano, immaginano la soluzione giusta, la applicano e controllano i risultati anche a lungo termine assumerndosi la responsabilità (“se più avanti ci sono problemi mi faccia uno squillo”). Tanto, tempo due-tre mesi la “casa” brucerà e la colpa sarà di Draghi, non di chi in cantina ha lasciato il gas aperto. Draghi, “ammalati”!

  2. Ma non sia pessimista! La soluzione c’è, e la bellezza di 100 (cento; CENTO) economisti ce l’hanno: “SIA CANCELLATO IL DEBITO”. E il mondo sta esplodendo in un “eureka!”.
    Io aspetto solo quello, poi andrò in banca e griderò “cancellatemi il mutuo!”. E se non lo fanno subito, distribuirò randellate in testa invocando la Costituzione e recitando i nomi dei CENTO.

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