COLPISCO IL RICCO E PIANGE IL POVERO

Se la medicina dicesse che una eventuale “malattia di Hollbrook” è inguaribile, e l’acqua di una determinata fonte, raccomandata da un santone, la guarisse, la conseguenza sarebbe che, in attesa di scoprire il principio attivo, quell’acqua sarebbe subito prescritta ai malati. Alla medicina interessa guarire, non avere ragione. Per converso, se una casa farmaceutica dichiara che il suo prodotto guarisce una determinata malattia, e poi quel farmaco non lo fa, la colpa non è del malato: è il medicinale che è inefficace.

Le teorie economiche sono come le teorie mediche. Non è che Marx avesse torto: mettendo insieme il capitale e affidandolo allo Stato, dovremmo essere tutti più ricchi. Ed è difficile tollerare che sia più ricco dei lavoratori chi già aveva i soldi e li dà ad altri perché li facciano fruttare. Giustissimo. Solo che l’economia marxista ha prodotto miseria e tirannide, l’economia sulla base del capitalismo privato ha creato prosperità e libertà. E allora Marx aveva torto. Come avrebbe torto chi vantasse un farmaco inefficace.

Oggi viviamo un momento di verifica delle teorie economiche. Dinanzi al rallentamento dell’economia mondiale, e al dramma dell’Europa, gli alti dirigenti della zona euro si sono orientati verso una politica di austerità, di compressione dei consumi e di aumento delle imposte. Provvedimenti che sono stati giudicati recessivi quasi da tutti, e addirittura sbagliati dal premio Nobel Paul Krugman.  Molti, ed io fra loro, come rimedio, vedrebbero piuttosto qualche incentivo al rilancio di tipo keynesiano. E tuttavia è vero che i mercati si sono un po’ calmati, il differenziale di rendimento tra i Bund tedeschi e i Btp italiani è sceso di quasi due punti percentuali e le prospettive, se non di rilancio, sono almeno di tregua. Dunque tutti quelli che la pensano come Krugman potrebbero avere torto. Ma che i provvedimenti fossero recessivi e che la lotta al lusso sia un errore, è oggi sperimentalmente dimostrato. 

Se c’è un comparto emblematico del lusso, è la nautica da diporto. Chiunque abbia avuto a che fare con un cabinato di sette metri (un guscio di noce) sa che una semplice vite, per quel tipo di natante, costa un capitale. La ragione è semplice: il mare corrode tutto e tutto ciò che riguarda il mare deve essere di una qualità speciale. E se per una barchetta costa caro l’acquisto, costa cara la manutenzione, costa caro il posto barca, figurarsi per una barca oceanica o uno yacht.

Il governo Monti, per fare contente le sinistre e la loro base, ha cercato di tassare pesantemente il lusso aumentando di molto il costo del posto barca. Si afferma solo “ha cercato di far contente le sinistre” perché se si aumenta l’accisa sulla benzina, il gettito è pressoché assicurato; viceversa, se si aumenta la tassa sull’ambra del Baltico, la gente o ne farà a meno o comprerà altre pietre dure. È ciò che si è verificato.

In un articolo del Corriere della Sera (“Porti, le tasse accendono la grande fuga”) leggiamo: “Già 27 mila i natanti di diportisti italiani trasferiti all’estero per sfuggire alle imposte: lo Stato perde 104 milioni”. E secondo una ricerca dell’Osservatorio nautico nazionale, ancor più interessante è quanto afferma il presidente dell’Assonat Luciano Serra: «La fuga di unità dai porti italiani, rilevata al 31 gennaio, è di 27.000 unità, l’impatto sulle entrate dirette dello Stato è pari a -104 milioni di euro, e i posti di lavoro a rischio sono 8.900». Inoltre, il mancato indotto generato dai superyacht in transito «ammonterà a 210 miliardi di euro, gli investimenti portuali a rischio arrivano a 1,4 miliardi di euro e l’impatto diretto sulla cantieristica è stimato in una flessione del 35% del mercato interno”. “Stiamo causando un danno di almeno un miliardo e mezzo a voler essere prudenti». 

Come si vede, la politica di odio ai ricchi e ai loro lussi è insieme stupida e miope. Lo yacht è un pugno in un occhio del disoccupato con famiglia a carico, ma non bisogna dimenticare che se quel disoccupato fosse capace di calafatarlo, o di ripararne il motore, o di ormeggiarlo, forse non sarebbe più disoccupato e benedirebbe chi gli paga un salario.

Le cifre sono come sempre opinabili, ma non c’è dubbio: ogni volta che si deprime un comparto produttivo per motivi ideali, la nazione ne ha un danno economico. Per questo, anche se è comprensibile che lo Stato continui a punire il commercio della droga – ma solo perché fa male – non è comprensibile ogni provvedimento volto a fini morali, o tendente a “punire” una classe di cittadini, rei di avere più soldi di altri. Troppo spesso di fatto si puniscono sia gli uni sia gli altri, e soprattutto i poveri. 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

3 marzo 2012

 
COLPISCO IL RICCO E PIANGE IL POVEROultima modifica: 2012-03-03T12:27:56+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “COLPISCO IL RICCO E PIANGE IL POVERO

  1. Egregio signor Pardo, non so dove lei abbia studiato economia, ma le sue analisi tradiscono molte lacune in materia (se non si tratta di deformazione ideologica).
    Innanzi tutto non è il marxismo che ha prodotto miseria e tirannide, ma semmai l’aristocrazia che ha gestito il potere nei (presunti) Paesi comunisti, la quale nascondendosi dietro il vessillo del marxismo e dell’interesser del popolo, ha in realtà perseguito ben altri interessi applicando principi più vicini al capitalismo e all’accumulazione (personale) del capitale.
    E non può certo dire che il capitalismo ha, viceversa, prodotto solo prosperità…sicuramente lo ha fatto per lei e gli altri ricchi, ma si guardi intorno se riesce: lo vede quanta gente riesce a sopravvivere solo grazie all’aiuto della pensione dei genitori, e quando questi no9n ci saranno più come potranno tirare avanti? La miseria c’è eccome! èer il momento è solo mascherata.
    E vogliamo parlare delle sue farneticanti dichiarazioni a difesa della detassazione del lusso??? Lei si lamenta dell’aumento del costo dei posti barca!?!? Ma lo sa che ci sono milioni di persone che non possono permettersi nemmeno una bicicletta? Ma lo sa che ci sono giovani lavoratori precari che hanno fatto il mutuo per comprare una casa e sono costretti a pagare l’IMU di Monti con soldi che devono prendere a prestito dalle banche (amiche di Monti) e poi per una casa che, fino a che non avranno estinto il mutuo, è più delle banche (amiche di Monti) che loro? Le sembra più equa questa tassa di quella sui posti barca? Ecco, quando parla di odio verso i ricchi, pensi a queste sue parole, pensi all’insensibilità di lamentarsi di certe cose quando il mondo va a rotoli…è questa insensibilità che genera odio, non la ricchezza in sè.
    E dal punto di vista economico poi…che assurdità dire che colpire il lusso è accanimento verso i ricchi per “far contente le sinistre” e placare l’ira del popolo caciarone! Certo, forse questo è ciò che ha spinto Monti ad agire in tal senso, ma dal punto di vista economico è noto che i beni di lusso sono quelli a domanda più rigida (se una Ferrari costa 200mila euro e l’anno dopo aumenta a 250mila la domanda cambia poco, per il ricco fa poca differenza, la compra lo stesso perchè se la può permettere, e sono ben altre le motivazioni all’acquisto rispetto a quelle di un’analisi del costo d’acquisto) Viceversa, nel caso della benzina si è verificata una situazione paradossale (solo per gli sprovveduti). Essendo un bene necessario (e quindi a domanda ugualmente rigida come i beni di lusso) si pensava di colpire sul sicuro, raggranellando un bel po’ di soldi a spese della povera gente (che più soffre questo tipo di tasse lineari), ma in realtà questa gente è stata talmente spremuta che, a differenza dei ricchi, non ha più riserve a cui attingere: se prendi da una parte devi togliere dall’altra, e così ha risposto contraendo enormemente tutti i consumi, compresi quelli della benzina (che è calato del 15%). E così Monti pensava di ottenere più soldi, ma il gettito è calato, sia per le minori entrate IVA dovute al calo consumi diretto, sia per le minori entrate fiscali derivanti da riduzioni di acquisto auto, assicurazioni, etc. CHe genio dell’economia questo Monti!
    NO) signor Pardo, non si vuole deprimere il settore del lusso per guerra ideologica verso i ricchi. La ringraziamo per il posto di mozzo o riparatore di barche che ci offre gentilmente, ma la realtà è che in un periodo simile sarebbe più ovvio colpire i settori che possono permettersi di sopportare il colpo (come quelli del lusso) piuttosto che quelli che contano su una clientela più diffusa fra la gente (clientela che si sta azzerando per mancanza di denaro da spendere). L’origine della crisi sta nell’eccessivo accentramento della ricchezza nelle mani di pochi (le speculazioni finanziarie sono solo la conseguenza dell’impossibilità dei ricchi di guadagnare sulle attività produttive a causa della spaventosa compressione della domanda, da loro stessi provocata. Così dirottano tutte le loro “sacrosante” ricchezze verso pure speculazioni finanziarie, che però non possono creare nuova ricchezza ma solo spostarla). Mettetevelo in testa voi ricchi: il padre dell’economia classica (capitalistica) Adam Smith diceva che “la ricchezza di una Nazione è data da ciò che si produce”, se i ricchi pensano di rimanerlo solo con speculazioni finanziarie stanno facendo un grosso errore! Si mangia tutti di più se si producono più torte, ma che senso ha produrre 100 torte se poi se le prende tutte il proprietario del forno che non può mangiarle tutte? E allora, lasciate anche ai lavoratori la loro fetta…voi ricchi otterrete “solo” il 50% di 100 torte, ma sempre meglio del 90% di 10 torte non crede?
    Ma lo so, l’egoismo insito nell’animo umano non produce comportamenti economici razionali (e in questo sono su posizioni opposte rispetto al nostro caro Adam Smith).
    Le potrei spiegare tante altre cosine che le sfuggono (o che preferisce non considerare) ma mi rendo conto che sarebbe tempo perso…meglio dedicarsi a cose più piacevoli.

  2. Egregio signor Bencardino,
    ho provato a risponderle, ma il suo testo è troppo lungo e anche la mia risposta lo sarebbe.
    Comunque, lei è un onesto comunista. Perché parla a me di ideologia?

  3. e questo suo commento dimostra come lei sia accecato dall’ideologia…ci crederà o no io sono sempre stato di destra piuttosto estrema, ma come ha detto io sono onesto (non comunista), e soprattutto pensante ( oltre ad aver studiato economia per un bel po’ di anni). E tutto questo messo insieme mi consente di rivalutare le mie posizioni e comprendere che destra e sinistra non esistono, l’intelligenza sta nella capacità di essere flessibili e pronti ad adeguare le proprie analisi e le proprie azioni al mutare degli eventi…ma vedo che lei è su posizioni più rigide e vicine alla nostra classe dirigente che ci sta portando brillantemente verso il baratro. Va bene così.

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