L’ECONOMISTA SUPER PARTES CHE SALVA L’ITALIA

L’articolo di Mario Monti sul “Corriere” di oggi (1) sarebbe anodino – e perfino poco interessante – se a scriverlo fosse stato un qualunque editorialista o economista. Il Rettore della Bocconi invece è stato molte volte indicato come il possibile Primo Ministro di uno di quegli esecutivi – battezzati con una ventina di nomi diversi –  che di fatto si chiamano soltanto TTB: tutto, tranne Berlusconi. Monti infatti dovrebbe essere un uomo estremamente competente e al di sopra delle parti. Purtroppo, il suo articolo di oggi non sembra dimostrarlo: la sua originalissima tesi è che la crisi attuale è colpa di Berlusconi e si risolverebbe se lui si dimettesse. Se questo è essere super partes, se così ci si dimostra obiettivi, non siamo messi bene.

Egli comincia col dire che l’Italia – malgrado le vanterie di Berlusconi – mette in crisi l’euro ed è di fatto un protettorato di Francia e Germania. Dimentica però di notare che tutto questo dipende non dall’attuale politica economica – l’Italia ha un avanzo primario migliore di quello della Francia, e dunque giudicata sul presente non creerebbe la minima preoccupazione – ma dal pregresso debito pubblico. Questo viaggia da decenni al di sopra del 100% del prodotto interno lordo, è nato negli anni Ottanta del secolo scorso ed è andato sempre crescendo. È vero, paghiamo tassi più alti della Spagna; è vero, se le banche e i privati non comprassero i nuovi titoli emessi per pagare quelli in scadenza, l’Italia dichiarerebbe fallimento dall’oggi al domani: ma tutto questo dipende dai 1.900 miliardi di euro del debito pubblico, non da Berlusconi. È così difficile da riconoscere? Invece Monti fa dire a innominate fonti straniere che “le principali responsabilità di questa situazione vengono attribuite al governo italiano in carica da tre anni e mezzo”. Responsabilità di oggi per un debito nato trent’anni fa. Come l’agnello che intorbidava l’acqua del lupo che stava a monte. Ecco che significa essere super partes.

Ma Monti spiega le colpe del governo. “L’Italia è più indietro [della Spagna] perché non c’è stato neppure il minimo riconoscimento di responsabilità da parte del governo”. Come se vestirsi di saio e battersi il petto cambiasse la realtà dei mercati e delle Borse. E qual è, comunque, il merito della Spagna? Nientemeno, quello di avere annunciato nuove elezioni. Traduzione, sempre rimanendo super partes: se buttiamo fuori Berlusconi tutto si risolve e i creditori del debito pubblico rinunceranno forse a riscuotere i loro titoli. 

Il governo, dice Monti, avrebbe dovuto chiedere la collaborazione delle opposizioni. E con ciò dimostra di essere tanto al di sopra delle parti da averle perse di vista. Forse pensa che la Camusso applaudirebbe l’abolizione dello Statuto dei Lavoratori, se Berlusconi lo proponesse. 

Il governo avrebbe anche la colpa di avere scaricato su altri le responsabilità: sull’opposizione, sui magistrati, sui corrispondenti esteri (per la cattiva fama dell’Italia nel mondo). Anche a dargli ragione: che c’entra, tutto questo, con la crisi economica? Se fosse Primo Ministro Antonio Di Pietro il debito pubblico sparirebbe? Non si dovrebbero più pagare gli interessi? I mercati accorderebbero all’Erario tassi più favorevoli?

Ma in fondo perché insistere nell’analisi? Monti attribuisce a Berlusconi “un’ovattata percezione della realtà”, cioè gli dà del demente, e a suo parere coloro che lo sostengono “toccano livelli inauditi di servilismo”. Invece lui che è super partes stila queste auree parole: “la permanenza in carica dell’attuale presidente del Consiglio viene vista da molti come una circostanza ormai incompatibile con un’attività di governo adeguata, per intensità e credibilità, a sventare il rischio di crisi finanziaria e a creare una prospettiva di crescita”. La quale affermazione è di una stupidità talmente colossale che veramente vorremmo Mario Monti Primo Ministro per cavarci lo sfizio di vedere quale sarebbe la sua attività di governo adeguata, come renderebbe tutti nel mondo ammiratori del debito pubblico italiano  e come creerebbe in un battibaleno una smagliante crescita economica dell’Italia. Lui e la sinistra sarebbero dunque capaci di decidere quei tagli alla spesa pubblica, di adottare quelle riforme liberiste e “anti-sindacali” che non è stato capace di adottare il centro-destra? Vorremmo proprio vederlo all’opera.

Si può non avere grande stima di Berlusconi, che fra l’altro scherza abbastanza per dare a volte l’impressione di essere solo un comico mediocre. Ma se si pensa di sostituirlo con questo genere di personaggi super partes, capaci di sparare con sussiego una simile sfilza di affermazioni balorde, forse dobbiamo sperare di rimanere sub partibus, tenendoci il governo che abbiamo.

Mario Monti ha tutto il diritto di avere un’idea politica anche chiaramente antigovernativa e antiberlusconiana. Non ha il diritto di presentarsi come neutrale.

giannipardo@libero.it

(1)http://www.corriere.it/editoriali/11_ottobre_16/monti-false-illusioni-sgradevoli-realta_068269c4-f7bf-11e0-8d07-8d98f96385a3.shtml

L’ECONOMISTA SUPER PARTES CHE SALVA L’ITALIAultima modifica: 2011-10-16T15:45:30+02:00da gianni.pardo
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26 pensieri su “L’ECONOMISTA SUPER PARTES CHE SALVA L’ITALIA

  1. caro professore,
    Lei ha ragione circa la neutralità (per quanto neanche la Svizzera, che ne è il simbolo, ci riesce sempre) ma se, come di fatto fa, ammette che B. non è il massimo per l’Italia, perché non provare almeno un’altra voce solista (rigorosamente di parte)?
    forse il senso non espresso dell’articolo sta nel fatto che chi ha troppe “pendenze” difficilmente può concentrarsi su quei tre o quattro grandi temi della politica e dell’economia che servirebbero al paese in questi tempi “calamitosi”; se anche Monti non è o non può essere super partes, non è detto che lui, o un’altro con le caratteristiche di competenza che gli si attribuiscono, non possa aggredire meglio (perché meno appesantito dalle continue “beghe”) quello che giustamente Lei ritiene alla base delle difficoltà attuali dell’Italia e cioè il colossale debito pubblico non accumulato da B. ma neanche “aggredito” con la necessaria vigoria
    un cordiale saluto

  2. Caro oudé,
    ciò che ci divide è il livello di pessimismo. Lei pensa che difficilmente uno potrebbe governare peggio di Berlusconi, io penso che sia possibile.
    Quanto al debito pubblico – sempre il mio solito pessimismo – lo considero un problema insolubile. Divida 1.900 miliardi per 60.000 e poi ancora per tre (un capofamiglia ogni tre persone, e sono ottimista) e ne deriva, secondo i miei calcoli, 95.000 € ogni tre persone. Quando pensa lei che lo Stato italiano potrà imporre questa imposta risanatoria del debito? Fra l’altro quante sono le famiglie che hanno quasi centomila euro di risparmi inutilizzati?

  3. Caro Professore,
    il pessimismo in questi frangenti assale spesso anche me, se ad un livello inferiore o superiore al suo non è facile misurare. Considerando i suoi calcoli una cosa mi pare evidente, che a nessuno Stato è chiesto di azzerare il debito, all’Italia si chiede di scendere dal 120% del Pil all’80-90%, che vuol dire che mediamente per ogni famiglia sarà necessario uno sforzo di 20/30.000 euro nei prossimi 2/3 anni. Uno sforzo immenso da far tremare i polsi, ma credo possibile (?) cosiderando l’enorme spreco di denaro pubblico, il Patrimonio Pubblico privatizzabile, e quello non tassato del ‘popolo’ degli evasori fiscali. Riuscirà in questo Mario Monti? Non lo so. Berlusconi nemmeno ci ha provato.

  4. Caro Direttore tutti parlano male di Berlusconi ma non dicono mai la verita innanzitutto bisogna dire a gran voce che in italia il presidnte del consiglio non conta nulla ma per quel poco che conta è stato l’unico presidente del consiglio a mantenere in carica per 5 anni,a mantenere alitalia in italia,ad abbolire ici,a intervenire in abruzzo con successo “ricordiamo altri terremoti”ad tenere una coalizione unita, poi i vari Casini bersani di pietro vendola tutti mangiatori senza aver mai lavorato o dato lavoro,inoltre immaginate un fini fascista al terzo scarno piu alto se non fosse stato per Berlusconi?

  5. La rivoluzione francese non fu fatta dal popolo ma dagli aristocratici timorosi di perdere i loro privilegi, il governo Monti è voluto dagli industriali e dai banchieri paurosi di perdere privilegi e benessere. Altre situazioni spettrali evocate sono rilevate ad arte per impaurire la piccola e medio borghesia, che può trovare conforto nel ” salvatore della Patria”. Auspico veramente un moto di dignità da parte della politica, se il parlamento esercita la sovranità che appartiene al Popolo, lo faccia non nell’interesse di “pochi” ma di Molti e chieda al capo dello Stato di indire subito le elezioni. Democrazie vigilate sono sinonimo di Oligarchie pericolosissime che possono portare a inaudite forme di violenza ed intolleranza instauranti regimi dittatoriali.

  6. Sig. Pardo
    non posso che condividere in pieno il suo articolo! Non si capisce il motivo per cui si vuole che a risolvere il problema (!) del debito pubblico italiano siano le stesse identiche persone che hanno contribuito a crearlo! Monti non è che viveva su Marte quando si davano pensioni anzi, vitalizi a dx e sx (soprattutto a sx!) quando si prepensionavano ferrovieri quarantenni ed operai della Fiat, quando Amato mentre tagliava le pensioni degli altri centuplicava la propria ecc. Diciamocelo sinceramente siamo un popolo di ipocriti e traditori che non si è mosso di un millimetro da piazzale Loreto! Mi vergogno di essere italiano.

  7. Egregio Pardo,
    la lettura dei suoi editoriali, come quello di oggi su Affari Italiani, di cui condivido in parte le considerazioni, mi ha ispirato alcune riflessioni. È certamente vero che Berlusconi non sia l’Uomo Nero della versione ossessiva e delirante della sinistra, che lo ha utilizzato come unico antidoto aggregante contro i suoi storici settarismi perennemente oscillanti tra riformismo e massimalismo antagonista. Ma l’esperienza di governo di questa coalizione, durata un decennio circa, tranne la breve parentesi dell’altro sciagurato governo Prodi – forse ricorderà che in quel periodo l’Italia era diventata la Pen-isola dei tesoretti… da spendere – mi porta a rievocare quel detto attribuito a Mussolini (una presunzione iuris tantum), secondo cui governare gli italiani non è impossibile, è inutile. Faccio alcune considerazioni.
    Non c’è dubbio che Berlusconi (ma qui intendo tutto il polo del centrodestra) abbia fallito nel realizzare la promessa rivoluzione liberale. Paradossalmente, ha liberalizzato di più Bersani (riforma del commercio nel 1998, con abolizione della legge 426/71) e provvedimenti di minore impatto nel 2007, come quello sui servizi della telefonia mobile o sulle assicurazioni (polizze pluriennali), anche se poi – fatto grave – questi ultimi sono stati in parte neutralizzati da una contro-riforma proprio dell’attuale coalizione di governo su pressioni dell’Ania. Non c’è dubbio che il fallimento della promessa rivoluzione liberale sia dovuto non tanto a responsabilità specificamente personali di Berlusconi, quanto al fatto che nella nostra architettura costituzionale, la Presidenza del Consiglio dei Ministri sia il classico vaso di coccio tra vasi di ferro (Parlamento e Magistratura e, forse, Presidenza della Repubblica, assai meno notarile di quanto si creda, e Corte Costituzionale). Per volontà precisa dei costituenti, infatti, magari per una sorta di quello che giudico un fenomeno di overshooting politico dopo il fascismo, il nostro assetto istituzionale non si ispira alla regola aurea della tripartizione dei poteri elaborata da Montesquieu, con il sistema dei checks and balances propri di solide democrazie come quella statunitense, ma prevede uno strabordante potere del Parlamento, basato su un bicameralismo perfetto e ridondante di rappresentati (circa 1.000!) e un potere altrettanto autonomo e pervasivo della Magistratura – giustamente indipendente sotto il solo controllo del CSM – ma con una funzione ancora troppo prevalente della parte requirente (le Procure), solo in parte attenuata dopo la riforma del 1989, col passaggio dal processo inquisitorio a quello accusatorio, e che, dopo la vicenda di Tangentopoli, si è trasformata in una funzione strutturalmente supplente della politica.
    Ma tutto questo non basta a giustificare il fallimento dell’azione del centrodestra, perché pur nella debolezza istituzionale della PdCM, questa coalizione aveva, dopo le elezioni del 2008, una tale forza in termini di maggioranza parlamentare che le avrebbe consentito di realizzare tutte le riforme promesse. È altrettanto noto, però, che in tutte le democrazie, anche e a maggior ragione in quelle sgangherate come la nostra, il vincolo principe dell’azione politica – intesa nel senso di scelte e decisioni da parte del policy maker – sia la ricerca del consenso. Quindi, in un Paese fortemente corporativo come il nostro, immutabilmente ispirato al principio dell’»utile particolare» di Guicciardini, l’opposizione manifestata di volta in volta dal gruppo/consorteria/centro d’interessi dei nimby di turno (associazioni di imprese, sindacati dei lavoratori, enti locali, gestioni consociative) paralizzasse di fatto qualunque azione riformatrice.
    Senza alcune riforme strutturali degli assetti istituzionali – e non solo di quelli di bilancio, come abolizione o quanto meno irrigidimento dei criteri per le pensioni anzianità (ma è un Paese serio quello in cui una riforma come la Dini del 1995 non vede l’applicazione del contributivo pro rata per tutti e inventa, invece, un criterio assurdo come mantenimento del retributivo per coloro che avevano almeno 18 anni di versamenti?) – come l’evoluzione verso forme di presidenzialismo o semi-presidenzialismo alla francese, non credo si possano sanare le situazioni.
    E concludo sul debito. Non ha molto senso, a mio modesto giudizio, ripartire lo stock di oltre 1.900 miliardi di euro sul numero di famiglie (attualmente poco più di 25 milioni), ossia circa 76.000 euro per famiglia, domandandosi se mediamente ci sia questa disponibilità liquida sui conti correnti bancari degli italiani.
    Nessuno chiede di azzerare lo stock del debito pubblico. Sarebbe impossibile non solo per noi, ma per qualunque altro Paese anche con consistenze inferiori alle nostre. In tutte le economie avanzate, infatti, il ruolo dello Stato come agente economico non è più eliminabile, soprattutto per la gestione dei costosi sistemi di welfare che portano ad una intermediazione del Pil da parte della spesa pubblica tra il 40% e il 50%, a seconda dei Paesi. Già sarebbe sufficiente convergere rapidamente verso il limite del 60% in rapporto al Pil, considerato per certi versi fisiologico o compatibile con una sostanziale stabilità dei conti pubblici. Questo significa che con un Pil poco al di sotto di 1.600 miliardi, lo stock del debito sopportabile sarebbe intorno ai 900 miliardi. Ne dobbiamo perciò recuperare 1.000.
    Se vale la proporzione tra operatori che detengono lo stock del nostro debito secondo le statistiche di Bankitalia, circa il 45% è detenuto da non residenti (fondi sovrani esteri, investitori istituzionali come fondi pensioni di altri Paesi etc.). Quindi, la parte rischiosa di quei 1.000 miliardi da recuperare vale poco più di 850 miliardi di euro (il 45% di 1.900). Ed è questo, a mio modesto parere, l’ammontare su cui occorre ragionare, perché farebbe scendere quei 76.000 euro per famiglia ad una più sopportabile soglia di 34.000 euro, pur con il beneficio d’inventario di una media aritmetica di cui non si è verificata la deviazione standard.
    Forse, facendo un po’ di fanta-politica-economia, si potrebbe progettare un’operazione di buy-back di questi titoli, magari ispirandosi alla campagna del Tesoro americano durante la II guerra mondiale, che chiedeva agli americani di sostenere lo sforzo bellico sottoscrivendo titoli del tesoro a tassi irrisori dello 0,1-0,2%. Si potrebbe creare una società detenuta dalla Cassa DD&PP, che cartolarizzi presso investitori esclusivamente nazionali (le famiglie) quel debito detenuto da non residenti, offrendo un tasso di rendimento di queste nuove obbligazioni che so, 20-30 basis-point al di sopra del rendimento dei titoli tedeschi, diciamo intorno al 2%, ma si potrebbe arrivare anche al 3%. Le famiglie sarebbero garantite da rendimenti comunque accettabili – considerando sullo sfondo la politica monetaria fin troppo rigorosa della BCE che terrebbe sotto controllo l’inflazione – e il Tesoro realizzerebbe un consistente risparmio sulla spesa degli oneri del servizio del debito (interessi), peraltro utilizzabile come risorsa da impiegare in misure a sostegno della crescita (investimenti produttivi come infrastrutture, non spesa corrente) e dell’occupazione. Basti pensare che con un probabile costo medio del debito, agli attuali spread, superiore al 6% la spesa per interessi di quegli 800 miliardi di debito detenuto da non residenti sarebbe di oltre 48 miliardi di euro. Riuscire a dimezzarla a 24 miliardi rappresenterebbe un eccellente obiettivo.
    La solidità patrimoniale che ancora caratterizza la maggior parte delle famiglie italiane lo consentirebbe senza troppe difficoltà.
    Naturalmente, si potrebbe anche decidere un mix di misure (cartolarizzazione/privatizzazioni), in modo da ridurre la quota di “prestito forzoso” richiesta alle famiglie e compensarla con maggiori introiti derivanti dalla vendita di asset pubblici, mobiliari e immobiliari/demaniali.
    Ma per realizzare una siffatta manovra sarebbe necessario un nuovo patto sociale tra cittadini e politica, tale da ripristinare la fiducia dei primi nella seconda, attraverso alcuni segnali inequivocabili, seppur di modesta entità in termini di impatto contabile, come la riduzione dei costi della politica (dimezzamento del numero dei rappresentanti nazionali e regionali, mantenimento dei soli emolumenti equiparati a quelli della più alta magistratura, eliminando totalmente tutte le forme di rimborso e agevolazione). Ma a tutt’oggi, di una volontà orientata in tal senso, non si vede traccia in alcun provvedimento di questo Parlamento.
    Cordialità.

  8. Rispondo al grande madrigalista.
    Può darsi che lei abbia torto e può darsi che lei abbia ragione. Ma c’è qualcosa che taglia la testa al toro: né i governi italiani né gli italiani stessi sono capaci delle cose di cui lei parla, a mio parere.

  9. Gentile sig. Pardo, anche lei si dichiara “neutrale”. Lo è davvero? Scrive da “neutrale”?
    Il bue dà di cornuto all’asino!

  10. Le rivolgo il commento che fu di Brunetta (ohibò…sembra già un secolo fà..sic transit gloria mundi):
    Lei rappresenta la peggiore Italia. L’Italia che spero di non vedere mai più.

  11. parole mio caro c e del vero e quindi anche del falso…cmq possono anche convincere ricordiamoci che il potere è un altra cosa e questa costituzione nacque per non dare a nessuno il potere tranne che alle combriccole dei vari partiti che sono le vere P4 di ogni sistema democratico bruttino ma non se ne esce ciao

  12. Per emidio: io non sono neutrale, io sono laico e liberale. Il che mi pone nel campo avverso rispetto a parecchia gente. O lei voleva dire altro?
    Per paolo: rappresento solo me stesso. Se poi non le piaccio, poco importa.

  13. Gentile sig Pardo,
    ha ragione quando dice che Berlusconi non può e non deve avere tutte le colpe di questa crisi economica, ma io credo che al momento, più di crisi economica, in Italia ci sia una crisi politica, generale, che attraversa tutti gli schieramenti, da destra a sinistra, senza tralasciare il centro, altrimenti non si capisce perchè a maggio lo spread fra i BTP e Bund era “irrisorio” e ora è schizzato a oltre 550 punti: i 1900 miliardi di debito c’erano allora e ci sono adesso. Il problema secondo me, sta in una classe politica ignorante, nel senso letterale del termine, indegna di sedersi sugli scranni di Montecitorio per GOVERNARE il popolo italiano (a mio modesto parere, alcuni di quelli non li eleggerei nemmeno capi di condominio), abbiamo politici che non hanno nè voglia, nè capacità per decidere. Berlusconi si rammarica del fatto che i suoi parlamentari lo abbiano tradito, ma bisogna ricordargli che li ha NOMINATI lui quei parlamentari, non si sono certo presi la briga di andarsi a racimolare le preferenze collegio per collegio, quindi il demerito più grande del quasi ex presidente, è quello di non essersi nemmeno saputo scegliere ( a questo punto bisognerebbe chiamarli così) collaboratori adeguati, ma ha messo su starlette, attrici, attori, cantanti. La politica non funziona così, la politica dovrebbe essere una cosa seria, fatta da persone serie e con un bagaglio culturale che in questo momento non è la prima cosa che si nota sentendo parlare queste persone.
    e poi, un’ultima cosa…basta, dico, basta una volta per tutte con questi politici che ormai sulla carta di identità alla voce professione hanno scritto parlamentare..non se ne può davvero più, in una democrazia degna di questo nome, esiste il ricambio, in meglio o in peggio che sia, ma basta si cambi, però credo che questo purtroppo, rimanga solo un mio modesto sogno
    Cordiali Saluti

  14. Lascio perdere la parte politica per andare a quella economica.
    È perfettamente vero che il debito pubblico era qualche mese fa quello che è oggi. Ma le Borse sono emotive. Il problema greco le ha spinte a chiedersi: e l’Italia? Sarebbe in grado di pagare gli interessi sui suoi debiti, se la fiducia venisse meno? E la semplice ipotesi ha spinto tutti a vendere e vendendo le cose si deprezzano. Per conseguenza, dovendo trovare altri compratori, è stato necessrio offrire interessi più alti. E questo ha dato alimento alla sfiducia, e questo ha spinto in su gli interessi e il differenziale con i Bund tedeschi…
    Devo continuare?
    Cambiare, dice lei. E io le chiedo: lei crede che gli italiani possano cambiare? E se non possono cambiare loro, perché dovrebbe poter cambiare la loro classe politica?

  15. Faccio notare a tutti che questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre, non in occasione della ventilata nomina di Monti a primo ministro. Lo scrivo perché nessuno vi fa riferimento: e invece dimostra che non intendevo criticarlo solo perché potrebbe essere chiamato a sostituire Berlusconi, ma perché quando qualcuno dice sciocchezze penso che o è uno sciocco oppure, per certi versi, è talmente appassionato da perdere lucidità.
    E nessuna delle due ipotesi, ora che si ventila un suo incarico, è tranquillizzante, per un primo ministro.

  16. Caro Pardo
    Non la conosco ma ho letto casualmente il suo Blog e ho approvato gran parte delle sue analisi. In particolare e’veramente sorprendente la disamina dell’articolo di Monti di meta’ ottobre (che anch’io avevo letto e che mi aveva lasciato perplesso tanto dal dire “mi pare un leccobardo del potere” per parafrasare il compianto Gianni Brera). Ovviamente alla luce degli avvenimenti di ieri molto si capisce. Le faccio una domanda: visto che ci sara’ sicuramente una lotta intestina nel Pdl (e anche nel PD) con frange piu’ o meno consistenti che si opporranno alla nomina di Monti oltre all’ostracismo di Lega e di Udv e a quallo che “in teoria” sarebbe logico anche da parte di Vendola, perche’ non chiedere all’Esimio Capo dello Stato di fare opera di pacificazione nazionale e nominare anche Berlusconi “senatore a vita”??
    Ce lo toglieremmo di mezzo elegantemente liberando la giustizia da un sacco di incombenze, potremmo perfino accettare le sue barzellette ed il resto! tanto non sarebbe peggio di uno Scalfaro o di altri senatori che si facevano portare in barella a votare pro-Prodi per poter arrivare a 1 voto di maggioranza.
    Per sua informazione io non voto dal 1972 e prima votavo Psiup. L’unica tessera di partito che ho avuto in vita mia e’ stata della Fgc e del Pci di quei tempi.Quindi mi conceda di dirle che conosco bene queste parrochie.
    Quelle degli Scalfari, De Benedetti, dei Caracciolo (buonanima) e soci….quelli dei telex obsoleti venduti a migliaia a prezzo pieno allo Stato dopo aver fatto fallire l’Olivetti ecc.Quelle dei finanziamenti statali alla Fiat per via “parentale” ecc.ecc.
    Per concludere approfitto dello spazioni per dare un consiglio ai risparmiatori. Dopo aver pagato le tasse, basta semplicemente un conticino in Svizzera (in euro) con il quale comperare btp italiani al 6,50% (ed al 90% di valore nominale come oggi)) e si fa un mare di soldi. Perche’ non provare ad indagare su qualcuno dei succitati signori “industriali illuminati con residenza Svizzera? Chi frequenta il canton Grigioni qualche cosa ne sa……
    cordialita’

  17. Egregio Fausto,
    quando lei votava per il Psiup io disprezzavo questo partito di tutto cuore. Dunque siamo anziani tutti e due (io certo più di lei). Ma mi affretto a dirle che con “i comunisti più comunisti dei comunisti” io, anticomunista viscerale, mi son sempre inteso benissimo. Perché si tratta forse di fanatici, ma certo di puri di cuore. Se lei non vota da allora è perché non ha chiuso gli occhi e dai fatti è stato spinto a disprezzare non solo la destra ma anche la sinistra. Io invece sono pro-governativo (quale che sia il governo) perché da un lato so che un governo è comunque necessario e poi perché so quanto sia difficile governare e quanto sia facile criticare. Infatti ho compianto Prodi, qualche anno fa, perché cercava di farlo mentre i suoi soci gli mettevano i bastoni fra le ruote.
    Berlusconi non sarà nominato senatore a vita, vada tranquillo. Fra l’altro non ha notato che tutti i senatori a vita sono di sinistra?
    Ovvio che converrebbe comprare Btp, se l’Italia si salva questi rendimenti i risparmiatori se li sognano. Ma il punto è che non tutti sono convinti che si salvi.
    Comunque, se mandano Vendola a Palazzo Chigi ce la caveremo sicuramente.

  18. Egr. sig. Pardo, ed anche al sig. Luca Marenzio.
    Mi sembra di aver capito che dopo anni di slogan di “morte al re” dopo la sua morte si senta gridare “viva il re”. Il re, cioè Berlusconi, ancora non è morto e considerata la sua appartenenza divina (unto del Signore), potrebbe anche resuscitare. Personalmente spero che la sua morte avvenga al più presto. Logicamente in senso politico ed in senso economico, se non altro per la sbruffonaggine dei suoi milioni spesi per donne ecc. e del suo dichiarato imbarazzo nella scelta della casa, in caso di fratto da Palazzo Chigi, avendo dichiarato di fronte ad una assemblea dei suoi di averne più di 40 e di non saper come sceglierle. Dipendesse da me non avrei dubbi sulla proposta/scelta abitativa ed esclusiva.
    Leggendo gli articoli ed i suggerimenti di quel luca Marenzio, non so chi sia e che professione faccia, mi sembra di capire, senza offesa, che abbiate un pò la testa bacata. Se non altro per spingersi in quella ardita, impraticabile, improponibile segmentazione e ripartizione del debito pubblico e di come possa essere ripianabile.
    Ma al di là di tutto questo, visto anche il vostro poco apprezzamento per il Prof. Prodi e per il suo governo, è possibile che non vi sia mai venuto in mente come possano essere stati spesi quei denari (tantissimi) derivanti dall’incremento del debito pubblico e dai tantissimi risparmidi spesa. Provate a sommare, specialmente lei sig. Marenzio, la quantità derivante dall’incremento del debito pubblico, dal 104% di Prodi a quello attuale 120-125-forse 130% e dei vari risparmi derivanti da tutti i tagli del ns. caro ministro del tesoro, che, a mio avviso, avrà la palma di peggior ministro dell’Italia.
    Se avesse portato la soglia del deficit dal 104% di Prodi al 99% veramente sarebbe successo tutto questo.
    Fareste bene a pensare prima di scrivere.
    Cordiali saluti, ma la rabbia per come siamo stati derubati è tanta.

  19. Ho cambiato il mio nome per non creare confusione con un altra persona che ha scritto in precedenza.
    Personalmente non so cosa sia bene e cosa sia male in Monti.

    Trovo irritante che non siano state fatte alcune riforme acosto zero (tipo diminuzione del numero di onorevoli) ….
    Trovo anche peggio la nomina da parte di Napolitano a senatore a vita per potergli far fare il premier.
    La leggo come una manovra da prima repubblica (anzi da mafia legalizzata!).

    Ne sono particolarmente disgustato, ma si vede che sono l’unico
    A tutti gli altri la cosa non disturba?
    un cordiale saluto
    Ice

  20. gentile dott. Pardo

    come si può pensare di far tirare la cinghia(perchè questo si deve fare per tentare di sistemare l’Italia) agli italaliani avezzi al bel vivere – vevere sopra le nostre possibilità – da 30 anni e passa?
    come si può pensare che i nostri giovani possano accettare di vivere in modo meno spendaccione come sono stati abituati dei loro genitori? accettare anche i lavori più umili pur di crearsi una loro autonomia? come si può pensare di continuare a gonfiare i consumi – come è stato fatto fino ad ora – per mantenere in piedi un’economia basato esclusivamente su consumismo sfrenato e non sulla creazione di richezza?
    dobbiamo quindi fare tutti un passo indietro rinunciare a qualcosa per il bene del nostro futuro.
    ma questo non sarà possibile con qualsiasi governo politico o tecnico o di qualsivoglia formula inventata da coloro che lo scranno se lo vogliono tenere ben stretto se gli italiani non maturano questa convizione.
    quindi il Monti di turno sostenuto dal variopinto arco costituzionale dai mille proponimenti non la vedo bene (eufemismo)
    ma sopratutto per noi italiani la vedo molto male con i Casini, i franceschini,i Rosy Bindi tutti democristiani Falsi, ai ex comunsti i bersani i dalema i vecchi fascisti Fini e compagnia cantanto avezzi a salvarsi lo scranno che tengano da una vita raccontando frottole agli italiani e noi (mi sia permesso senza offesa per nessuno) ci abbiamo creduto e mi fa specie che ci sia ancora qualcuno che ci crede. ma questi politici non si vergognano di continuare ad andare sulla pubblica piazza (televisione) a raccontare BALLE?????

    vorrei se c’è qualcuno che ancora crede nell’alto valore morale della politica fare un movimento di crido -TUTTI A CASA A FAR CALZETTE –

    p.s. sono un lavoratore autonomo che da 40 anni lavoro e sempre ho pagato le tasse anzi anche di più e mi sono stancato di sentirmi offeso continuamente da questi ……che fanno la solita equazione autonomi, professionisti, imprenditori = evasori.
    a coloro che la buttano sul generico( tutti evasori ) vedasi anche venerdi sera alla trasmissione di Paragone dove un emerito ex deputato del nostro paese (per non far nomi il sig. Ferrero ) si è permesso di fare li invito a fare nome e cognomi e attività e vengano presi e condannati.

  21. Egregio Pracucci,
    avendo la mente bacata invece di sparare le mie opinioni vado a cercare statistiche.
    Debito pubblico al 104% del pil durante l’ultimo governo Prodi, attualmente 120%, colpa dell’attuale classe dirigente, dicono molti. Se desse un’occhiata a questo sito, http://www.irpef.info/testi/debito.html, vedrebbe che nel 2001 (gov.Amato-Berlusconi) il rapporto era al 108,8%; negli anni successivi (B.) al 105,7%, 104,4%, 103,9%, 105,9%. Nel 2008 (B.) 106% e da allora (il 2008 è l’anno in cui è scoppiata la grande crisi economica mondiale) è aumentato fino all’attuale 119%. Quella classe dirigente era intelligente prima del 2008 e poi è diventata scema? Ricordo anche che se si abbassa il pil (il denominatore) la percentuale del debito sul pil aumenta anche a totale costante del debito.
    La prego, rinfoderi il sarcasmo, in questo blog siamo abituati esclusivamente a discussioni reciprocamente rispettose.

  22. La sinistra è a favore dei laoratori dipendenti perché in Unione Sovietica erano tutti impiegati dello Stato.
    Insomma sognano la ricchezza di tutti i lavoratori della Russia di quel tempo.
    Chi si arricchisce è colpevole di essere più bravo degli altri e la cosa più semplice è dichiarare che si è arricchito perché ha rubato. In modo che l’incapace si possa sentire non un imbecille (com’è, e come sono io, dal punto di vista imprenditoriale) ma una povera vittima della cattiveria altrui. Della Sua, caro Rolando.

  23. Rispondo, nell’ordine, al curatore del blog e al Sig. Pracucci.
    Le riforme di cui ho parlato in termini più che altro di suggestione, non le ha partorite la mia testa (bacata secondo il Sig. Pracucci), ma sono oggetto di discussione, soprattutto quelle di tipo istituzionale, da svariati decenni nel nostro Paese, con polverosi disegni di legge che giacciono nei cassetti delle commissiioni parlamantari di tutte le legislatura dal dopoguerra ad oggi. Se poi, nè i governi italiani, nè gli italiani sono in grado di affrontarle e realizzarle, allora è meglio dichiarare il default, è più onesto. O pensiamo di continuare con i pasti gratis a spese di qualcun altro?
    Quanto al problema stringente del debito, e qui vengo al Sig. Pracucci, non ne faccio una questione di schieramento (quanto era bravo Prodi, quanto è pessimo Berlusconi) perchè i guasti provocati dall’esecutivo Prodi sono stati notevoli, a cominciare dall’abolizione dello scalone, tanto quanto l’inerzia colpevole dell’esecutivo attuale. Mi spiace che il sig. Pracucci pensi che il debito pubblico si sia formato per il peculato e le appropriazioni indebite dei politici – certo, dentro ci sono anche questi – e non per il cumularsi di disavanzi generati nei decenni da una spesa pubblica fuori controllo. Le statistiche per fortuna sono apolitiche e basta vederne la serie storica dal 1970 ad oggi per scoprire che la ricerca del consenso attraverso il deficit-spending ha riguardato sia gli schieramenti di centrosinistra che di centrodestra, in modo del tutto equanime. Del resto, il debito pubblico finanzia il nostro costoso sitema sanitario e pensionistico (sottolineo costoso), ma non virtuoso o efficiente per i cittadini e bisognerà pure che le famiglie italiane se ne facciano carico, altrimenti i mercati ci costringeranno al ripudio del debito per insostenibilità della spesa per interessi e poi non rimarrà più nessuno disposto a prestarci nemmeno un centesimo. Credo che nella mia proposta, più che altro una suggestione, ma le soluzioni tecniche possono essere tante, non ci sia nulla di ardito,impraticabile o improponibile. Una forma di cartolarizzazione come quella proposta è perfettamente compatibile con il Fondo di Ammortamento del debito pubblico, che già esiste, e il Prof. Guarino, che ha fatto parte di governi non certo di centrodestra, già molti anni orsono suggeriva una vendita del patrimonio immobiliare pubblico per un ammontare che consentisse di abbattere lo stock del debito alla soglia del 60% in rapporto al Pil. Vorrei solo ricordare al sig. Pracucci che dal 2008 ad oggi tutte le economie avanzate, proprio per fronteggiare gli effetti della recessione, hanno fatto ampiamente ricorso al debito pubblico. Nella media dell’eurozona, il rapporto debito/Pil è passato da 66% a 88%, in Germania da 65% a 81%, in Francia da 65% a 84%, in Spagna da 36% a 70%, nel Regno Unito da 44% a 84% e negli USA da 62% a 101%, in Italia da 103,1% a 120,5%, probabilmente uno degli incrementi più contenuti, data la situazione già ampiamente deteriorata dei conti pubblici. Sono dati dell’ultimo Rapporto Economico della Commissione Europea, disponibili e consultabili da chiunque. Io credo fermanente nell’analisi dei dati – prima conoscere, poi deliberare – diceva Luigi Einaudi, ma evidentemente il sig. Pracucci attribuisce a Prodi proprietà taumaturgiche che sfiorano il trascendente, l’unico Presidente del Consiglio al mondo in grado di ridurre addirittura al 99% il rapporto debito/Pil nel corso di una recessione mondiale che ha visto l’Italia perdere oltre 6 punti di Pil reale nel biennio 2008-09….WOW!!!!

  24. Caro Pardo
    effettivamente sono abbastanza vecchio anch’io (del primissimo dopoguerra) e non mi vergogno di essere tutt’ora un inguaribile vecchio idealista ottimista.
    Negli anni della mia giovinezza ovviamente il ricordo delle nefandezze del passato fascista hanno portato molti come me a valutare gli ideali opposti ma tant’e’. Io non rinnego nulla. L’onesta’ intellettuale secondo me e’ sempre apprezzabile a prescindere e non e’ catalogabile. Infatti, senza saperlo, io apprezzo quello che Lei scrive e lo condivido anche se parto da presupposti diversi.
    Detto fra noi: ho letto anche altre risposte e quindi le confermo che quella di “Berlusconi senatore a vita” era una boutade che mirava a prendere in giro il nostro benemerito Presidente della Repubblica che si e’ affrettato in maniera
    abbastanza sospetta alla nomina di Monti a SaV pur di evitare le elezioni anticipate.
    Ovviamentele consultazioni le avra’ gia’ fatte magari con Sarkozy o la Merkel.
    Io di Napolitano ho il ricordo degli anni 70 quando era uno degli eredi di Giorgio Amendola, cioe’ uno di quei burocratri di partito che hanno tolto ogni speranza ideale a noi giovani di llora…Sara’ ovviamente cambiato ma la tattica
    del sottobanco mi sembra sempre la stessa che usavano gli Apparatnik del PCI.
    Nel mio intervento precedente avevo fatto cenno alla commistione tra i grandi “commis di stato” come Prodi o Monti e gli industriali alla De Benedetti
    (solo speculazione mai creato posti di lavoro solo fallimenti sanati dallo stato tramite i suddetti “commis di stato” con l’utilizzo dell’asservimento dei mezzi di comunicazione tipo Repubblica). Berlusconi ha avuto il gravissimo torto di non far parte di questo “settore” dell’impenditoria. Poi di suo si e’ messo anche nelle condizioni di essere impresentabile ma tutto gli sarebbe stato perdonato se si fosse messo “in comunella”.
    Ps.: Gli ideali egualitari mi rimangono anche dopo 40 anni pur facendo ora l’imprenditore con 2000 dipendenti in fabbriche purtroppo delocalizzate all’est proprio per colpa dei prodi di cui sopra.
    La saluto e continuero’ a leggerLa con piacere
    Fausto

  25. Io volevo solamente dire che confido ma soprattutto spero, visto il triste momento che stiamo attraversando, che Monti sia al di sopra delle parti. Insomma siamo nella cacca fino al collo e vorrei vederlo lasciarci affondare in questa.

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