LA STUPIDITA’ DELL’ANTIPOLITICA

La politica è la tecnica dell’amministrazione della polis, cioè dello Stato. Secondo alcuni – che chiamano se stessi anarchici – questa amministrazione non è necessaria. Secondo il Sabatini-Coletti l’anarchia infatti “nega la legittimità di ogni istituzione, in quanto esse espropriano l’individuo della libertà personale e impediscono l’uguaglianza economica e la giustizia sociale”. 

Naturalmente, descritta in questi termini, la dottrina è demenziale. Basterebbe infatti chiedere ai suoi sostenitori se reputano che la spazzatura debba essere tolta dalle strade, se anche i bambini poveri debbano poter andare a scuola, se i ladri debbano essere messi in galera: e allora chi pagherà gli spazzini, i maestri, i carabinieri, se non lo Stato? E come, se non con i soldi dei cittadini? E non ci sarà bisogno di un’amministrazione finanziaria?

Come ogni forma di estremismo, l’anarchia in sé è una stupidaggine. È vero che lo Stato è per sua natura male amministrato (dal momento che i suoi funzionari non sono personalmente interessati al risultato); è vero che dovrebbe fare solo l’indispensabile: ma per queste ragioni bisogna chiedere lo “Stato minimo”, non l’anarchia.

Purtroppo l’antipolitica chiede altro. Piuttosto che limitare l’ambito dell’intervento pubblico – ché anzi vorrebbe lo Stato-mamma – tende a denunciare i politici come gruppo: sono un’accozzaglia di criminali cretini quando si tratta di fare il bene del Paese, ed estremamente furbi – fino al latrocinio – quando si tratta di fare il bene proprio.

L’antipolitica ha dunque una base morale. Essa ritiene che i politici dovrebbero dare l’esempio della moralità e che viceversa “i politici attuali” sono delle persone indegne; bisognerebbe sostituirle, magari in blocco, con altre, di specchiato valore morale. Nuovi soggetti personalmente disinteressati e viceversa appassionati del bene della collettività. Comunque lontani dalla politica e dal contagio dei suoi veleni:  e per questo dovrebbero essere tratti dalla società, non dalle file dei partiti. In modo da produrre un rinnovamento morale, civile ed economico della nazione. 

Raramente si sono dette tante sciocchezze una dopo l’altra.

L’idea di una base morale della politica è tanto erronea quanto sarebbe l’idea di una base immorale. Essa è infatti un’attività umana estranea all’etica. Se i politici, sia in ambito nazionale sia in ambito internazionale, parlano tanto di morale, è solo per motivi demagogici. E infatti sarebbero prontissimi a tenere il comportamento denunciato fino al giorno prima se fosse nel loro interesse o nell’interesse del loro Paese.

I politici non solo non possono essere modelli di morale ma, se lo fossero, danneggerebbero la nazione o il loro partito; perché gli altri leader rimarrebbero “immorali” e lottando contro di loro ci si porrebbe in condizioni di inferiorità. Tutto quello che gli uomini pubblici possono fare, è proclamarsi modelli di virtù senza esserlo, dandola a bere ai gonzi che amano sentirsi raccontare questa favola.

Un’altra stupidaggine è quella di parlare dei “politici attuali”. Questo significherebbe che “una volta” non era così; “un tempo” i politici erano galantuomini, basta guardare quanto sono solenni nelle piazze le loro statue: in realtà, chi distingue nettamente i politici attuali da quelli del passato dimostra soltanto la propria ignoranza storica. Chi ha studiato sa che i politici attuali sono dei modelli di virtù, rispetto al passato. O anche, più semplicemente, che l’umanità non cambia mai: le madri amano i figli, gli adolescenti si innamorano, i politici seguono il proprio egoismo e se possono, ma solo in nome della loro ambizione, fanno perfino il bene della nazione. 

Si è poi parlato di sostituire in blocco i “politici attuali”. Ma in che modo, se non con nuove elezioni? E  s’è forse rinnovata la classe politica, con le elezioni precedenti? Per questo alcuni anarchici dicono: “divieto di essere eletti due volte”. Cosa che corrisponde a dire: mandiamo a casa chi ha imparato il mestiere e diamo il potere a gente che non sa che cosa sia. Senza dire che le matricole sarebbero come marionette nelle mani dei politici navigati, rimasti dietro le quinte.

La realtà è che lo Stato deve comunque essere amministrato: e non bisogna aspettarsi che sia guidato da santi che non commettono errori. Ammesso che la qualità dei politici sia descritta da una curva gaussiana, tutto ciò che è augurabile si faccia è che, ad ogni elezione, si tagli via la coda dal lato peggiore. Che si voti contro i politici peggiori. 

L’errore di base di quelli che predicano l’antipolitica è non capire che i politici sono un’emanazione della società. Non solo essi non vengono dalla Luna, ma a volte, come De Magistris, vengono proprio dalle file di coloro che hanno predicato l’antipolitica e in concreto non fanno meglio degli altri. 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

25 luglio 2011

LA STUPIDITA’ DELL’ANTIPOLITICAultima modifica: 2011-07-25T12:23:05+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “LA STUPIDITA’ DELL’ANTIPOLITICA

  1. “ma per queste ragioni bisogna chiedere lo “Stato minimo”, non l’anarchia.”

    Ed è quello che chiedono la maggior parte degli italiani, da destra a sinistra, non l’anarchia. Ultimamente sono state create due nuove agenzie:

    http://www.libero-news.it/news/789444/Due-nuovissimi-carrozzoni-per-sfamare-la-Casta.html
    le quali si andranno ad aggiungere a quelle già esistenti:

    http://www.istat.it/strumenti/definizioni/elenco_amministrazioni_pubbliche/elenco.pdf

    Provi a dare un’occhiata al numero delle agenzie create in questi anni. Io mi sono fermato alla ” Agenzia autonoma per la gestione dell’albo dei segretari comunali”, ci aggiunga 8100 Comuni , 109 Province, le Regioni, lo Stato e la Comunità Europea. Sono troppi livelli di governo con un numero esorbitante di addetti da mantenere. L’antipolitica è quella lì.

  2. Ma, appunto, bisogna chiedere che “questi” politici sfoltiscano lo Stato, se ce la fanno. Cambiarli con altri altrettanto incapaci a che servirebbe?
    È come nominare De Magistris sindaco di Napoli: 1) Non è riuscito ad eliminare la spazzatura ; 2) Se ci fosse riuscito, ce l’avrebbe fatta con l’aiuto del governo centrale e se ne sarebbe intestato il merito. Per fortuna la Lega – che per una volta approvo toto corde – si è messa di traverso, approfittando anche di una decisione del Tar che era stata sollecitata anche dalla sinistra, se ricordo bene.
    Il mio timore è che i politici non possano operare quello sfoltimento di cui parliamo perché esso non piace agli italiani. I fischi sarebbero molto più forti degli applausi.
    Insomma meritiamo questo tipo di Stato e di governo.

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