PERCHÉ BERLUSCONI RESISTE

Che interesse poteva avere Galileo per i satelliti di Giove? E tuttavia da quella curiosità immotivata è nata una tale rivoluzione che il mondo e l’Universo non sono più stati quelli che erano prima: almeno per la conoscenza che ne abbiamo. Se non avessimo la molla della curiosità non saremmo arrivati dove siamo arrivati. 

Ciò giustifica anche quesiti di molto minore spessore. Per esempio, come mai Silvio Berlusconi è così coriaceo, come mai resiste a tutto e a tutti, nel momento in cui milioni di italiani si dicono che al suo posto cederebbero e se ne andrebbero? Non basta dire: “Perché è testardo”; “Perché tiene troppo alla poltrona”; “Perché è immensamente presuntuoso e pensa di avere ragione mentre tutti gli dànno torto”. Infatti si può rispondere: “Gli altri dunque non sono testardi, non tengono alla poltrona, non sono presuntuosi?”

Ci sono persone che, ai dati dell’esperienza, preferiscono il loro personale giudizio. Gli invidiosi che non riconoscono nessun merito degli altri, i falliti che attribuiscono tutto alla sfortuna, gli idealisti capaci di credere ai miti più ingenui. Invece è la realtà che distribuisce successi e insuccessi, incoraggiamenti e bocciature, conferme e smentite. Un pittore può reputarsi all’altezza di Tiziano e disprezzare le informi obesità di Botero, ma Botero è una celebrità mondiale ed è questo che conta. Poi, eventualmente, i secoli futuri diranno una parola definitiva, ma per allora saremo tutti morti. Indro Montanelli vendeva montagne di libri di storia e gli storici professionisti lo stroncavano perché – inventiamo – parlando della Guerra dei Cent’anni aveva scritto che Marguerite era figlia di secondo letto di Berthaud de Chinon, mentre era soltanto una leggenda del tempo. Anche Montanelli rideva dei critici: i fatti erano a suo favore. 

 Chi è sano di mente non crede a dogmi, tabù, miracoli o maledizioni. Al massimo accetta la casualità. E se tutti dicono una cosa e la realtà ne dice un’altra, lui non si lascia suggestionare e continua a credere alla realtà. Galileo quei satelliti li aveva visti e ne aveva tratto delle conclusioni che nessuna Bibbia poteva smentire. 

Per capire il caso di Berlusconi bisogna dimenticare i mille commenti che sono scritti su di lui, sulle sue vicende giudiziarie, sulla sua maggioranza e sul suo governo. Infatti, da uomo che guarda alla realtà, il Cavaliere non bada alla cagnara dei giornali. Mentre gli altri costruiscono eleganti edifici intellettuali e stilano raffinate analisi ideologiche, lui si dice che la maggioranza lo sostiene e che un governo non cade quando i giornali ne parlano male ma quando è sfiduciato. Inoltre non dimentica che quella maggioranza lo vota non per amore o perché gli è fedele, ma per un motivo molto più serio: perché, cadendo lui, i parlamentari sanno che cadrebbero anche loro. I satelliti continuano a ruotare intorno a Giove.

Rimane il problema dei magistrati che lo perseguitano. Anche qui il calcolo di Berlusconi è elementare. In primo luogo, si reputa innocente, e questo lo conforta intimamente. Poi si dice che, almeno fino ad ora, non tutti i magistrati si sono dimostrati fanatici: infatti è stato sempre assolto. Ma soprattutto – ed ecco l’elemento costante e centrale – sa che il tempo lavora per lui. I processi andranno in prescrizione, una condanna non gli imporrebbe le dimissioni e comunque ha un’età in cui il suo futuro politico non è di lungo respiro. Basterà sopportare questi tormenti fino alla primavera del 2013.

Ecco perché tutta la discussione intorno a Silvio Berlusconi è tremendamente noiosa. Quest’uomo non saprà estrarre a mente le radici cubiche ma sa fare due più due. E questo semplice calcolo gli dice di non ascoltare nessuno e andare avanti per la sua strada.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

23 settembre 2011

P.S. Aggiugno che ho commesso un errore: i satelliti “Medicei” erano di Giove, non di Saturno.

 

PERCHÉ BERLUSCONI RESISTEultima modifica: 2011-09-23T11:54:00+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “PERCHÉ BERLUSCONI RESISTE

  1. Nessuno mi può smentire, perché io non dico niente di diverso di ciò che c’è scritto nel codice. Solo mi sono stancato di dare lezioni ad analfabeti giuridici per giunta presuntuosi e maleducati.

    P.S. So che esistono magistrati che si sono dati sostanzialmente alla politica che, per puro fanatismo, sono stati capaci di “dichiarare colpevole” Andreotti per fatti prescritti, e di mettere in giro la voce che la prescrizione in fondo è una forma di colpevolezza. Ma questo – di cui non c’è la minima traccia nel codice – è solo la dimostrazione di quanto in basso sia caduta certa magistratura.
    Niente a che vedere col diritto penale.

  2. Ma lei si rende conto che a me viene impedito di rispondere a lei con il suo stesso tono? “Nessuno mi può smentire…”, “presuntuosi e maleducati”, mi chiedo se sarebbe capace di parlare in questo modo se avesse di fronte il suo interlocutore.

    In merito alla prescrizione, io credevo che lei fosse in malafede, invece conferma che è solo un ignorante.

    Vigliacco e ignorante, praticamente un banale meschino.
    Statti buono vecchio rimbambito!

  3. Lei mi manda un commento pieno di insulti, mentre io non ho mai parlato di Leo, che non mi ricordo mi abbia mai scritto. Lo vede dove conduce la sua brutta abitudine di cercare di non farsi cestinare prima facie cambiando sempre soprannome? Dunque potrei chiederle: Lei prende le difese di un altro oppure non ha il coraggio di firmarsi?
    La seconda che ho detto, nevvero?.
    Comunque lei sarà bandito – o insultato – ogni altra volta che cercherà di mettersi in contatto con me. È questa la ragione per la quale non cancello il suo commento: perché, secondo il codice penale (quello che lei non sa leggere) mentre io ho criticato gli analfabeti giuridici presuntuosi e maleducati, senza far nomi e senza fare il suo, Leo, visto che lei non mi ha mai scritto con questo nome, lei ha insultato me, senza possibilità di equivoci, sicché mi dà la possibilità, ai sensi di legge, di dirle tutto il fatto suo – insulti inclusi – senza correre rischi penali. Per questo le dico che se le risparmio più precise contumelie, è perché lei è troppo poco intelligente per capirle. Ed anche abbastanza ignorante per scrivere “un banale meschino”, cioè due aggettivi e nessun nome.
    Comunque non si strapazzi a scrivermi ulteriormente perché al 99% cestinerò qualunque commento men che rispettoso. Comunque lei lo firmi, persino col suo ben poco onorato vero nome.

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