IL BACK SEAT DRIVER

Chi legge i giornali, chi ascolta le rassegne stampa, chi segue i commenti politici non tarda ad accorgersi che i governanti – se c’è democrazia – sono dovunque molto criticati. I politici di terza schiera, i giornalisti, i politologi ci spiegano da mane a sera chi ha sbagliato, e quando, e con quali conseguenze, e ciò che invece si sarebbe dovuto fare per non arrivare ai problemi presenti. Naturalmente non tutti sono d’accordo fra loro: alcuni diranno che i governanti sono dei cretini perché a suo tempo non hanno fatto bianco, altri diranno che i governanti sono dei cretini perché non hanno fatto nero, ma questo non li turba: concordano comunque sul fatto che avrebbero dovuto fare “altro”.
La prima obiezione che si può muovere è: ma perché li criticate ora che ci sono i risultati della loro azione e non gli avete indicato l’azione giusta prima? Sembra un’eccellente risposta ma non lo è. Alcuni commentatori obietterebbero infatti che non sarebbero stati ascoltati, altri direbbero che loro l’hanno in effetti proposta, la soluzione giusta: ma non è stata adottata. Dimenticando di precisare che il loro suggerimento era uno fra tanti e che il problema era proprio quello di scegliere una soluzione fra cento. Come ha detto qualcuno, “decidere è ridurre il numero degli errori ad uno”.
In inglese c’è un’espressione, “back seat driver”, che significa “guidatore dal sedile posteriore”. Indica lo spettatore ma dà continue indicazioni a colui che agisce. Qualcuno che crede di saperla più lunga di chi ha in mano il volante e nel frattempo non ha nessuna responsabilità; che si arroga il diritto di criticare gli errori di chi conduce il veicolo e tuttavia non accetterebbe nessuna accusa, in caso di problemi. Il back seat driver è un perdente che ripete al vincente che non meritava di vincere, uno che vorrebbe primeggiare in campo ed è costretto a stare in panchina. Nei giornali, ci sono editorialisti – per esempio Eugenio Scalfari – che scrivono continuamente con un evidente rimpianto: ma perché il mondo non si affida a me, che saprei guidarlo meglio di questa manica di scalzacani che non sanno quello che fanno?
L’assurdità di questo atteggiamento è facilmente dimostrata: se i critici fossero migliori dei criticati, non ci sarebbe che da scambiare i loro ruoli. E di fatto questo avviene: Guglielmo Giannini da giornalista fondò un partito (l’Uomo Qualunque); Beppe Grillo, da comico, ci sta provando; infine sono innumerevoli i magistrati e i giornalisti che si dànno alla politica: è tutto un rimescolamento di ruoli e il risultato è che i governanti sono sempre criticati. I back seat driver la sanno sempre più lunga di loro. Dal che si deduce che i politici al comando non sono affatto peggiori di coloro che li criticano e bisogna ascoltare accuse e filippiche senza prenderle troppo sul serio. Nessuno dice che Pierluigi Bersani sia un fantastico genio della politica, ma perché dargli del cretino? Possiamo essere sicuri che un altro farebbe meglio di lui? Chi dice che non farebbe peggio? Le stesse cose che ci sembrano evidentemente opportune – per esempio scaricare Di Pietro – può darsi sembrino opportune anche a lui, ma non può farle. Forse ha impedimenti che non conosciamo.
Ancora più grandi sono le incognite riguardanti chi è al governo. Ognuno è portatore delle proprie evidenze e dei propri desiderata ma al vertice queste evidenze e questi desiderata arrivano tutti insieme, largamente in conflitto fra loro. Chi governa è dunque costretto a fare delle scelte che fatalmente non solo scontentano qualcuno ma alla lunga possono anche rivelarsi sbagliate.
Il back seat driver è un frustrato presuntuoso. Un personaggio che diviene patetico quando invece di sedere dietro, siede accanto al guidatore e si chiama Gianfranco Fini. Ma questa è un’altra faccenda.
I commentatori dovrebbero sempre ripetere a se stessi che non bisogna lasciarsi andare a criticare chi ha qualità e successi che noi non abbiamo. Da vecchi e brutti, meglio non criticare mai le ragazze giovani e belle. Quanto ai giornalisti, non dovrebbero dimenticare che guidare uno Stato è impresa più seria e difficile che scrivere righe e righe (sempre meglio che lavorare). Non si tratta di essere filogovernativi, si tratta di non rendersi ridicoli.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
16 maggio 2010
Per chi volesse avere un bell’esempio di atteggiamento di back seat driver, ecco Barbara Spinelli che, sulla “Stampa” di oggi, pubblica un editoriale dal titolo  “Il sorriso ottuso dell’Europa”. La signora sostiene che l’intera Europa e tutti i suoi governanti sono cretini e comincia con questo botto: “E’ impressionante la forza che possiede la stupidità”. “Come dissero a suo tempo Fruttero e Lucentini: la cretineria prevale”. “Quel che l’Europa sa far meglio è l’ottusa manutenzione del sorriso”. Più imbecilli e paciosi di parroci di campagna, “i capi di governo fingono letizia, immaginando di suggestionare i mercati col buon umore”. La stessa Inghilterra, che molti di noi hanno la stolta abitudine di stimare, è “impastata in realtà di illusioni e incanti: [ha l’] illusione di potercela fare da sola… e riempie il vuoto con l’affaccendarsi più che col fare”. I politici non capiscono che “Proprio ora ci vorrebbero nuovi trasferimenti di sovranità, perché l’Europa diventi finalmente un soggetto politico credibile”. Si credono pragmatici, “Ma il pragmatismo senza una trasformazione dell’Europa… ha la forza della stupidità quando impigrisce”.
In queste condizioni, se il continente finirà nel baratro, se lo sarà meritato: non aveva che da ascoltare Barbara Spinelli. Dal suo sedile posteriore, ciò che bisognava fare lei gliel’ha spiegato.
Gianni Pardo

IL BACK SEAT DRIVERultima modifica: 2010-05-16T11:32:00+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “IL BACK SEAT DRIVER

  1. Non vale solo nel settore pubblico.
    Steve Jobs (CEO della Apple Computer), in uno scambio di opinioni con un noto giornalista “high-tech”, ha commentato: “… by the way, what have you done that’s so great? Do you create anything, or just criticize others work and belittle their motivations?”
    [… a proposito, tu cosa hai fatto di così rilevante? Ti occupi di creare qualcosa o ti limiti solo a criticare il lavoro degli altri sminuendone le motivazioni?]

    Ciao

  2. So di essere fuori tema ma non riesco davvero a capire come un quotidiano diretto da una persona seria come Calabresi possa ancora ospitare gli scritti di barbara spinelli. Forse perchè ormai costituisce un caso umano talmente penoso che il direttore ha pietà di lei?

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