A CHE SERVE INNAMORARSI?

In natura ogni specie vivente ha caratteristiche differenti dalle altre e gli scienziati si chiedono sempre in che senso quelle differenze sono funzionali al tipo di esistenza delle specie stesse. 

Il principio è semplice. La natura effettua, nel corso dei millenni, una continua selezione degli esseri. Se un camaleonte si procaccia il cibo con una lingua lunga e collosa che può proiettare fuori dalla bocca come una fionda, quelli che l’hanno più lunga sopravvivono più facilmente di quelli che l’hanno più corta. E questo seleziona “the fittest”, come avrebbe detto Charles Darwin: il meglio adattato al suo tipo di vita.

Il principio è tanto solido che, in campo scientifico, o si conosce l’utilità di una caratteristica per la sopravvivenza, o non la si conosce ma si sa che c’è e si tratta solo di trovarla. A meno che non si tratti di qualcosa che l’evoluzione sta ancora finendo di eliminare, come la nostra appendice. È così che abbiamo letto per decenni che le strisce delle zebre, essendo tutte diverse, servono per il riconoscimento dei singoli individui, e della madre da parte dei piccoli. Mentre ora gli scienziati dicono che quelle strisce terrebbero lontani i tafani. La coda dei gatti agli amanti dei felini sembra soltanto un organo che esprime gli stati d’animo, ma qualcuno è arrivato a dire che può servire da bilanciere quando il gatto cammina su un sostegno molto stretto come il bordo di una ringhiera.

Sulla base dello stesso principio è lecito chiedersi a che serva innamorarsi. Perché il principio è invariabile: se ci innamoriamo, è chiaro che innamorarsi a qualcosa serve. Ma a cosa?

La prima risposta è: per la riproduzione. L’uomo si innamora della donna, la donna si innamora dell’uomo, e questo li induce a fare figli. Ma gli esseri umani sani non hanno bisogno di incoraggiamenti, al riguardo. Pensano al sesso per tutta la vita. Dunque l’innamoramento sembrerebbe una ipertelia, cioè un’esagerazione che va al di là dello scopo previsto. Né è escluso che la più forte passione sessuale si abbia per un partner di cui non si è innamorati. Inoltre, se gli esseri umani dovessero avere un’attività sessuale solo durante i periodi di innamoramento, la loro attività sessuale durerebbe in totale qualche mese o qualche anno: e certo non è così. Infine, dal momento che l’innamoramento si manifesta per la prima volta durante l’adolescenza, cioè nel momento in cui la pressione sessuale è già di per sé al massimo, si direbbe veramente che piove sul bagnato. Questa non sembra essere la risposta giusta.

Poiché bisogna comunque trovare un interesse dell’individuo o almeno della specie, si può immaginare un’altra spiegazione. L’innamoramento potrebbe, in base ai feromoni o a qualche altra diavoleria, indicare il partner più adatto, sia per la fecondità sia per la solidarietà genitoriale. Insomma quella passione ci indirizzerebbe sulla strada giusta. Purtroppo non è così. Non solo, in base all’innamoramento, la persona prescelta non è né più né meno giusta di un’altra come partner definitivo, ma accade spesso che, svanita l’infatuazione, ci si meravigli di averle in passato dato tanta importanza. Sposarsi perché innamorati non garantisce nulla. Si va dalla storia d’amore che dura tutta la vita al divorzio dopo sei mesi.

E allora, qual è la risposta giusta? Può darsi che qualcuno l’abbia, ma non si troverà in questa pagina. Parlerò dunque, tutt’altro che scientificamente, in prima persona.

L’innamoramento è una nevrosi temporanea che deforma la visione del mondo ma chi non ha mai provato questa tempesta emotiva ha mancato un’esperienza essenziale per capire l’umanità. Chi si innamora vede diversamente la realtà, si commuove su canzoni stupide, ha il batticuore solo perché ha scorto una certa persona, conta le ore che lo separano da lei, legge con altro sentimento “Romeo e Giulietta”, capisce e sente come fratelli e sorelle tutti coloro che, nella storia, hanno fatto sciocchezze perché innamorati.

L’innamoramento, vissuto con viva coscienza di sé, è un momento di apertura mentale e culturale. Prima di dire che Antonio è stato uno sciocco, a giocarsi le fortune romane per Cleopatra, bisogna chiedersi quanto ne fosse innamorato. E come ci saremmo comportati noi, se fossimo stati al suo posto.

L’uomo di buon senso accoglie l’innamoramento come un’occasione di arricchimento spirituale e la sfrutta per dare ed ottenere il massimo di felicità. Non si lascia tuttavia guidare dal sentimento per gli impegni più seri: perché “Va’ dove ti porta il cuore” può dirlo solo qualcuno che è disposto a vagare senza meta o a cadere nell’abisso.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

29 marzo 2012

 
A CHE SERVE INNAMORARSI?ultima modifica: 2012-03-29T10:15:19+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “A CHE SERVE INNAMORARSI?

  1. Ho letto qualcosa in proposito, scusate ma non ricordo la fonte.
    Dunque l’innamoramento sarebbe un sofisticato sistema per aumentare le speranze di sopravvivenza dei bambini, delicatissimi primati che necessitano di lunghe cure parentali.
    L’innamoramento servirebbe ad abbassare temporaneamente il livello di razionalita’ e mettere temporaneamente in secondo piano altre esigenze istintuali per aumentare la coesione di coppia, quando non addirittura crearne una a partire dalla semplice attrazione e conseguente occasionale accoppiamento.
    Se la femmina si fida ciecamente del suo “principe azzurro” e il maschio diventa pronto ad affrontare un predatore per difendere la sua “fatina meravigliosa”, ci sono migliori probabilita’ che l’embrione diventi un bambino vivo e svezzato e almeno cammini. Mica poco, per la specie umana.
    Questo sarebbe il risultato minimo: se l’innamoramento dovesse funzionare particolarmente bene, potrebbe portare a una superfamiglia multifigli, un vero successo.

  2. Per questo basterebbe già l’istinto genitoriale. Molti genitori non si amano più ma adorano i figli e ingaggiano autentiche guerre, con l’altro coniuge, in nome dell’amore per i figli. Qualunque avvocato matrimonialista glielo confermerà.
    E poi l’amore per i figli dura tutta la vita, quello per la persona di cui ci si è innamorati no. O, almeno, non dura sotto forma di innamoramento, mentre può benissimo durare come forma di amore.

  3. Potrebbe anche darsi che l’innamoramento sia importante soprattutto per i suoi effetti collaterali. Infatti sotto la sua spinta si persegue un miglioramento di sé con lo scopo di essere più attraenti per la persona amata, ma che ha ripercussioni positive su tutta la sfera esistenziale, anche dopo e/o a prescindere dall’unione col partner per cui ci si migliora.

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