LA SOLUZIONE PER GLI IMMIGRATI

Gli spettatori decretano il successo di un film quando si immedesimano con il protagonista e trionfano con lui. Come il cinema, la politica si nutre di consenso e in essa trionfa la demagogia: l’elettore deve essere convinto che il suo partito sia quello dei “buoni”, mentre gli avversari sono tutti cattivi. Per questo, qualunque opposizione dichiara pessimo qualunque provvedimento di qualunque maggioranza. Se non può dirne male, griderà che si poteva fare di meglio. Gli altri devono in ogni modo rimanere “i cattivi”.
Il fenomeno tocca il suo culmine quando un problema è insolubile: non nel senso che ci si proponga l’impossibile – dare uno stipendio a tutti senza che nessuno lavori – ma nel senso che qualunque soluzione si presta a critiche severissime. L’esempio l’abbiamo sotto gli occhi.
Non si possono respingere i barconi di immigranti a cannonate: lo vieta la legge del mare e il codice penale. Anzi è obbligatorio soccorrerli.
Non si possono mettere in galera tutti gli immigranti clandestini in quanto tali (come avviene in altri Paesi) perché l’opinione pubblica è contraria a questo provvedimento.
Non si possono respingere gli immigranti al Paese di partenza perché molti di loro sono privi di documenti e dunque non si saprebbe a quale Paese rinviarli.
Non si possono respingere tutti gli immigranti perché alcuni potrebbero avere il diritto di richiedere asilo politico.
Alcuni nostri concittadini, particolarmente buoni, considerano che l’asilo politico andrebbe concesso anche a chi vuole venire a vivere in Italia per ragioni economiche.
Mentre però in teoria si dice questo, in pratica nessuno vuole gli immigranti in casa propria e tutti invitano il governo a “metterli altrove”. Ora, a parte che questo “altrove” non esiste – l’Italia ha trecentomila chilometri quadrati di territorio e non più – dal momento che i clandestini non possono essere arrestati o detenuti in quanto tali, è perfino una lite sterile: il governo li mette a Mineo o a Manduria e il giorno dopo sono a Milano o a Ventimiglia. E la gente si lamenta, a Mineo e Manduria come a Ventimiglia.
Inoltre non avendo, almeno nel primo periodo, né un lavoro né risorse, i clandestini sono effettivamente pericolosi perché, pur di sostentarsi, possono essere indotti a delinquere.
È vero che essi sono utili perché sono disposti a fare  molti lavori che ormai gli italiani rifiutano ma si crea il problema, anche morale, del lavoro nero. Molti infatti non si fanno scrupolo di sfruttare questi poveracci. Anche se è vero che, dovendo pagarli a prezzo pieno, probabilmente chiuderebbero bottega. Una guerra fra poveri che s’è vista in Calabria.
Purtroppo gli immigranti musulmani, anche dopo che si sono integrati dal punto di vista economico, e anche quando hanno fatto venire il resto della loro famiglia, rimangono dei “diversi”. Non solo la religione si rivela un ostacolo insormontabile (anche alla seconda o alla terza generazione) ma di fatto essi covano un inestinguibile rancore nei confronti del Paese che li ospita: si è visto nelle banlieue francesi e si è visto nel Regno Unito.
Si potrebbe continuare ma già a questo punto si vede che sono risolutamente a favore dell’accoglienza tutti quelli che non hanno a che fare con gli immigranti (e sono molti), e sono risolutamente contrari tutti quelli che devono occuparsi in concreto dei problemi che questa immigrazione crea (e sono molti anche loro).
In questo film mancano i buoni, perché, se si tenta di risolvere il problema dal punto di vista giuridico, la soluzione non piace dal punto di vista morale; se si tenta di risolvere il problema dal punto di vista morale, la soluzione non piace dal punto di vista economico; se si tenta di risolvere il problema dal punto di vista economico… La coperta è troppo corta e il lato che rimane scoperto dichiara tutti gli altri sciocchi e malvagi.
Seguendo i migliori principi giuridici, economici e soprattutto morali, tutti propongono soluzioni che danneggiano gli altri: non loro, e neppure quelli che loro proteggono.
In queste condizioni, il gioco dell’opposizione è fin troppo facile. Uno potrebbe sognare di sfidarla: dicano i suoi dirigenti che cosa fare. Purtroppo sappiamo la risposta: “fornire ad ogni immigrante una casa arredata gratuita e un impiego da duemila euro al mese”. Con quali soldi? Per questa domanda l’opposizione ha molte risposte: “Basta ricuperare l’evasione fiscale”; “Basta far pagare le tasse ai ricchi”; o perfino: “Berlusconi è ricco, che paghi lui”.
Nessun happy end. Questo è un film in cui il protagonista non può vincere.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
3 aprile 2011

LA SOLUZIONE PER GLI IMMIGRATIultima modifica: 2011-04-03T14:40:56+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LA SOLUZIONE PER GLI IMMIGRATI

  1. Qualcuno può linkarmi la fonte da dove Pardo si è documentato per descrivere le proposte dell’opposizione sulla situazione Lampedusana?
    Valeva la pena sprecare tempo per tali sparate demagogiche?

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