RENZI STRAPARLA

 

Durante la legislatura comanda il Parlamento e la discussione politica è fra gli esponenti del Palazzo. Costoro saranno pure numerosi ma – almeno i più importanti di loro – si conoscono, si parlano e, sulla base degli interessi che li guidano, sono sostanzialmente prevedibili. Tutto cambia quando sono imminenti le elezioni, ordinarie o anticipate. In questo caso è l’elettorato che decide chi sarà forte e chi sarà debole, chi potrà imporre la propria volontà e chi dovrà subire l’altrui. In corso di legislatura una minaccia è credibile, perché si fonda sul potere che si ha già; in vista di elezioni nessuna minaccia è veramente credibile, perché il loro risultato può essere sorprendente. Nessuno ricorda Achille Occhetto?

Ora si leggono sui giornali le dichiarazioni di Matteo Renzi e si rimane stupiti. Almeno Occhetto era dato da tutti per vincente e autosufficiente, ma non ha senso dire, come fa il Sindaco di Firenze: “Il Pd ha 300 deputati e Alfano ne ha 30. Il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta”. Il sindaco è veramente un grande comunicatore: le parole sono rotonde, chiare, efficaci. Ma chi non si lascia cullare dalla loro musica, si accorge che comunicano soltanto assurdità.

Renzi ha ragione quando afferma che le larghe intese non ci sono più. Ha ancora ragione quando afferma che il Pd è il pilastro centrale dell’attuale governo, ma quel conteggio dei parlamentari è assurdo. Innanzi tutto, la strabiliante maggioranza di deputati del Pd alla Camera è frutto di quel “Porcellum” che tutti dicono di voler abolire e che potrebbe non essere in vigore alle prossime elezioni. Inoltre il premio di maggioranza potrebbe funzionare per una coalizione diversa da quella capeggiata dal Pd. In secondo luogo il problema non sono i deputati ma i senatori, e qui casca l’asino. Infatti, che il Porcellum rimanga o sia abolito, in Senato più di una volta si è avuto un sostanziale equilibrio fra destra e sinistra. Né si può contare sul fatto che Alfano porti, nel nuovo Parlamento, gli stessi senatori che ha oggi. Ché anzi lo stesso Renzi afferma che, se si andasse subito al voto, Alfano rischierebbe di sparire. Dunque appare improbabile che il Pd ottenga da solo un numero sufficiente di senatori per sostenere il possibile governo Renzi e tutto il ragionamento non sta in piedi.

Più esattamente, Renzi ha ragione quando afferma che Alfano potrebbe – forse, dovrebbe – avere paura delle “elezioni subito”: ma questa paura dovrebbe averla anche il Pd. Infatti tutto questo parlare che si fa – e lo fa anche Epifani – di un partito che deve finalmente realizzare coraggiosamente il suo programma, si fonda sul presupposto che il governo non cada e Alfano e i suoi continuino a sostenerlo. Ma se il loro sostegno è essenziale, poco importa quanti siano quei senatori, se dispongono della golden share potranno sempre imporre le loro condizioni. Se non accettano d’imporre una pesante patrimoniale, una pesante patrimoniale non potrà essere imposta. È vero che se fanno cadere il governo forse spariranno; ma è anche vero che, se il governo cade, dopo le elezioni il Pd con chi si allea? Con il M5S? Con i frammenti di Scelta Civica? O Renzi conta di compiere il prodigio di ottenere il 51% dei parlamentari in entrambe le Camere?

Forza Italia poi è una mina vagante. Se cade il governo, l’elettorato potrebbe convincersi che il centrodestra è finito e condannarlo all’insignificanza, o al contrario potrebbe voler vendicare un leader estromesso dalla vita politica manu militari votando in massa per il suo partito. Comunque gli italiani sono stanchi di una depressione che non finisce mai. Si sentono irrisi da visioni di luci in fondo al tunnel, oppressi da concrete tasse in un altro posto, e potrebbero esprimere un massiccio voto di protesta. Una protesta che certo non premierebbe Enrico Letta e chi gli ha tenuto il sacco. Renzi dovrebbe avere paura. Il Pd è seduto su una bomba, in un’Italia a sua volta seduta su una bomba.

Tutto ciò conferma ancora una volta che Matteo Renzi è un’entità sconosciuta. Questa macchina per attirare il consenso non ci ha affatto detto di che cosa ne farà, se l’ottiene. È per questo che il suo partito preferirebbe Gianni Cuperlo: essendo un apparatcik, è almeno prevedibile, mentre Renzi potrebbe rivelarsi un qualunque comunista oppure un pericolosissimo Gorbaciov.

Le sue parole non hanno importanza e i suoi ascoltatori somigliano a quelli di Grillo. Chi ragiona con la propria testa aspetta invece di vedere che cosa il giovane Matteo riuscirà a fare in concreto.

Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it

2 dicembre 2013

 

RENZI STRAPARLAultima modifica: 2013-12-03T09:09:57+01:00da gianni.pardo
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