USCIAMO DALLA SECONDA PREISTORIA

La distinzione fra storia e preistoria è data dalla scrittura. Finché non fu inventata, il sapere umano fu limitato dalle capacità di memoria del singolo e dalla capacità di trasmettere questo sapere individuale agli altri. Naturalmente qualcosa andava perso nella trasmissione e il sapere totale del nuovo individuo era anch’esso limitato dalle possibilità della sua memoria. Il risultato è stato una lunghissima stagnazione. Per centinaia di migliaia di anni i nipoti hanno vissuto e si sono comportati esattamente come i loro nonni e trisavoli, non diversamente da come gli animali, in natura, sono relativamente stabili nel fenotipo e nel comportamento.

Tutto è cambiato con la scrittura perché si è creata una memoria artificiale e indistruttibile. Per sapere ciò che altri hanno fatto o pensato o inventato non è stato più necessario “ricordare”: è stato possibile ricorrere ad una memoria collettiva, oggettiva e materiale come un’iscrizione o un testo scritto. Ciò ha creato un effetto valanga e si è avuta una subitanea accelerazione della civiltà che, in pochi millenni, è passata dal mondo dei faraoni alla moderna, strabiliante tecnologia.

La memoria collettiva aveva tuttavia un grande limite. La nozione che si sarebbe potuto desiderare era consegnata in un testo scritto ma avveniva facilmente che di quel testo non si disponesse. O perché non si sapeva quale libro fosse, o perché era in un’altra città, o perché non ce lo si poteva permettere (i manoscritti erano costosissimi), o semplicemente perché non lo si aveva sottomano. Inoltre, la ricerca poteva rivelarsi faticosissima. Ecco un esempio: ammesso che uno ricordasse che nell’Egitto antico c’era stata una donna di grande cultura e intelligenza, forse una filosofa, che tuttavia era finita male, come sapere come si chiamava e quale fosse effettivamente stata la sua vicenda esistenziale? Quanti libri si sarebbero dovuti sfogliare, quante pagine si sarebbero dovute leggere, prima di imbattersi in Ipazia?

L’umanità, con l’Encyclopédie, ha cercato di condensare e rendere disponibile la memoria collettiva per intero, a tutti, con una serie di libri che potevano stare sullo scaffale di una stanza. Ma anche dopo il titanico lavoro di Diderot, avremmo facilmente trovato Ipazia, non ricordandone il nome?

Ecco perché può dirsi che nell’epoca attuale stiamo forse assistendo ad un secondo, gigantesco passo. Il primo è stato dalla memoria individuale a quella collettiva, il secondo è quello dalla memoria collettiva di difficile accesso alla memoria collettiva integrata nella memoria individuale. Un tempo, se uno avesse ricordato che Bismarck aveva paragonato la politica alle salsicce, sarebbe rimasto affidato alla propria memoria, col rischio di sbagliare. Oggi se uno ha Internet e sa maneggiarlo, dà due sole parole, “Bismarck” e “salsicce”, e trova subito la frase voluta: “Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e meglio dormono la notte”. E se vuole la frase originale, in tedesco, deve solo cambiare salsicce con Wurst, ed ecco ritrova la famosa citazione: “Je weniger die Leute darüber wissen, wie Würste und Gesetze gemacht werden, desto besser schlafen sie nachts”. E questo vale in ogni direzione. Sapendo cercare è come se si avessero sottomano decine, centinaia, migliaia di libri in cui la ricerca è facilitata da uno schiavo diligente, il motore di ricerca, al quale basta dare due o tre parole perché esso ritrovi quello che c’è da sapere, o almeno un testo in cui quelle due o tre parole sono presenti. E tutto questo senza alzarsi dalla sedia.

Forse stiamo assistendo ad un fenomeno storico dalle conseguenze incalcolabili. Sarà pur vero che milioni di persone usano Internet per chiacchierare con gli amici, per cercare siti porno o ascoltare canzonette, ma la civiltà avanza perché, oggi come sempre, ci sono i geni. E oggi il genio è come se avesse il cervello potenziato a livelli inimmaginabili, almeno per quanto riguarda i dati e il controllo delle nozioni. 

Il computer, oltre al disco fisso, sa usare le memorie dette “periferiche”: cd, dvd, pen drives o chiavette che dir si voglia. Ebbene, il computer stesso, con tutti i suoi annessi, è la “periferica” del cervello umano. Il risultato prevedibile è un drammatico aumento della produttività intellettuale dell’uomo superiore, e comunque un aumento delle possibilità di conoscenza che oggi rendono l’ignoranza una libera scelta.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

20 febbraio 2012

 
USCIAMO DALLA SECONDA PREISTORIAultima modifica: 2012-02-20T08:56:10+01:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “USCIAMO DALLA SECONDA PREISTORIA

  1. Se dovessi indicare quale e’ stato il piu’ grande evento culturale della mia vita dopo aver imparato a leggere e scrivere, non avrei dubbi: Internet.
    Ieri, spinto da semplice curiosita’, gratis e in 5 minuti ho scoperto che tutti noi, anche stando seduti alla scrivania, stiamo viaggiando a 1800 Km/h in giostra intorno all’asse terrestre, mentre con la Terra viaggiamo a 107000 Km/h nell’orbita intorno al Sole, mentre con l’intero Sistema Solare ci spostiamo a circa 729000 Km/h nell’orbita intorno al centro della nostra galassia. La quale probabilmente si sposta anche lei, ma non si sa esattamente verso dove.
    Negli anni ’70 non avrei neanche saputo dove e come cercare queste informazioni. Al confronto gli aerei, le automobili, la medicina e l’abbigliamento sono cambiati pochissimo da allora.

  2. I chilometri all’ora ai quali ci spostiamo intorno all’asse terrestre forse sono 1.800 all’equatore (io credo circa 1670), ma diminuiscono a mano a mano che si va verso i poli. E già alle nostre latitudini siamo più lenti. Una volta ho calcolato che eravamo (e siamo) intorno ai 1.500.
    Non si finisce mai di studiare.

  3. Approfitto visto che la ricerca è anche questa volta semplice. Google: “terra velocità rotazione” –> 3° risultato: “Velocità dei moti del pianeta terra” –> La velocità di rotazione terrestre (un giro in 23h 56m) fa sì che un punto dell’equatore terrestre viaggi alla velocità di 1668 Km/h. … per … altri luoghi della superficie … sarà sufficiente moltiplicare quel numero per il coseno della latitudine. Alla latitudine di 42°, media italiana, la velocità scende a 1240 Km/h e ovviamente si azzera ai poli!

    Per Torino: 1668 Km/h * cos(45.0781) = ~1178 Km/h
    Per Siracusa: 1668 Km/h * cos(37.0862) = ~1331 Km/h

    Cordiali saluti.

  4. Grazie per le precisazioni, il mio era un valore equatoriale molto approssimativo da una fonte diversa da Wikipedia, dove ho trovato invece gli altri due.
    Come vedete grazie a Internet e’ anche semplice verificare l’attendibilita’ dei dati che qualcuno prende per buoni.
    Un problema in cui mi imbatto spesso (non nel caso della Terra!), e’ l’eta’ delle pagine web. Mi e’ capitato di leggere a lungo su un sito per poi trovare citati dei valori in Lire: roba di almeno dieci anni fa, ma non era immediatamente evidente.

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