DELUSIONE

È triste doverlo scrivere, ma il discorso di Mario Draghi per presentare il programma del nuovo governo è stato una delusione. Doppia, tripla, quadrupla.
Innanzi tutto è stato lunghissimo, cinquanta minuti. Nei giorni scorsi si scommetteva se sarebbe stato uno dei più brevi della serie repubblicana, e la realtà è stata tutt’altro. In secondo luogo, ci si aspettava – o, almeno, io mi aspettavo – che avesse il coraggio, forse il coraggio della disperazione, di affrontare subito i problemi più scottanti e gli argomenti più divisivi, in modo da far capire ai partiti che sostengono il governo che devono prepararsi, ognuno per la sua parte, ad inghiottire rospi in quantità. Invece il lungo sproloquio buonista, europeista, ambientalista e atlantista è stato un grigio, noioso libro dei sogni. La solita solfa. Le poche punte interessanti, che si potrebbero andare a pescare, sono annegate in una tale quantità di formulazioni generiche, che l’unico riassunto che si potrebbe darne è: la tentazione di addormentarsi.
Forse, in questo senso, avevo sopravvalutato Draghi. È un fuoriclasse, a giudicare dalla sua carriera, ma non è un uomo brillante. Il suo discorso è il tema del primo della classe, l’onesto discente che fa contenti i suoi professori scrivendo una summa delle cose che gli hanno insegnato, senza azzardarsi a contestarle e nemmeno a presentarle criticamente. È mancato soltanto che si dichiarasse a favore della pace nel mondo: ma che questa fosse le sua opinione si è capito lo stesso.
Da immemoriali decenni non ascolto il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, talmente sono sazio di prediche. E lo stesso ho sempre fatto per i discorsi di presentazione dei nuovi governi, preferendo, come libri di fiabe, quelli di Perrault e dei Fratelli Grimm. Stavolta ho fatto un’eccezione, ma l’aspettativa è andata delusa su tutta la linea.
Questo non mi indurrà a cambiare opinione sui programmi di insediamento dei nuovi governi. Neppure in senso negativo. Aspettiamo i fatti, secondo quanto consigliato dallo stesso Presidente del Consiglio. Comunque, per assistere allo spettacolo, abbiamo tutti un’ottima visibilità, dal posto in cui siamo seduti. E, per quanto mi riguarda, sono anche fornito di fazzoletto, se mi dovesse capitare di piangere.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
17 febbraio 2021

DELUSIONEultima modifica: 2021-02-17T12:35:17+01:00da gianni.pardo
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