LA REALTA’ PER G.D.L.È UN OPTIONAL

Galli Della Loggia somiglia a volte a quegli intellettuali che, percepito il clima di un certo momento, se ne mettono alla testa come se l’avessero inventato loro. In questo momento i politici e i giornali parlano di mettere da parte Silvio Berlusconi ed anche lui dice la stessa cosa: ma non come gli altri. Il livello è diverso. Lui ha il cipiglio di chi è capace di dire tutta la verità e di vedere le cose con l’occhio della cultura storica. Basti dire che parla di “fosco tramonto del berlusconismo”, dimenticando che se ha usato l’aggettivo “fosco” per questo argomento, poi non gliene rimangono di adeguati per il tramonto dello stalinismo, quando a Mosca si giustiziava Beria. 

La sua tesi di oggi è che, “Tutti, indistintamente”, i deputati, i senatori e ministri del Pdl vorrebbero che Berlusconi se ne andasse ma non osano dirglielo in faccia. Sicché glielo dice lui, Galli Della Loggia. Che non rischia niente. Ma lo fa per il bene del Pdl che o “riesce a svincolarsi da Berlusconi, e quindi a mantenere in vita un’esperienza dimostratasi cruciale per l’esistenza di un polo politico-elettorale di destra, o per lo stesso Pdl molto verosimilmente è finita”. Anche perché i suoi esponenti, privi di consenso personale, sarebbero espulsi dalla politica. Infatti il Pdl è  “Un singolare partito, formalmente politico, ai cui esponenti però è stato finora vietato l’accesso a quello che da che mondo è mondo è il momento cruciale della politica stessa: il momento della decisione, delle scelte. Finora, invece, riservato solo al capo e ai suoi fidi. Ma la storia ha voluto prendersi la vendetta di questa bizzarra anomalia”. È difficile enumerare le cose contestabili contenute in così poche righe.  

Che il Pdl possa avere tendenza a disintegrarsi venendo meno Berlusconi, per qualsivoglia causa, è un’ipotesi da prendere in considerazione. Ciò che non può venire meno è l’area elettorale del suo consenso. È questo l’errore che commise Martinazzoli, a suo tempo, quando credette che, squalificata dai magistrati la Democrazia Cristiana, fosse scomparso con essa il suo elettorato. Invece Berlusconi capì che la gente avrebbe votato per il Partito della Pastasciutta, se fosse stato l’unico in grado di opporsi alla nostra sinistra. Da privato cittadino a Primo Ministro Berlusconi ha messo meno tempo di quanto ne abbia messo Napoleone, ma questo non significa che il Cavaliere sia più geniale del còrso: significa che, al contrario di tanti professionisti della politica, ha capito che il blocco moderato in Italia esisteva e sopravviveva a fenomeni contingenti come Mani Pulite. E ora potrebbe sopravvivere al berlusconismo. Dunque andiamoci piano, con lo squagliamento del Pdl: potrebbe avvenire in quindici giorni e potrebbe non avvenire mai. C’è una parte dell’elettorato che considera esiziali le ricette della sinistra.

Ma, dice Galli Della Loggia, anche i suoi dicono male di Berlusconi e vorrebbero che se ne andasse. E lui si fa portavoce delle maldicenze? sta tutta qui la sua critica politologica e la sua sapienza storica? Se quei signori non osano dire in faccia a Berlusconi che se ne deve andare, non potrebbe per caso essere che questo è contro i loro interessi e di gran lunga al di là dei loro poteri? Se sono privi di consenso personale perché dovrebbero spegnere il motore che li tiene in aria? Si lasciano andare al piacere della maldicenza come comari, è vero: ma non sono i soli.

Se il Pdl sopravvivrà alla grande a Berlusconi o se si disintegrerà lo dirà il tempo. Non tutti disponiamo della preveggenza dell’editorialista del “Corriere”. Ma consideriamo sbagliata l’analisi al presente. Se fosse vero quanto lui sostiene, che fino ad ora le decisioni sono state prese solo “dal capo e dai suoi fidi”, come mai non sono state fatte le leggi e le riforme che avrebbero messo lui e tutti noi al riparo dagli abusi della magistratura, a cominciare dalla sua imperdonabile lentezza? L’opposizione accusa Berlusconi di avere fatto solo leggi ad personam: come mai non avrebbe varato quelle che l’avrebbero fatto vivere in pace definitivamente, come si otterrebbe – per dirne una – ripristinando l’art.68 della Costituzione com’era prima del 1993?

Galli Della Loggia  scrive disinvoltamente che “la storia ha voluto prendersi la vendetta di questa bizzarra anomalia”. Dobbiamo veramente credere che non si sia accorto che Silvio Berlusconi è ancora il Primo Ministro, che non se n’è andato via, e che la storia potrebbe invece vendicarsi di chi non guarda ai fatti? Se qualcuno, con la smania del primo della classe, dà per avvenuto un fatto che non si è ancora verificato, rischia il ridicolo. Soprattutto se si esprime in modo pomposo e ultimativo.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

25 settembre 2011

LA REALTA’ PER G.D.L.È UN OPTIONALultima modifica: 2011-09-25T15:51:16+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LA REALTA’ PER G.D.L.È UN OPTIONAL

  1. I miei stessi pensieri alla scorsa di quell’articolo. E’ il guaio del volersi a tutti i costi ergere ad osservatori super parte senza in realtà staccarsi dal contesto che si pretende di commentare. L’abitudine a mal dire su certi selezionati soggetti purtroppo prende la mano anche a gente nota per non essere poi malaccio; ma l’abitudine è cattiva maestra, ti fa dire cose che un te-altro – altro tempo, altre circostanze – troverebbe magari imbarazzanti.
    Tant’è, tutto già visto.

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