ASTRAZENECA

AstraZeneca. Avete letto il titolo? Siete attenti cultori della materia? Avete comunque idee precise al riguardo? Se sì, vi prego, non leggete questo articolo.

Quando la passione collettiva, per qualsivoglia ragione, anche giustificata, si impossessa di un argomento, fino a farne quasi un articolo di fede, ogni controdimostrazione è inutile. Da una vita mi capita di segnalare che Gesù aveva cinque fratelli e per conseguenza sua madre non poteva essere vergine. Per dimostrarlo ho citato non qualche eretico o qualche miscredente, ma soltanto tutti e quattro i vangeli. Uno di essi, di quei fratelli fornisce addirittura i nomi. Non ho convinto nessuno. E poi c’è la storia, secondo cui la chiesa di Gerusalemme, dopo la morte di Gesà, fu guidata da suo fratello Giacomo. Ma, almeno, ho scandalizzato qualcuno, qualcuno mi ha contestato, qualcuno mi ha scritto per insultarmi? Nemmeno quello.
Altro caso. Quante prove abbiamo di una vita dopo la morte? Nessuna. Chi crede ad una vita dopo la morte? La grande maggioranza. Senza nessuna prova la gente crede ad un’esistenza dopo la morte e senza nessuna prova la gente crede che il vaccino AstraZeneca uccida. Credunt quod cupiunt et credunt quod timent. In queste condizioni, volete che io sprechi il mio tempo parlando con chi ha già un’opinione?
Questo articolo si rivolge a qualcuno che non ha già un’idea precisa e vuole esercitare il suo senso critico. Gli argomenti non sono in ordine d’importanza.

1 IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE è tanto noto quanto assurdo. L’ho scritto – e creduto di dimostrare – tante di quelle volte che non ho più voglia di farlo. Dirò soltanto che chi ci crede non dovrebbe mai più, in nessun caso, andare in auto o mangiare cibi che non ha seminato e raccolto personalmente nel suo orto. Sperando che nessuno glieli abbia nottetempo contaminati. L’unica seria applicazione del principio di precauzione è non nascere.

2 LA FRETTA. L’attuale congiuntura epidemiologica ha provocato una distorsione nella corretta applicazione del metodo scientifico. Da un lato c’era la drammatica fretta di evitare le morti per Covid-19, dall’altro i tempi normali per i controlli di efficacia e non nocività per l’approvazione di un vaccino erano molto lunghi. Il risultato è stato che il primo vaccino entrato in funzione, lo Sputnik della Confederazione Russa, è stato sospettato di essere non soltanto pericoloso e insicuro, ma addirittura concretamente iniettato per fini propagandistici: la Russia alla testa del progresso, come con lo Sputnik del 1957.
In realtà, tutto ciò è dipeso dalla fretta. Col tempo e con la calma, si potevano seguire (ed esibire la relativa documentazione) tutti i normali protocolli per l’approvazione del vaccino. Ma nel frattempo parecchia gente sarebbe morta. Dall’altro si poteva saltare subito alla somministrazione e, se il vaccino fosse stato buono, ottenere ottimi risultati prima degli altri. Ma senza la serenità data dai controlli previsti dai protocolli. È stato un po’ come una scommessa. In conclusione: lo Sputnik è sì o no un buon vaccino? Scientificamente ancora non lo sappiamo. Per saperlo, bisogna aspettare che siano state portate a termine le normali procedure e ne siano stati debitamente comunicati i risultati aghli organi di controllo. Ma se non esistesse nessun altro vaccino, e se avete paura del Covid-19, correte a farvi iniettare lo Sputnik. Naturalmente, seppure al livello individuale. è una decisione “politica”, non “scientifica”.

3 L’ETÀ: 55, 65, 70, 80? Il vaccino AstraZeneca è stato criticato, e reputato poco serio, perché prima si è detto che andava bene soltanto per coloro che non avevano superato i 55 anni, poi il limite è stato spostato a 65, 70 e via di seguito. Che cosa bisogna pensare?
La risposta è nel punto 1 di questo testo. Se gli scienziati avessero avuto il tempo di “testare” adeguatamente il vaccino avrebbero subito saputo a quali fasce d’età era adatto. Invece, pur di venderlo subito, e rispondere alla pressante domanda mondiale, l’hanno venduto – buttandosi sul sicuro – come adatto soltanto ai giovani. Poi, essendo stato somministrato a centinaia di migliaia di persone, si è per così dire completata la sperimentazione (quella che di solito bisognerebbe portare a termine prima di mettere in vendita il vaccino) e si è visto che esso era efficace e privo di serie controindicazioni per età superiori. E così si è arrivati ai cambiamenti che tanto hanno allarmato i consumatori. “Questi di AstraZeneca non sanno neppure loro a quali età è adatto il loro medicinale?” Il fatto è che o aspettavano altro tempo, facendo esperimenti, o aspettavano i risultati della somministrazione di massa. Hanno scelto la seconda ipotesi.
È per precauzione, all’inizio, che non hanno subito detto che andava bene per qualunque età. La coperta troppo corta.

4 GLI ERRORI DI COMUNICAZIONE.Ecco un esempio fra gli altri. Quando la gente ha cominciato ad allarmarsi, le società farmaceutiche e i competenti non si sarebbero dovuti affannare a dire che non c’erano rischi, avrebbero dovuto dire: primo, ci sono rischi, e si chiamano controindicazioni; secondo, se questi rischi si concretizzano in un numero ridotto di casi, essi vengono messi nel conto e accettati. Per quanto riguarda i casi segnalati, aspettiamo le autopsie. Chi ha paura di un farmaco perché una volta su due o tre milioni provoca la morte, non lo prenda e non rompa le scatole agli altri. Punto.

5 CHE COS’È IL NESSO DI CAUSALITÀ? Il problema dell’esatta natura di questo nesso è tale che se ne è occupato – nientemeno – Galileo Galilei, nella sua formulazione del metodo scientifico. Se qualcuno, un martedì, dopo che un gatto nero gli ha traversato la strada, dopo che ha incontrato un noto iettatore, che per fortuna neanche lo ha visto, posa male un piede su un gradino di una scala a pioli, il piede gli scivola sul gradino sottostante, tarlato, quel gradino si rompe, il malcapitato cade e si rompe una gamba, qual è la causa dell’incidente? il gradino tarlato, la sua distrazione, lo iettatore o il fatto che la scala era stata appoggiata male al muro? È ovvio che l’incidente si è verificato “dopo” tutti quei fatti, ma quale di loro è la causa? Uno, tutti o nessuno di essi ? Ecco il problema che poneva Galileo, suggerendo, quando è possibile, di ripetere l’esperimento eliminando ad una ad una le possibili cause, per vedere quando l’effetto veniva meno. Anche se, ovviamente, le cose potrebbero essere anche più complicate di così.
Per questo, quando leggiamo il numero dei morti per Covid, abbiamo sempre il dubbio: sono morti “a causa” del virus o “avendo” il virus e morendo per un’altra causa? Bisognerebbe fare l’autopsia ad ognuno di questi morti. E ieri sono stati cinquecento. E se questo è vero per i “morti per Covid”, figurarsi per i morti per vaccino, se ci sono. Senza dire che, sentivo stamani, è morta una signora giorni dopo l’inoculazione del vaccino (Pfizer, credo) senza pensare che un vaccino non provoca effetti collaterali all’infinito, ma entro 48 ore, di solito. Ma l’avvocato della famiglia sta ancora indagando. Non mi meraviglierei se mi dicessero che “la Procura, non avendo altro da fare, ha aperto un fascicolo”. Per questo, parlando di decessi per vaccino, rimango scettico non sulla possibilità che qualcuno di essi occasionalmente causi qualche morte, ma sulla facile dimostrabilità del fatto. Già i romani avvertivano di non saltare alla conclusione: post hoc non significa propter hoc, dopo di qusto non significa a causa di questo.

6 IL BILANCIAMENTO FRA COSTI E BENEFICI. Farmaco, in greco, significava veleno. Addirittura, per chi volesse saperlo, un vaccino è una dose attenuata di ciò che causa la malattia, affinché il corpo produca degli anticorpi (delle difese) nel caso che poi si presenti la malattia vera e propria. Il vaccino è stato inventato da Louis Pasteur e il suo stesso principio si è dimostrato così allarmante che già allora lo scopritore (che, per sua sventura, non era neppure medico) è stato considerato un folle che avvelenava il prossimo. Poco importa che ci abbia salvato da un’enorme quantità di malattie, poco importa che i vaccini abbiano prolungato la vita media dell’umanità, poco importa che abbia addirittura fatto sparire autentici flagelli come il vaiolo, una sola malattia letale non ha curato: la stupidità. La stupidità si è appigliata al fatto che non soltanto farmaco significa veleno, ma qualche volta effettivamente uccide. È questa la ragione per la quale in questi giorni, chi riceve il vaccino deve poi rimanere in loco per circa un quarto d’ora, per essere sicuri che non ci sia un immediato shock anafilattico, cui soltanto un farmaco adatto e un medico capace possono adeguatamente rispondere, evitando l’effetto letale. Ma le controindicazioni (terroristiche, quelle indicate nei cosiddetti “bugiardini”) non ci frenano dall’usare medicinali. Sono rischi percentualmente calcolati, come quelli che assumiamo uscendo in automobile.
Se il vaccino avesse la stessa percentuale di morti che ha il Covid, i morti dovrebbero essere infinitamente di più. Lascio il calcolo a chi non ha paura dell’aritmetica, io ho fatto troppe cattive figure, in questo campo. Su sessanta milioni, ieri, cinquecento morti. Quanti dovrebbero essere su trecentomila vaccinati i decessi comprovatamente a causa del vaccino?

7 SOSPESA LA SOMMINISTRAZIONE. Qualcuno naturalmente chiederà: “Ma se le cose stessero come tu dici, come mai tanti Stati importanti dell’Europa hanno sospeso la somministrazione?” La risposta sta nell’adagio: “Sono il loro capo e dunque li seguo”. I popoli delle grandi democrazie si sono allarmati per presunti effetti letali del vaccino di AstraZeneca e le democrazie (a partire da quella tedesca) per dimostrarsi sensibili al “grido di dolore” del popolo, e lpreoccupati per esso (“principio di precauzione”), intanto hanno sospeso la somministrazione. Poi faranno finta di fare ulteriori esami e infine domani, giovedì, diranno che va tutto bene e si può riprendere a somministrare il vaccino. Mi gioco un caffè. I governanti non hanno considerato che, così facendo, in contraddizione con le dichiarazioni precedenti, hanno avallato le paure della gente, la quale ora potrebbe lo stesso continuare a diffidare del vaccino peché, in primo luogo, e giustamente, dubita della serietà dei governi. Allegria.

Se avete letto questo testo malgrado la mia avvertenza iniziale e se, come è vostro diritto, non siete d’accordo, non scrivetemi. Eventualmente inserite il vostro commento su giannip.myblog.it e discutetene con altri amici. Io, molto probabilmente, non interverrò. Grazie.
Gianni Pardo giannipardo1@gmail.com
17 marzo 2021

ASTRAZENECAultima modifica: 2021-03-17T11:52:55+01:00da gianni.pardo
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8 pensieri su “ASTRAZENECA

  1. Solo per correggere una probabile distrazione dell’autore.

    “Padre” del vaccino è considerato Edward Jenner, che ne fece la prima applicazione su base empirica, non Pasteur.

  2. Parlando di errori di comunicazione, Gianni Pardo non ha sottolineato a sufficienza la gravità di questi errori. Il cittadino ha sensazione disperante che tutti mentano.
    Ecco un esempio di parlar chiaro. “I contratti che l’Europa ha stipulato con le Case produttrici si sono rivelati inaffidabili. Ora ci troviamo in questa situazione: le poche dosi di Pfizer che abbiamo ricevuto stanno per finire (in Sicilia agli ultraottantenni viene annullata d’autorità la data della somministrazione della seconda dose “ci faremo sentire noi”). Abbiamo il vaccino AstraZeneca. Che sia migliore o peggiore dell’altro (si dice che copre circa il 60% di rischio); che provochi effetti collaterali più o meno gravi (si dice più gravi); che sia efficace o no contro le varianti (si dice che non lo sia); ebbene questo abbiamo e questo dobbiamo usare. Costituisce in ogni caso un argine contro il diffondersi della malattia. In Inghilterra ha dato buoni risultati”.
    Invece, se il cittadino esprime dei dubbi, si sente fare la morale, bacchettato e trattato da retrogrado ignorante (“ma i vaccini si devono fare!”); assimilato ai no vax, ai complottisti e ai superstiziosi; costretto a credere al bianco e al nero contemporaneamente come se fosse un completo imbecille. Si usa la malafede (“allora preferisci 500 morti al giorno?”) e perfino l’irrisione sussiegosa (“il vaccino non si può scegliere come un menu”). Si riesumano perfino i protocolli di guerra, con le loro clausole inevitabilmente ciniche. Pensose lezioni di storia e di vita, spesso stando al riparo dei propri privilegi.
    Non c’è stato tempo per stabilire l’idoneità dei settantanovenni al vaccino AstraZeneca, così dall’oggi al domani si dice che è stata fatta l’opportuna sperimentazione e che tutto va bene: questo pensano tutti. Hanno un sacco di dosi da smaltire: questo pensa l’uomo della strada.
    Aspettiamo i dati della sperimentazione dell’efficacia di mezza dose di vaccino Pfizer per gli ultraottantenni, dati acquisiti, immagino, a una quindicina di giorni dalla prenotazione dell’ “indispensabile” seconda dose.

  3. I miei 2 cents alla discussione. Ho fatto l’Astra Zeneca, addirittura una dose facente parte del primo lotto ritirato perché “sospetto”. Come quasi tutti quelli che lo hanno fatto insieme a me ho sperimentato una giornata di febbre, adesso sto benissimo. Tra l’altro, si dice, la febbre indica che l’ Astra Zeneca è un vaccino che stimola una forte risposta anticorpale. E quindi è efficace. Inoltre, di tutti quelli in circolazione, l’AZ è l’unico che opera con meccanismi tradizionali, non tramite RNA. E quindi, per i molti laureati alla facoltà di Facebook, non è uno di quei vaccini che “ti fanno crescere un terzo braccio” o che “ti fanno esplodere il cranio su impulsi inviati tramite 5g”. La realtà è che l’ignoranza diffusa dalla pseudo cultura del nostro tempo ha ormai superato il punto di non ritorno. Non rimane che sperare nello stellone….

  4. Un gigante della storia come Churchill disse agli inglesi che non aveva da offrire loro altro che “sangue, fatica, lacrime e sudore”.
    Oggi i governanti si sentono obbligati a dire che “tutto andrà bene” e che “nessuno perderà il posto di lavoro a causa del Covid”.
    Gli equivoci e le distorsioni indotte nella popolazione nascono da questa mentalità e da questo modo di comunicare.

  5. Ci sono due aspetti, uno divertente l’altro preoccupante.
    1) Frequento da tempo, ogni tanto, un “bar da pensionati” qui a Roma. Davanti ad esso staziona un gruppetto di anziani, amici tra loro, in cui spicca uno, molto “macho stagionato”, che “ha vissuto”, è stato in Africa, in Asia, e di qua, e di là, e “ha visto di tutto” e ovviamente “parla di donne”. Parlando con i suoi amici di AstraZeneca (con le mascherine ovviamente sotto il mento) dichiarava con energia “io non lo voglio, mica posso rischia’ de mori’! “. Evidentemente intimorito da quel 0,0002% di avere “gravi conseguenze”, chiaramente superiore (!?) alla probabilità di conseguenze ben più gravi nel rimanere “indifeso”. Eh, un “vero uomo”, che non si fa ingannare “da quelli là”, pronto alla sfida.
    Che poi, al limite, sarei più propenso a comprendere chi dicesse “meglio morto che dare soddisfazione a Big Pharma”: un aspirante martire della lotta al capitalismo, almeno.
    2) Però, sbagliati anche i discorsi che si facevano fino a ieri sui vaccini come “arma finale”, mentre ora si chiarisce che anche se vaccinati occorre mantenere le precauzioni, che non è il liberi tutti, che ci sono le varianti, che occorre aspettare la “maturazione” degli anticorpi, che non sono “per sempre” (la sperimentazione vera si sta facendo adesso); e questo spiega le ricadute e i contagi “nonostante”, che alimentano paure e no-vax.

  6. Sui fratelli di Gesù ha pienamente ragione, Maria era vergine prima di partorire Gesù, ma dopo ha avuto altri figli, è biblico…
    Questo è uno dei mille motivi per cui ho abbandonato il cattolicesimo, perchè insegna tante falsità antibibliche…
    Il suo errore, mi permetto di dire, è credere che siccome ci sono queste contraddizioni allora non bisogna credere a nulla….
    grosso errore.

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