BERSANI PRECURSORE DI BERLUSCONI

Se uno dicesse che per mettere in sicurezza l’Italia (sempre che ci si riesca) il governo non poteva fare molto di diverso di ciò che ha fatto qualche settimana fa, e non poteva fare molto di diverso di ciò che ha fatto ieri, rischia di passare per berlusconiano e, al passaggio, anche per cretino. Proprio per evitare quest’ultimo pericolo invece di parlare di Silvio Berlusconi parliamo di Pierluigi Bersani.
A Roma trovare un taxi non è sempre facile. Ce ne sono pochi e a volte, proprio quando servono, non ce n’è uno disponibile. Bersani, quando era ministro, tentò di risolvere il problema nel modo più semplice: aumentando il numero delle vetture. È passato troppo tempo, la memoria è confusa ed anche sul momento non tutto fu chiarissimo: per questo siamo pronti ad accettare correzioni e precisazioni, ma andando a spanne, ecco quello che avvenne.
Un taxi è un’autopubblica. Si immagina che l’essenziale sia il conducente e l’automobile. E invece l’essenziale è la licenza. Dal momento che esse sono poche, finiscono col valere moltissimo, tanto che vengono lasciate in eredità, vendute ad alto prezzo, locate e via dicendo. L’idea di immettere nel mercato un gran numero di nuove licenze corrispondeva dunque a svalutare, anzi azzerare il valore di licenze che alcuni, appunto, avevano ottenuto a titolo (molto) oneroso e altri consideravano patrimonio di famiglia. Non solo: l’aumento delle licenze avrebbe anche incrementato la concorrenza: i clienti infatti, mentre prima erano magari costretti ad aspettare che si rendesse libero uno dei pochi taxi, ora potevano prenderne un altro, nuovo, e il vecchio sarebbe stato costretto ad andare al posteggio, aspettando la prossima chiamata. E guadagnando meno di prima.  Facciamola breve: un provvedimento tanto utile e semplice, proposto per giunta da un ministro di sinistra ad un governo di sinistra, finì con lo sbattere contro una lobby tanto potente da sconfiggerlo. I taxi, a Roma, non furono liberalizzati.
È concepibile che, essendoci la volontà politica, si potesse aggirare l’ostacolo. Ammesso che a Roma ci fossero mille licenze, invece di aggiungerne altre mille o duemila, bastava aggiungerne d’autorità il dieci per cento, cioè cento, sorteggiandole fra i richiedenti. L’anno seguente, altro dieci per cento, ma calcolato sulle 1.100, cioè centodieci. Il terzo anno, ancora il dieci per cento, ma calcolato su 1.210, cioè centoventuno. Nel giro di sette anni, e con gradualità, si sarebbe raggiunto il risultato voluto. Ma neanche questo fu fatto, segno che la lobby dei tassisti non solo era abbastanza forte per modificare il provvedimento: era abbastanza forte per impedirlo del tutto. Non dimentichiamo che i sindacati e i giornali hanno sempre avuto un occhio di riguardo, per i governi di sinistra: e tuttavia, se gli interessati sono abbastanza numerosi e abbastanza risoluti, neanche l’EI (Esercito Italiano) è in grado di piegarli. Del resto, non si è forse visto con la spazzatura di Napoli?
Se questo è il Paese in cui viviamo, è facile rispondere ai molti che – parlando con gli amici, via e-mail, nei blog o scrivendo editoriali sui giornali – hanno esposto le loro idee su ciò che sarebbe stato meglio fare, e che è ben diverso da ciò che ha fatto l’attuale governo. A tutti, come nel caso dei tassisti, è facile rispondere che il problema non è “la soluzione giusta”, ma “la soluzione che si riesce ad applicare”. Non è che Bersani avesse torto, non è che fosse tanto stupido da non capire ciò che andava fatto: è che in Italia, quando si tratta di muoversi, ci sono dieci persone che tirano e novanta col piede sul freno. E coloro che sudano possono star certi che se qualcosa riusciranno a smuovere, nessuno li applaudirà: tanto che ogni persona di buon senso in Italia dovrebbe scegliere di stare all’opposizione, sempre e comunque. Dicendo soltanto no e chiedendo la Luna su un piatto d’argento. Se questa sembra una narrazione poco realistica, è perché esponendola non si poteva non pensare a quel genio politico che risponde al nome di Nichi Vendola.
 Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it
15 agosto 2011

BERSANI PRECURSORE DI BERLUSCONIultima modifica: 2011-08-15T10:13:27+02:00da gianni.pardo
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