COLPIRE IL BERSAGLIO MOBILE. AL BUIO

Il linguaggio a volte ci inganna. Quando c’è il sole si parla di bel tempo e quando piove si parla di cattivo tempo. E si dimentica che, in caso di siccità, il bel tempo è la pioggia. Qualcosa di analogo avviene con le monete. Ogni volta che la divisa nazionale si rivaluta, i toni sono trionfalistici, ogni volta che si svaluta, se ne parla come di una sconfitta: mentre in realtà una moneta troppo forte frena le esportazioni. Il valore ideale della valuta è quello corrispondente al suo potere di acquisto.
Qualcosa di analogo avviene in politica. C’è da stupirsi per la costanza con la quale tutti i commentatori rappresentano ogni perdita di potere come una sconfitta. Infatti, anche in questa occasione si presenta un Presidente del Consiglio teso a cercare – a “comprare” o elemosinare, secondo i gradi di ostilità – i voti per ottenere la fiducia. In realtà questa rappresentazione potrebbe essere vera e potrebbe essere falsa. Silvio Berlusconi potrebbe star facendo finta di voler salvare il governo, “nell’interesse del Paese”, mentre in realtà si sta preparando a far cadere il governo e ad andare a elezioni anticipate, convinto di vincerle. Chi lo sa? Una svalutazione può anche essere una manovra di rilancio delle esportazioni.
La difficoltà di interpretazione del momento politico nasce dal fatto che coloro che partecipano alla partita cercano di ingannarsi vicendevolmente e tutti insieme di ingannare gli italiani.
Cercano di ingannare gli italiani perché, per motivi di decenza, non possono parlare delle loro reali intenzioni. Sono dunque obbligati a presentarsi come preoccupati soltanto delle sorti della Patria. Chi vuole fare cadere il governo non lo fa per impadronirsi del potere ma per il bene del Paese, liberandolo da chi lo danneggia per malvagità o per stupidità. Chi è al potere non vi si aggrappa per interesse, ma perché vuole preservare la Patria dall’arrivo dei barbari. E tutti evitano di parlare del fatto che, se si va a nuove elezioni, rischiano di non essere rieletti e di non avere la pensione da deputato o da senatore.
I politici cercano anche di ingannarsi fra loro. I trucchi, le finte, gli inganni, i mercanteggiamenti fra i partiti e all’interno dei partiti sono infiniti. Anche qui un conto sono i motivi inalberati e un altro sono quelli reali. Io ti do questo se tu mi dai quest’altro. E se poi tu non mantieni? E se non mantieni tu? Ma se non mi accontenti io mi alleo col tuo nemico. Ma anch’io posso allearmi col tuo nemico. Anzi, tanto vale che tu lo sappia, i negoziati sono in corso. Ma lo so già, che cosa credi? Lo so che tu hai l’abitudine di tradire. Ma guarda chi parla! Tu sei quello che una volta… Finché non interviene un terzo a ricordare che in politica non ci sono amicizie e lealtà ma convergenze di interessi. Giusto. Ma come identificare esattamente qual è il proprio interesse, tenendo conto del fatto che il quadro cambia continuamente, e tutti mentono a tutti?
In un simile panorama fanno sorridere i giornalisti e i commentatori che un giorno dànno per certa una cosa e il giorno dopo dànno per certa la cosa opposta. È comprensibile che vogliano fare la figura di chi ha capito più degli altri, ma non si può ieri dare Berlusconi per morto e sepolto, più superato di Tutankhamon, e oggi descriverlo in rimonta, vincente, punto di convergenza di tutti coloro che non vogliono affondare.
Cercando di sbagliare il meno possibile, ci si appiglia ai fatti obiettivi: per esempio l’importanza della carica di parlamentare e della pensione relativa. Ma neanche di questo c’è da fidarsi. Non perché la gente non badi ai propri interessi finanziari, ma perché, nella storia, bisogna fare un largo posto alla follia. Quale altra spinta può spiegare la spedizione ateniese contro Siracusa? Quale demenza può avere spinto Hitler al doppio fronte, occidentale ed orientale, conoscendone per esperienza i pericoli?
Ma non c’è troppo da preoccuparsi. Per decenni le elezioni hanno avuto il significato di una scelta di campo epocale, col Pci pronto a cambiare il sistema. Oggi il rischio è che si passi da Tremonti a Padoa-Schioppa. Certo, si può essere desolati, all’idea di avere per ministro dell’economia uno che ha una compagna come Barbara Spinelli: ma, se si ha una buona salute, si sopravvive anche a questo.
Gianni Pardo
giannipardo@libero.it
24 novembre 2010

COLPIRE IL BERSAGLIO MOBILE. AL BUIOultima modifica: 2010-11-26T11:40:22+01:00da gianni.pardo
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