ELEZIONI: LA NON-NOTIZIA

ELEZIONI: LA NON-NOTIZIA
Per quanto riguarda le elezioni europee, è giusto cominciare con la visione del terzo estraneo: tutti avevano previsto un aumento di voti per il centro-destra e un tracollo della sinistra; nella realtà, considerando un blocco unico Pdl e Lega da un lato e Pd e Idv dall’altro, il centro-destra nel suo complesso è stabile e il centro-sinistra  perde ma non tanto quanto si temeva.
Poi ognuno vive il fenomeno secondo le sue personali tendenze politiche. I militanti di destra saranno delusi sia perché il Pdl non è aumentato come speravano, sia perché il Pd non è crollato come si pensava. I militanti di sinistra potranno consolarsi perché hanno limitato le perdite ed esultare perché il Pdl non ha trionfato. Ma queste sono valutazioni sentimentali. La vera notizia è che non c’è la notizia. Il centro-destra tiene – e per una coalizione al potere è già una cosa positiva – e il centro-sinistra non è scomparso: cosa anche questa che, con questi chiari di luna, non è poco. Per il resto, business as usual.
Nessuno vieta tuttavia considerazioni ulteriori.
L’aumento di consensi della Lega non che rappresentare una minaccia per la maggioranza indica che l’elettorato è in favore delle misure più risolute e perfino più discutibili, per quanto riguarda ciò che sente come problemi gravi: l’immigrazione, la sicurezza, il federalismo. Dunque le prevedibili proteste degli utopisti di sinistra sono destinate a cadere nel vuoto ancor più di prima.
L’aumento dei consensi dell’Idv – se c’è una notizia è questa – fornisce preoccupanti indicazioni. Significa che l’antiberlusconismo fa ancora presa su una parte degli elettori e questo non va a favore del centro-sinistra. Si tratta infatti di un atteggiamento che può sedurre un dieci per cento dell’elettorato ma è controproducente: non è né un programma politico né una soluzione per il futuro: Berlusconi non è eterno.
L’antiberlusconismo ha beneficiato del fatto che il Pd non l’ha sconfessato ma addirittura, negli ultimi mesi, ha inseguito lo stile dell’Idv. Il risultato è stato che gli elettori hanno preferito l’originale alla copia. Se invece il Pd si fosse veramente differenziato da Di Pietro, gli elettori si sarebbero trovati a scegliere fra un partito seriamente socialdemocratico e pronto a governare e un partito che strepita e maledice come una popolana stridula: purtroppo, per mantenere l’originario programma del Pd bisognava avere un coraggio che nessuno ha avuto.
Ma la considerazione più importante è questa: finché si tratta di elezioni sentite come ininfluenti, ci si consentono manifestazioni di protesta. Gli italiani non hanno votato per Di Pietro nella speranza che mandasse qualcuno in galera a Bruxelles: hanno solo manifestato il loro malumore, anche nei confronti del Pd. Se invece si fosse trattato di elezioni politiche, Di Pietro non avrebbe avuto tanti consensi. Il successo dell’Idv somiglia all’effimero successo dei radicali alcuni anni fa, quando in tanti votarono per la Bonino, fino a raggiungere un inverosimile 8%.
La stessa sinistra extra-parlamentare e i radicali non sarebbero arrivati  – nel loro complesso – ad un risultato così positivo se ci fosse stata la paura di disperdere il proprio voto. Qualcosa di analogo si è verificato in Sicilia, dove il Pdl non ha avuto i consensi che avrebbe potuto avere se il centro-destra fosse stato unito. Ma si sa, quando si tratta di elezioni per gioco – così gli italiani considerano il parlamento europeo – si può votare secondo le simpatie o le antipatie. È quando si tratta di elezioni nazionali, cioè dell’effettivo governo del paese e della vita di ognuno di noi, che il voto diviene “di necessità”. In questo caso, mentre la Lega potrebbe mantenere i suoi voti, perché alleata fedele del governo e nettamente anti-sinistra, e mentre i siciliani non si fiderebbero certo di Lombardo, a sinistra si capirebbe che il voto a Di Pietro sarebbe uno spreco, se impedisse al Pd di vincere. Oppure sarebbe, in caso di vittoria, una promessa di ingovernabilità come si è visto col governo Prodi.
Insomma, in queste elezioni europee non è successo niente. È solo sperabile che il Pd non si lasci suggestionare dal successo di Di Pietro fino a seguirlo nei suoi eccessi, perché in questo modo condannerebbe la sinistra ad un’opposizione prevedibilmente eterna.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
8 giugno 2009
Articolo soggetto a modifiche in seguito ai risultati delle amministrative.

ELEZIONI: LA NON-NOTIZIAultima modifica: 2009-06-08T15:27:06+02:00da gianni.pardo
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