Noterella “istituzionale”

Napolitano oggi fa la differenza fra criticare Fini, autorità istituzionale (che dunque lui difende), e criticare Berlusconi, autorità politica (che lui non ha difeso, durante i lunghi mesi di attacchi di “Repubblica” ed altri). Questa la tesi. Ma Fini, se è un’autorità istituzionale, come mai ha continuamente attaccato Berlusconi, per mesi? E perché ha quasi fondato un partito d’opposizione? Tutto questo Napolitano lo trova “istituzionale”? E se non lo trova istituzionale, perché non lo ha stigmatizzato? Un’autorità istituzionale si deve guadagnare il diritto a non essere attaccata mostrandosi sempre super partes. È questo che ha fatto Fini?
Napolitano, una volta di più, avrebbe fatto bene a non parlare. Se si esprime così, dimostrando di avere il cuore, ed anche il cervello, a sinistra, non fa un affare lui e non lo fa fare alla sua carica.

Noterella “istituzionale”ultima modifica: 2010-08-14T10:46:00+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

5 pensieri su “Noterella “istituzionale”

  1. A volte l’alunno discolo, e solo lui, deve essere ripreso dagli insegnanti per i comportamenti poco ortodossi tenuti in classe !

  2. La noterella istituzionale è stata inserita qui per poterla trovare come link da altro blog. Dunque lì proponeva un tema di discussione.
    Lei fa dell’ironia, e passi.
    Ma non le pare grave che il PdR dica, di una campagna di stampa, “cessi”? È due volte sbagliato: in primo luogo, perché la libertà di stampa in Italia è stabilita nella Costituzione (secondo le parole di Fini, che immagino in disaccordo con Napolitano, “non è mai troppa”), in secondo luogo perché Libero e il Giornale possono non tenere alcun conto delle parole di Napolitano. Come infatti faranno. Dunque Napolitano ha detto una cosa anticostituzionale e per giunta inefficace.
    Non è stato un alunno discolo: ha commesso una gaffe politica monumentale.
    O lei vuole che io ne dica bene solo perché è i PdR, come si insegna ai bambini della scuola materna?

  3. No, la mia battuta aveva un’altro respiro – l’alunno discolo è Berlusconi e le maestre sono le autorità istituzionali. Nel leggere la notarella, infatti, io colgo principalmente il disappunto per l’assimetria di prerogative riservate al’autorità politica e a quella istituzionale. Ma l’asimmetria esiste e lì rimane.

    Comunque, nel merito della replica, Napolitano non mi pare auspichi limiti alla libertà di stampa, ma un freno alle “scorribande” di Sivlio Berlusconi. Mi pare cioè, che il Presidente insinui una specie di attentato agli organi istituzionali, coordinato da una parte politica.
    Riporto:
    “Ho sempre ritenuto che nessun contrasto politico debba investire impropriamente la vita delle istituzioni. Perciò è ora che cessi una campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il Presidente di un ramo del Parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell’attività legislativa”
    Per me significa che una forza politica sta invadendo impropriamente il campo istituzionale con una campagna destabilizzante – non una campagna stampa ma un “insieme di iniziative concentrate in un determinato periodo, dirette e organizzate in modo da conseguire un dato scopo” (Sabatini Coletti).

    Non mi sembra una gaffe monumentale, ma una accusa monumentale, da far tremare i polsi a Silvio Berlusconi. Anche se non credo che molti dei suoi consiglieri se ne accorgeranno, sono sicuro che Letta, Ghedini e qualcun altro avrà già attivato gli air-bag.
    Qualcosa si è già mosso, Berlusconi ha smesso di ridere, Fini ride, Bossi è diventato nervoso (a chi porterà la sua dote se azzoppano Berlusconi), Feltri ha scaricato le responsabilità ai sui testimoni volontari (intervista al Tempo)…

  4. Anthony lei, ancora una volta, mi stupisce. Lei coglie “il disappunto per l’assimetria di prerogative riservate al’autorità politica e a quella istituzionale. Ma l’asimmetria esiste e lì rimane”. Esiste anche l’asimmetria fra la sfiducia a Filippo Mancuso e quella a Caliendo. Il primo era ministro e il secondo no. E allora? Non basta la diversità: bisogna dimostrare che essa ha le conseguenze che si affermano. La differenza fra politico ed istituzionale in particolare non è nella costituzione, come nella costituzione non esiste la sfiducia ad personam. E allora?
    Inoltre come mai il PdR non si è da prima ricordato che un’autorità istituzionale non deve fare politica?
    Lei poi parla delle scorribande di Berlusconi come se gli attacchi portati dal Giornale o da Libero fossero opera sua personale. Di Libero il Cavaliere, per quanto ne so, non possiede una quota di proprietà, né lui né un suo parente. Oppure lei non crede neanche per un momento alla libertà di stampa?
    Quanto all’accusa da far tremare le vene e i polsi, sarò un insensibile ma a me è venuto da ridere. Come ho scritto nell’articolo che precede anche il suo commento, The Devil’s Details, quando ho parlato di qualcosa che è peggio di un errore: è una sciocchezza.
    Fra l’altro, mesi fa, Fini invitò Berlusconi a dire a suo fratello di dire a Feltri di smetterla. Berlusconi non ne fece niente, e meno male. Dimostrò di avere più rispetto della libertà di stampa di quanta ne abbia Fini. Lui ha sempre seguito una politica di non-ingerenza nella libertà dei direttori che ha ripetutamente certificato un direttore anti-berlusconiano: Enrico Mentana.

  5. Caro Pardo, io colgo il SUO disappunto e riconosco in Berlusconi il destinatario DI NAPOLITANO.
    Che c’entro io!

I commenti sono chiusi.