LE RIFORME IMPOSSIBILI


Tutto il parlare che si fa di riforme da condividere fa pensare a due bulli che hanno tanta voglia di litigare ma non vogliono essere accusati di avere provocato la zuffa. Per questo i politici si profondono in dichiarazioni di buona volontà, accennano perfino ai contenuti, ma avendo sempre l’accortezza di renderli o inaccettabili per la controparte oppure vaghi ed equivoci. In questo modo, quando si trattasse di scendere sul concreto, potranno comunque sostenere che intendevano altro: appunto, vedi caso, qualcosa di inaccettabile per la controparte. Lo scopo finale di queste schermaglie è solo quello di porsi in una situazione di vantaggio al momento dell’inevitabile zuffa.
Bisogna fare qualche esempio. Se si richiede una riforma che assicuri la governabilità, nessuno in astratto può essere contro. Ma per governabilità si può anche temere che si intenda un governo autoritario e illiberale. Se si richiede “una riforma che salvaguardi l’equilibrio democratico tra i poteri” si potrebbe temere che si stia proponendo un totale immobilismo, con la possibilità di paralizzare un esecutivo sgradito. Finché si rimane sulle generali, si ha l’unanimità, appena se ne scende, si scopre che il diavolo si nasconde nei particolari. In questo caso, nella concretezza.
In Italia le riforme che desidera la maggioranza sono incompatibili con quelle che desidera (se le desidera) la minoranza. La prima vuole tagliare le unghie alla magistratura, vuole proteggere Berlusconi dalla persecuzione giudiziaria, vuole rafforzare i poteri del Primo Ministro (chiunque sia), vuole ridurre il numero dei parlamentari e semplificare l’iter legislativo arrivando ad una sorta di monocameralismo. La minoranza invece non vuole che i magistrati siano ricondotti al loro ruolo istituzionale, dal momento che li considera obiettivamente degli alleati politici; poi, solo perché essi non sono d’accordo, non vuole la separazione delle carriere dei requirenti e dei giudicanti; inoltre non vuole né che sia resa più facile la legislazione né che sia rafforzato l’esecutivo, perché in prospettiva vede se stessa più all’opposizione che al governo. A fortiori – ovviamente – non vuole che sia rafforzata la presidenza del Consiglio dei Ministri nel momento in cui ne è titolare Berlusconi.
Quest’ultimo punto è interessante. A sinistra – prima ancora di giudicare negativamente o positivamente le varie riforme – non esitano a dire che, se sono condivisibili, non devono comunque essere profittevoli per Berlusconi. Una legge è buona se riguarda tutti i cittadini ma non Berlusconi. Se invece riguarda tutti i cittadini ed anche Berlusconi, è una legge ad personam. L’ideale sarebbe quello di rafforzare i poteri del Primo Ministro, “a meno che questo Primo Ministro non si chiami Silvio Berlusconi”. E questo è difficile da scrivere in una legge. 
La realtà è che la sinistra, che tanto ha parlato di leggi ad personam, non si vergogna di concepire leggi contra personam. E questo non tanto perché reputi Berlusconi colpevole di chissà che cosa – ché anzi è stato già assolto in istruttoria, in giudizio o per prescrizione un grande numero di volte – quanto perché il fatto che egli mantenga la sua costante qualifica  di imputato è per loro politicamente profittevole.
Le riforme non possono essere condivise e parlarne, tanto a destra quanto a sinistra, è solo ipocrisia. Possono essere tentate soltanto a colpi di maggioranza. Ciò malgrado, non è detto che siano possibili. In passato non c’è stata solo l’opposizione della minoranza, ma anche resistenze all’interno della stessa maggioranza: come fare le riforme, se il Vice Presidente del Consiglio si chiamava Follini? Anche oggi, a parte le sopracciglia alzate di Fini, ci sarà sempre qualcuno che si sente leso dalle riforme o che coglie l’occasione per remare contro.
Visto come vanno le cose, ci si può chiedere se Berlusconi sia sano di mente. Una persona sana di mente potrebbe proporsi di governare l’Italia?
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
28 dicembre 2009

LE RIFORME IMPOSSIBILIultima modifica: 2009-12-28T14:27:00+01:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “LE RIFORME IMPOSSIBILI

  1. un alto dirigente dell’EX PCI disse che a sinistra c’è sempre uno più puro che ti epura. Evidentemente si trattava di una epidemia molto più contagiosa dell’ultima di cui sono iniziati i saldi del vaccino.

  2. Il più puro che ti epura ecc. è di Pietro Nenni, non di un comunista. Anche se Nenni, per un lungo periodo, fu a rimorchio dei comunisti…

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