GOVERNO TECNICO, ELEZIONI ANTICIPATE

 

Da molti mesi si dà Silvio Berlusconi per morto ed è ancora lì. Ma questo non significa che non possa cadere domani. La maggioranza è raccogliticcia e poco consistente; le trasmigrazioni di parlamentari da una coalizione all’altra non suscitano più né scandalo né sorpresa; molti deputati del centro-destra, in previsione di una caduta di Berlusconi, piuttosto che pensare ad essere fedeli ai loro elettori, pensano alla loro sorte futura: due, proprio avantieri, sono passati all’Udc. L’opposizione chiede monotonamente un governo-senza-Berlusconi (gsB), il centro-destra risponde monotonamente che se cade il governo si va alle elezioni. Prendiamo per buone queste linee di condotta e studiamole. 

La minoranza vorrebbe un governo “tecnico” perché non è pronta per le elezioni. Personaggi come Vendola potrebbero essere un ostacolo per l’alleanza con l’Udc ma d’altra parte, se il Pd si alleasse con Casini, si vedrebbe attaccare da quell’estrema sinistra cui avrebbe chiuso la porta in faccia: “Il partito che fu di Stalin volta le spalle a Marx e si allea con i democristiani!”, si direbbe. Insomma, malgrado tutto il veleno che si è sputato su Berlusconi, le elezioni anticipate potrebbero  andar male per la sinistra. Allora meglio un gsB che consentirebbe di andare al governo aggirando il pericolo delle elezioni.

Tuttavia è facile che nasca? Non si direbbe. Infatti esso non conviene al centro-destra. Dunque Pdl e Lega comincerebbero col dire che non acconsentono alla formazione di un governo contrario al voto degli elettori e forse per lo stesso motivo anche il Presidente della Repubblica si opporrebbe. In realtà il centro-destra non accetta il gsB non per amore di Berlusconi ma per conservare il potere esclusivo; perché esso servirebbe alla sinistra a preparare con comodo la sconfitta del centro-destra; e infine perché è contrario all’interesse nazionale. È infatti molto improbabile che quell’esecutivo sia in grado di fare il necessario. L’attuale opposizione ha al suo interno troppi massimalisti, troppi ex comunisti duri e puri, troppi sindacalisti quadriplegici, per avere il coraggio di un drastico cambiamento di rotta. Abbiamo dimenticato i vari Turigliatto? E possiamo concepire una Cgil che, solo perché al governo c’è Enrico Letta, accetta l’abolizione dell’articolo 18 e la riforma delle pensioni?

Un episodio recente fornisce un indizio. Sul Figaro(1) abbiamo letto che al G20 “I dirigenti europei sono stati particolarmente esasperati vedendo Silvio Berlusconi sbarcare a Cannes senza alcuna disposizione concreta”. Chi a sinistra leggiucchia qualche giornale straniero a questo punto si fregherà le mani per la figuraccia del Cavaliere ma il testo riferisce poco oltre che “In occasione del consiglio dei ministri straordinario che si è tenuto a Roma mercoledì sera, Silvio Berlusconi si è visto rifiutare il diritto di procedere per decreto per porre in essere i cambiamenti promessi. E questo scacco ha fatto sì che egli sia dovuto arrivare a mani vuote e sia stato accolto con freddezza da Nicolas Sarkozy”. È dunque colpa sua, quella figuraccia?

Ma il gsB non conviene neppure alla sinistra. Esso sarebbe chiamato a deliberare provvedimenti estremamente sgraditi alla sua base. E allora non è meglio che li adotti il centro-destra? “Oggi possiamo inviare Berlusconi a fare cattiva figura a Cannes, domani dovremmo andarci noi”. Per giunta, se il programma drammatico fosse annunciato prima del voto di fiducia (come sarebbe normale) la sinistra rischierebbe di perdere molti sostenitori.

Il governo d’emergenza non conviene a nessuno: al dunque, chi ci metterebbe la faccia, per le disposizioni scomode? 

Ed ora l’ipotesi delle elezioni anticipate, per le quali si sottolinea che si parla solo del periodo elettorale, dal momento che il peggio della crisi si avrebbe proprio in questo lasso di tempo. 

Il governo sfiduciato non potrebbe che limitarsi agli affari correnti e non potrebbe adottare i provvedimenti che l’Europa ci impone. E allora? Si lascerebbe affondare l’Italia? È vero che i provvedimenti necessari – stavolta col voto delle opposizioni – si potrebbero adottare anche a Camere sciolte, dal momento che esse possono riunirsi con le modalità previste dall’art.62 della Costituzione: ma quanto è probabile che le opposizioni si precipiterebbero ad approvare quei provvedimenti votando contro i quali hanno mandato via l’odiato Berlusconi? Per giunta mentre è ancora a Palazzo Chigi? Se malgrado la drammaticità della crisi si è rifiutato un decreto a un Primo Ministro nella pienezza delle sue funzioni, e per giunta alla vigilia di un importante incontro internazionale, cosa ne sarà del nostro Paese nelle mani di un esecutivo privo di ogni potere?

Almeno finché non sarà superata la crisi economica, conviene lasciare le cose come stanno. Fino ad ora tutti – centro-destra incluso – hanno avuto in Silvio Berlusconi la testa di turco. Se se ne va ora, la testa di turco sarà quella dell’Italia Turrita. 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it, www.DailyBlog.it

6 novembre 2011

(1)http://www.lefigaro.fr/conjoncture/2011/11/03/04016-20111103ARTFIG00742-l-europe-met-l-italie-sous-surveillance.php

 
GOVERNO TECNICO, ELEZIONI ANTICIPATEultima modifica: 2011-11-06T09:32:45+01:00da gianni.pardo
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