RENZI HA RAGIONE, MA A CHE SERVE?

 

Essendo un essere umano, Matteo Renzi è soggetto a commettere errori. Essendo giovane, ne commetterà anche più di altri. Essendo spontaneo gli capiterà di straparlare ed essendo idealista magari farà il passo più lungo della gamba. Ma riguardo al suo discorso di ieri alla Segreteria del Pd si ha molta voglia di dargli ragione. Qualunque giornale vi dirà quanti bei propositi ha espresso, quanta coraggiosa voglia di fare ha manifestato, quanta gratitudine meriterebbe, se riuscisse ad attuare tutto ciò che ha detto. Patrimoniale a parte.

Bisogna essere onesti. È legittimo, che nel suo o negli altri partiti si dissenta su qualcosa. Alcuni potrebbero non essere d’accordo su un premio di maggioranza che falsa i risultati delle elezioni; altri potrebbero voler mantenere il Senato; altri ancora non essere d’accordo sulle modifiche al Titolo V della Costituzione. Ma su una cosa Renzi ha sicuramente ragione: bisognerebbe scuotere questo Paese. Bisognerebbe farlo rimettere in marcia e persino qualche errore sarebbe tollerabile: si capirebbe che si è adottata una cattiva soluzione e si rimodificherebbe ciò che si è modificato. Ma si sarebbe almeno avuto il coraggio di agire. Chi fa magari sbaglia, chi non fa assiste inerte al collasso della nazione. In questo senso, benché rimanga nel vago e dimentichi (non innocentemente) che il diavolo si nasconde nei particolari, Renzi dice cose del tutto plausibili.

Purtroppo, abbiamo avuto l’impressione di risentire i grandi piani di riforme che a suo tempo esponeva Berlusconi: e proprio qui risiede l’errore di Renzi. Nell’interesse del Paese, tutti dovrebbero accettare che una riforma va approvata anche se per qualche verso non piace. Se essa è la riforma ideale per uno, si può star certi che non è la riforma ideale per un altro. E se si gioca ai veti incrociati non si va da nessuna parte. Ma il Sindaco sembra ignorare qualcosa che i vecchi sanno per esperienza: i nostri politici seguono il principio opposto. Se c’è un particolare che non gli va, se c’è un particolare che li danneggia, si oppongono. E si oppongono se la proposta viene da un partito avverso o da un collega di partito cui si vuole negare il successo. Il risultato è quello che abbiamo visto per decenni. Un andazzo che Renzi non farà sparire solo perché lo critica a gran voce.

La regola sembra essere che non importa se una proposta sia giusta o sbagliata, basterà che sia nuova e tutti si coalizzeranno per bloccarla. Ad esempio, Berlusconi è stato sempre perseguitato dalla magistratura, ha vinto più volte le elezioni, anche con grande margine, e tuttavia non è mai riuscito a far votare nessuna riforma della magistratura. Neppure la separazione delle carriere, che tutti reputano opportuna e che non lo riguarderebbe particolarmente. A questo proposito si può pensare che si sia opposta la magistratura, ma è una stupidaggine: i magistrati non siedono in Parlamento. Chi ha frenato è qualcuno che aveva interesse a frenare, qualcuno che voleva tenersi buoni gli “amici”, o danneggiare i “nemici”. E ancora: contro venti e maree, Berlusconi una volta riuscì a varare una riforma della Costituzione che aveva molti lati positivi (con modificazioni che ancora oggi si cerca di ottenere) ma la sinistra ottenne di annullarla con un referendum. Perché l’aveva voluta lui.

Renzi l’imparerà per esperienza: non basta che una riforma sia necessaria e non basta che sia ragionevole e plausibile al novanta per cento. Bisogna ripeterlo: se chi dovrebbe votarla è in disaccordo per il cinque per cento voterà contro; se essa, pur essendo un notevole vantaggio per l’intera nazione, danneggia appena un po’ gli amici, sarà rigettata; se sarà presentata da un altro partito, si voterà contro; e se proprio non si riuscisse ad impedire che vada in porto, vincendo le elezioni si impiegheranno i primi mesi a disfare ciò che la maggioranza precedente aveva fatto. Esempio: il governo Prodi dopo il governo Berlusconi.

Queste osservazioni non intendono condannare questo o quel partito, la destra o la sinistra. Costituiscono una sconsolata diagnosi della mentalità italiana. Il nostro misoneismo e soprattutto la nostra faziosità sono senza limiti. Basti dire che (salvo aggiustamenti minimi) abbiamo l’identica Costituzione del 1948. E se una notevole riforma abbiamo fatto, è stata quella di eliminare sostanzialmente l’immunità parlamentare. Renzi dovrebbe dunque sapere che da noi la maggioranza per modificare la Costituzione non si raggiunge mai o, se si raggiunge, è per fare una cosa sbagliata.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

16 gennaio 2014

RENZI HA RAGIONE, MA A CHE SERVE?ultima modifica: 2014-01-17T09:21:45+01:00da gianni.pardo
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