ODIARE PER PRIMI

L’odio ha una caratteristica: chi se lo confessa varca un Rubicone e per questo crede di avere un vantaggio. Dal momento che “odia per primo”, reputa che la controparte non sarà armata di altrettanta animosità e pensa che con la propria mancanza di scrupoli avrà il vantaggio del primo colpo. Ma questo comportamento, se non conduce ad una rapida vittoria, fa sorgere un odio simmetrico e moralmente giustificato nella controparte. Una reazione che a volte può portare ad una punizione durissima: Hiroshima è anche figlia di Pearl Harbour.
Le regole di guerra, contrariamente a quanto pensano gli sciocchi, non nascono dall’amore della legalità ma dall’interesse reciproco. Se noi uccidiamo i prigionieri, il nemico ucciderà i nostri commilitoni catturati. Se si ha la “furbizia” di utilizzare le ambulanze per portare soldati o armi, il risultato inevitabile è che si sparerà contro le ambulanze. E neanche noi potremo trasportare i nostri feriti.
Una vicenda esemplare è quella della Palestina. I palestinesi hanno cercato di battere Israele e, avendo perso le guerre, hanno cercato altre soluzioni: i dirottamenti aerei, il sequestro di un transatlantico, l’assassinio degli atleti, l’intifada e ogni altra forma di lotta sleale, fino ad arrivare ai terroristi suicidi. Sembrava fosse l’ultimo stadio e invece ci si è spinti a far indossare cinture esplosive anche alle donne e ai ragazzi. Col risultato che i controlli sono divenuti implacabili. C’è dovunque un grande numero di blocchi stradali, ci sono due barriere invalicabili, una intorno a Gaza e l’altra intorno ad Israele dove – naturalmente – non si sente più parlare di massacri. Ma nel frattempo i palestinesi hanno perso i vantaggi che derivavano da una pacifica coesistenza con Gerusalemme.
Tutto questo torna in mente, leggendo del fallito attentato di Detroit. Uno studente di ingegneria nigeriano, ricco e di buona famiglia, ha tentato di far cadere un aereo con 276 persone a bordo. Prima i terroristi erano dei poveracci, fanatici e ignoranti, nati in nazioni arretrate; poi per renderli insospettabili si è elevato il livello (si pensi alle Torri Gemelle); poi si sono reclutati cittadini dei Paesi – obiettivo, si pensi alle bombe nella metropolitana di Londra, opera di giovani musulmani nati in Inghilterra e di nazionalità britannica; infine si è arrivati al livello degli studenti di ingegneria, figli di banchieri: e qual è il risultato di tutto questo? Che mentre prima in Occidente ci si sarebbe fatto qualche scrupolo, nel trattare un professionista islamico con la diffidenza e la rudezza riservate ai possibili terroristi, ora non si faranno eccezioni per nessuno. Gli israeliani infatti non ne fanno neppure per le donne incinte o per le ambulanze che trasportano morenti bisognosi di aiuto. Chi semina vento raccoglie tempesta.
È triste che uno sparuto gruppo di islamici criminali – insignificante se se confrontato con l’enorme marea di musulmani pacifici e inoffensivi – insegni all’Occidente l’odio per una grande religione. Le misure antiterrorismo sono sempre più severe e domani, per prudenza, si potrebbero non accettare più, a bordo degli aerei, coloro che avessero la sfortuna di avere un passaporto yemenita, saudita o pakistano. Gli stessi inglesi o francesi di origine musulmana potrebbero essere oggetto di discriminazioni, sia legali sia di fatto. Il terrorismo rischia di ingenerare nel mondo una sorta di razzismo religioso di cui francamente non si sentiva il bisogno. E di cui i musulmani innocenti sarebbero le prime vittime. Una discriminazione che peserebbe anche su quegli occidentali che avessero l’idea di convertirsi all’Islàm, come quel medico militare demente che ha fatto una strage negli Stati Uniti. Domani nessuno aspetterà i primi segnali di pericolo: basterà una fede evidente.
Purtroppo, non è detto che l’incredibile somma di svantaggi freni i fanatici. In Palestina si è insistito a sparare razzi su Ashkelon, sperando di fare vittime civili, finché Gerusalemme non ha perso la pazienza ed ha severamente punito Gaza. A quel punto i terroristi hanno smesso: ma non potevano non cominciare?
Il mondo ha un futuro in cui il sospetto, l’odio e l’ingiustizia avranno uno spazio maggiore, per colpa di chi, odiando per primo, si sarà creduto più furbo degli altri.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
26 dicembre 2009

ODIARE PER PRIMIultima modifica: 2009-12-27T09:26:45+01:00da gianni.pardo
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