PER LA COSTITUZIONE NAPOLITANO HA RAGIONE

Il riassunto è facile da fare. Giorgio Napolitano ha detto che non esistono governi tecnici. È politico – e legittimo – qualunque governo che, a termini di Costituzione, ottenga la fiducia in ambedue le Camere.
Molti esponenti del centro-destra (anche Rotondi, Cicchitto, Calderoli, Sacconi) hanno detto che qualunque governo che non corrisponda al voto degli italiani sarebbe illegittimo. Secondo il virgolettato del Corriere della Sera (riferito a Maroni ed Alfano) “un esecutivo con chi ha perso le elezioni viola la Costituzione”. Bossi ha addirittura minacciato che il popolo della Lega scenda in piazza. Secondo loro, se cade questa maggioranza, bisognerebbe tornare a votare. Hanno torto.
Il Presidente della Repubblica, a termini di Costituzione, ha indubbiamente ragione. La legittimazione di un governo, comunque denominato, nasce dal voto delle Camere e per la sostanza è ovvio che adulti colti ed avvertiti non possono non avere idee politiche. Un governo apolitico non può esistere.
Se la sinistra parla di governo tecnico è per sfuggire all’accusa di voler mandare al potere un “governo-mandiamo-via-Berlusconi”, non corrispondente alla volontà degli elettori. Dunque le parole del PdR dovrebbero irritarli. Anche se è una questione “nominalistica” (come ha detto i Presidente) è un’utile foglia di fico per nascondere il ribaltone; e se a sinistra non manifestano disappunto, è perché considerano il PdR una loro risorsa.
Più interessante è però guardare alla sostanza del problema.
L’art.67 della Costituzione, afferma che “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” e permette la costituzione di un governo diverso da quello voluto dagli elettori: basta che ottenga la fiducia in entrambe le camere. E ci può essere qualcosa che legittima un tale governo anche sostanzialmente. Immaginiamo un Paese che ha cento parlamentari, maggioranza cinquantuno. Un giorno questi cinquantuno stanno per dichiarare una guerra folle e sconsiderata ed ecco che dieci di loro si alleano con la minoranza per creare un governo pacifista. Non sarebbe forse una benedizione? Se è vero che di solito un governo diverso da quello voluto dagli elettori si ha per bieche finalità trasformistiche, nulla esclude che esso sia costituito per il bene della nazione.
Ma non siamo nati ieri. Sappiamo benissimo che questa finalità, in teoria valida, sarebbe invocata anche da chi vuole un ribaltone solo per sete di potere. Per costituire un governo diverso da quello voluto dagli elettori. Dunque è meglio lasciar perdere la legittimazione sostanziale e fermarsi a quella formale. La quale però basta.
Gli esponenti del centro-destra, quando definiscono anticostituzionale un governo diverso dall’attuale, hanno torto. Dovrebbero solo dire che, se si tenta di costituire un tale governo, faranno di tutto per impedirlo. Cosa possibile e, nel caso attuale, largamente fattibile. Soprattutto al Senato. E allora perché sostenere gridando, con una teoria sbagliata, qualcosa che si può ottenere per normale via parlamentare?
Tutto questo in punto di diritto positivo, ma esiste anche la cosiddetta “costituzione materiale”, che nasce dalla prassi, da quell’opinio iuris et necessitatis (l’opinione che la norma sia giuridica e necessaria) che a Roma creava la consuetudine. Né essa è disprezzabile, se è vero che è l’unica che abbiano gli inglesi.
Nelle ultime elezioni gli italiani hanno votato per Berlusconi: sulla scheda c’era addirittura il suo nome. Fare un governo contro di lui – alleandosi magari col diavolo, come ha detto Massimo Donadi dell’Idv – può essere costituzionale ma sarà sentito dai cittadini come un tradimento del primo articolo della Costituzione: “la sovranità appartiene al popolo”.
Napolitano dunque avrebbe dovuto dire che non esistono governi tecnici e avrebbe però dovuto aggiungere che anche un governo legittimato dal Parlamento, se non corrisponde alla volontà del popolo sovrano, costituisce un vulnus del principio fondamentale della Repubblica Italiana.
Chi ha buona memoria non ha dimenticato l’indignazione degli italiani in occasione del ribaltone del 1994.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
16 agosto 2010

PER LA COSTITUZIONE NAPOLITANO HA RAGIONEultima modifica: 2010-08-16T12:38:49+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “PER LA COSTITUZIONE NAPOLITANO HA RAGIONE

  1. Ritengo che tutto questo bailame intorno a costituzionale o anticostituzionale,si risolverebbe in nulla se si sapesse distinguere politica da propaganda.

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